Trecento famiglie riminesi senza una casa
GIUSEPPE CATAPANO – I numeri dicono che si tratta di un’emergenza. Era tale prima della pandemia, lo è oggi. Già, perché sono tornati gli sfratti. Dopo essere state congelate con la pandemia fino a tutto il 2021, le procedure sono ripartite a gennaio. A Rimini se contano già 89, come segnalato dal sindacato Adl Cobas. A queste vanno aggiunte le situazioni che tecnicamente si definiscono di precarietà abitativa. Riminesi che vivono in residence o in hotel perché non sono riuscite a trovare una casa in affitto, in molti casi non in grado di fornire le garanzie richieste dai proprietari per concedere gli appartamenti in locazione. Se ne stimano fra i duecento e i trecento, tra nuclei familiari e persone singole. Fino al periodo pre-pandemia, Rimini viaggiava a una media di trecento procedure di sfratto all’anno, come si evince dai dati della Regione. La morosità ne costituiva – e ne costituisce ancora – la causa in quasi la totalità dei casi. Oggi a Rimini ci sono più di trecento nuclei – tra coloro che sono già sotto sfratto e le situazioni di precarietà abitativa – in forte difficoltà. Con la ripartenza delle procedure a gennaio, e senza forme di ‘paracadute’, si va incontro a uno scenario di profonde tensioni. (…)
Articolo tratto da Il Resto del Carlino