San Marino. Antonio Fabbri: Denari di cosa nostra sul Titano, processo al via

San Marino. Antonio Fabbri: Denari di cosa nostra sul Titano, processo al via

L’informazione di San Marino

Sul Titano movimentazioni per circa 200mila euro tra mandati e intestazioni fiduciarie

Denari di cosa nostra sul Titano, processo al via

Antonio Fabbri 

 

SAN MARINO. Prima udienza oggi, davanti al giudice Roberto Battaglino, per il caso che vede imputato Giovanni Costa, 63enne originario di Villabate in provincia di Palermo, ma residente a Bologna. Giovanni Costa, secondo le accuse che gli sono costate una condanna a 12 anni oltre confine, ha passato la vita a ripulire il denaro di Cosa Nostra.

Montagne di denaro che, secondo i calcoli della magistratura italiana basati anche sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ammontano a circa 900miliardi di vecchie lire di provenienza mafiosa. Sul Titano Costa deve rispondere di riciclaggio, continuato e in concorso, con Angelino Coiro, pure lui 63enne di Bologna. Della mole di denaro riciclato da Costa, a San Marino – secondo l’accusa alla base del rinvio a giudizio firmato dai Commissari della Legge Alberto Buriani e Simon Luca Morsiani a inizio maggio 2016 – si parla di movimentazioni, riferite al 2011, per circa 200mila euro, effettuate attraverso mandati e intestazioni fiduciarie. Dunque sul Titano si può dire che ci fossero finiti gli spiccioli di quei 900 miliardi di lire. D’altra parte Giovanni Costa, quei 900miliardi di lire di provenienza mafiosa, li aveva polverizzati – secondo l’autorità giudiziaria che in Italia – in decine di società, investiti in oltre 370mila titoli azionari, depositati in Italia e all’estero in banche. In queste banche il “tycoon di borgata”, il picciotto di Villabate, l’uomo d’affari – in tutti questi modi è stato etichettato dalla stampa italiana – già arrestato due volte per bancarotta, operava prelievi miliardari a ritmo mensile. Anche a San Marino era dunque finita una parte di quel denaro sporco. Movimentazione che ha fatto scattare prima la segnalazione da parte dell’Agenzia di informazione
finanziaria, quindi l’indagine e, a inizio maggio, il rinvio a giudizio.

Oggi è fissata dunque la prima udienza di un processo che fa capire come anche i denari di Cosa Nostra trovassero approdo in conti a San Marino. Prima udienza davanti al giudice Battaglino nella quale, dunque, probabilmente non si entrerà nel merito dovendo valutare prima regolarità delle notifiche ed eccezioni preliminari.

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