Rimini. Sequestrata una studentessa cinese perché si intascava soldi anziché spenderli in beni di lusso

Rimini. Sequestrata una studentessa cinese perché si intascava soldi anziché spenderli in beni di lusso

Non compra ma intasca i soldi, sequestrata studentessa cinese. La 20enne rapita a Rimini dove studia liberata dalla Polizia a Marghera. Tre connazionali finiscono in carcere

ENRICO CHIAVEGATTI – Avrebbero rapito una loro connazionale per coprire con il riscatto il danno arrecato dalla ragazza accusata di essersi intascata i soldi ricevuti per acquistare beni di lusso Made in Italy (capi di abbigliamento e borse) da inviare in Cina. Sarebbe questo il motivo alla base del sequestro di persona a cui lo scorso 27 febbraio aveva messo fine con un blitz in un appartamento di Marghera intestato a una sequestratrice il personale della Squadra mobile di Venezia. Era stata la stessa vittima, una studentessa 20enne che studia a Rimini dove era stata rapita dal terzetto a chiedere aiuto dopo essere riuscita a mettere temporaneamente le mani sul proprio cellulare. Nei giorni precedenti, hanno ricostruito le indagini coordinate dalla Dda di Bologna competente per questo tipo di reato, alla famiglia della rapita era stata avanzata una richiesta di riscatto di 20mila euro. Richiesta che sarebbe stata accompagnata anche da una serie di pesanti minacce. Colte in piena flagranza di reato, la mancanza di precedenti nonostante la gravità del fatto, aveva spinto il Gip del Tribunale di Bologna (la particolarità di questo rapimento ha fatto entrare in scena la Direzione distrettuale antimafia del capoluogo felsineo) ne aveva disposto gli arresti domiciliari per il rapimento. (…)

Articolo tratto da Corriere Romagna

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