RASSEGNA STAMPA – Per i discografici la città ligure non è più adeguata alla manifestazione. Claudio Cecchetto: «Non credo che l’evento si trasferisca altrove ma se dovesse succedere Rimini e Riccione hanno tutte le carte in regola»
di Manuel Spadazzi – Il record di ascolti per la finale, con oltre il 70% di share. Le (solite) polemiche, prima, durante e dopo il festival. Perché Sanremo è Sanremo. Ma secondo i discografici e gli addetti ai lavori, la città di Sanremo non è più adeguata a ospitare il festival. Perché il teatro Ariston è troppo piccolo… Perché mancano gli hotel e i servizi. Perché Sanremo non è facile da raggiungere. «Se John Travolta e Russell Crowe (gli ospiti più attesi di questa ultima edizione) hanno dormito a Nizza pur di non stare a Sanremo, un motivo ci sarà», tuona – da Il Foglio – Enzo Mazza, il presidente di Fimi, la federazione delle più importanti etichette discografiche. E anche Mario Limongelli, che guida l’associazione delle case discografiche indipendenti, e Caterina Caselli, non fanno sconti ai problemi di Sanremo. Tanto che – non è la prima volta – c’è chi pensa che il festival della canzone italiana vada fatto altrove, in una città più accogliente, più facilmente raggiungibile e con più servizi rispetto a Sanremo. «Non succederà mai, ma se succede… noi siamo pronti a farci avanti e a candidarci, per portare il festival qui in Romagna, a Rimini o a Riccione», dice Claudio Cecchetto. Uno che se ne intende. Di Sanremo ha presentato tre edizioni, dal 1980 al 1982, «in cui, modestamente, ho portato tante novità – rivendica Cecchetto – sia nella scelta degli artisti, vedi Vasco Rossi, sia dal punto di vista dello spettacolo e delle scenografie». Ma Cecchetto ha condotto e diretto anche Un disco per l’estate e presentato il Festivalbar, senza contare i tanti concerti fatti in Riviera dagli artisti da lui lanciati. Ma la Riviera può veramente sognare di strappare Sanremo… a Sanremo? «Secondo me è durissima (…)
Articolo tratto da Resto del Carlino