San Marino. Approvata in Commissione consiliare la Riforma del sistema previdenziale

San Marino. Approvata in Commissione consiliare la Riforma del sistema previdenziale

Dopo 4 giorni di lavori, si concludono i lavori della Commissione consiliare IV^ con l’approvazione della “Riforma del sistema previdenziale”.

Ne dà notizia San Marino News Agency, precisando che la riforma è passata con 11 i voti a favore, 5 contrari e 1 astenuto. Vengono indicati come relatore di minoranza il commissario Vladimiro Selva, Libera, e per la maggioranza Aida Maria Adele Selva del Pdcs.

In mattinata l’esame dell’articolato riprende dall’Emendamento del Governo “Articolo 31 Bis” che istituisce il “Tavolo di monitoraggio della riforma pensionistica”.  L’organismo risulta composto “da un rappresentante di ogni forza politica presente in Consiglio Grande e Generale, da un rappresentante di ogni categoria economica e di ogni organizzazione sindacale riconosciuti, dal Segretario di Stato per la Sanità e dal Segretario di Stato per le Finanze”. Suo compito è  quello di “verificare gli impatti della riforma previdenziale e l’equilibrio dei conti previdenziali” e “può indicare  all’esecutivo eventuali correttivi tecnici tendenti al miglioramento dell’equilibrio del fondo”. Da parte dell’opposizione non c’è contrarietà all’istituzione di un tavolo di monitoraggio, anche se Andrea Zafferani, Rf, osserva che “sarebbe stato utile attivare questo tavolo prima della riforma, per avere una consapevolezza maggiore dei problemi da parte di tutti i gruppi presenti in Aula”. Il commissario di Rf critica inoltre la facoltà del tavolo, limitata a dare suggerimenti alle Segreterie di Stato, infine chiede di inserire la specifica che sia presente una “componente tecnica”.  Guerrino Zanotti di Libera assicura che il suo gruppo sosterrà l’emendamento, ritenuto condivisibile. Ma fa notare che “non si va al di là del monitoraggio e della verifica dei risultati nell’applicazione della riforma”. Infine suggerisce di coinvolgere al tavolo “anche qualcuno che rappresenti le nuove generazioni”. Riprende il concetto Matteo Ciacci, Libera: “Perché non prevedere anche l’introduzione di un membro della Commissione delle politiche giovanili?”, chiede. “Penso possa essere una buona proposta- osserva- e un messaggio importante”. Infine, Vladimiro Selva, sempre per Libera, ritiene che il tavolo possa migliorare sul lato dell’efficacia: “Si può dare a quel tavolo la possibilità di fare proposte per mantenere in equilibrio il sistema- chiarisce- se nasce una proposta in quella sede la si può portare in Consiglio che poi è chiamato ad approvarla o meno”. Dalla maggioranza, Emanuele Santi, Rete, rimarca come il ruolo del tavolo di monitoraggio sia piuttosto di assoluto rilievo. “Al di là delle indicazioni che potrà dare all’esecutivo- spiega- può indicare eventuali correttivi tecnici e se vengono fuori migliorie e correttive, sarà doveroso darne seguito”. Infine Santi ‘boccia’ la proposta di coinvolgere la commissione delle politiche giovanili: “Ritengo più che sufficiente la ‘formula a 5’”. Quindi Alessandro Mancini, Npr: “Dal punto di visto politico quella del tavolo di monitoraggio è una proposta molto qualificante, va a dare concretezza a una preoccupazione legittima avuta da maggioranza e governo nel costruire questa riforma, ovvero che i dispositivi introdotti siano efficaci e che si tengano sotto controllo di qui ai prossimi anni le coordinate della riforma”. Miriam Farinelli, Rf, ribadisce l’importanza di persone presenti al tavolo con comprovata competenza ed esperienza. Infine, prende la parola, Grazia Zafferani, per il Gruppo misto, che condivide l’importanza dell’emendamento. Ma apre anche alle proposte dell’opposizione, come la presenza della Commissione giovanile e la necessità di portare componenti tecnici.  Nella replica, il Segretario di Stato per la Sanità Roberto Ciavatta spiega le funzioni del tavolo: “Non può essere estensore di leggi,  ma all’interno vi sono due Segretario di Stato”, chiarisce. Inoltre “è un gruppo che monitora e verifica nel fondo lo scostamento tra eventuali previsioni e la realtà- prosegue- Senza ritardi di numerosi anni, è nelle condizioni di indicare se e dove intervenire per migliorare l’andamento del fondo, con la presenza di due membri di governo e nella consapevolezza di tutti i gruppi”. Sulla presenta di persone competenti o di giovani chiarisce che “nulla osta che chi è dentro il tavolo nomini chi ritiene più qualificato, un tecnico o un rappresentante della commissione giovanile”. Di fatto, “un tavolo più è corposo e più è difficile giunga a una sintesi, inoltre aprire ad altre parti porterebbe a una situazione a cascata”.  Infine, l’emendamento del governo  31 bis è approvato all’unanimità.

Prima della conclusione dell’esame dell’articolato seguono alcuni emendamenti di Repubblica futura. L’emendamento Articolo 31 Ter “Consiglio per la previdenza” che ha l’obiettivo di migliorare la gestione dei contributi previdenziali attraverso i rendimenti. In particolare, Rf chiede che nel Consiglio di previdenza categorie e organizzazioni sindacali nominino “persone con comprovata esperienza e competenza, almeno triennale, in materia di gestione di portafogli e patrimoni e di investimenti finanziari”. Inoltre, l’emendamento prevede si costituisca un ente terzo professionale composto da persone competenti per gestire i fondi e che i loro compensi siano legati al rendimento garantito.  Il Sds Ciavatta replica che è d’accordo sui principi dell’emendamento. “Siamo al lavoro con il Sds Gatti sulla modifica del modello gestorio di Fondiss che preveda una strutturazione tale che sia poi appetibile anche per i fondi del primo pilastro, obiettivo è spostare la gestione di entrambi i fondi in modo professionale”. Dunque ci si sta muovendo sulla stessa strada, assicura, ma non è possibile, chiarisce, introdurre queste scelte con un emendamento in riforma “senza un confronto con le parti economiche e sociali”. L’emendamento è respinto.  Stessa sorte per l’ultimo emendamento presentato, sempre da Rf, Articolo 31 quater “incentivi per i versamenti della previdenza complementare”. In sostanza, l’emendamento mira a favorire l’aumento dei versamenti dei lavoratori su Fondiss con incentivi ulteriori degli attuali, ovvero prevedendo una detraibilità fino a mille euro l’anno.  Per il Sds Ciavatta la proposta non è attinente alla riforma previdenziale, quanto piuttosto a una riforma fiscale.

Si procede dunque alle dichiarazioni di voto: Rf e Libera annunciano voto contrario alla riforma, malgrado- spiegano- l’atteggiamento responsabile tenuto nel corso dell’esame dell’articolato, che ha portato a votare all’unanimità quasi tutti gli articoli. Pollice verso in primis sul prelievo annuale sul fondo pensioni  che determina per larga parte la loro decisione.. Il gruppo misto annuncia l’astensione, mentre da Dml, Pdcs, Npr e Rete il voto sarà a favore per “un provvedimento necessario”.  Con il voto, che porta all’approvazione a maggioranza della riforma, si concludono i lavori della Commissione.

 

Di seguito un estratto delle Dichiarazioni di voto sulla Riforma del sistema previdenziale

Gaetano Troina, Dml
E’ una delle riforme di cui il nostro Paese ha bisogno, va fatta perché, come è emerso, il sistema in vigore non è più sostenibile. Non condivido- e anche Dml- alcuni articoli approvati, ma indubbiamente il senso di responsabilità impone di procedere, nella speranza che almeno alcune delle distorsioni che abbiamo segnalato possano venire corrette in seconda lettura.
Anche alcune categorie hanno espresso perplessità sul testo, mi riferisco anche all’Ordine degli avvocati, speriamo che nell’ambito della seconda lettura si possano apportare dei correttivi. In diversi anche in questi giorni hanno detto che l’unica speranza per il Paese è lo sviluppo economico, per avere nuove entrate. Crediamoci però a questo sviluppo economico, non limitiamoci ad enunciarlo a parole. Le proposte sul tavolo sono tante e chiediamo si proceda, sfruttando le peculiarità del nostro sistema. Mancando iniziative sullo sviluppo, inevitabilmente andiamo avanti con ulteriori imposizioni e siamo destinati a impoverire la cittadinanza. Occorre incentivare i consumi e l’economia circolare, solo reperendo nuove risorse possiamo evitare che provvedimenti come questi portino alla recessione del Paese.
Alessandro Mancini, Npr
Da tempo si era aperta la stagione delle riforme, con le tre riforme- pensioni, lavoro e Igr- che devono andare di pari passo, perché sono estremamente legate, nella certezza che i risultati poi arriveranno solo se si concluderà l’iter di tutti e tre i provvedimenti. Come non essere d’accordo con il collega Troina, che la parola sviluppo sia fondamentale. Senza l’aumento della base imponibile e dei posti di lavoro qualsiasi riforma sarà inutile.
La riforma cerca di mettere in sicurezza il percorso dei prossimi anni, è stato un dibattito costruttivo e ho approvato l’atteggiamento dell’opposizione, responsabile, da parte di tutte le forze, nonostante ci siano state mancanze da parte della maggioranza. Come non mettere in evidenza che alcuni argomenti sono arrivati al fotofinish? Su certe questioni si poteva fare di più in fase preliminare. Come credo che il grosso lavoro fatto dalla Segreteria con le categorie e i sindacati abbia dato i suoi frutti. E’ una riforma che non accontenta nessuno, è chiaro che non ci si può accontentare. Ma mi sarei preoccupato di più se avesse accontentato solo qualcuno. L’auspicio è che in questi giorni ci siano spazi di confronti e approfondimento per ulteriormente migliorare  e integrare quanto emerso da questi lavori.
Francesco Biordi, Pdcs
Mi associo e mi accodo agli interventi che mi hanno preceduto. Riconosco alla Segreteria di Stato e ai consulenti caparbietà e capacità di giungere all’obiettivo, uno dei quali per cui nasce questa legislatura, quello di portare a compimento riforme strutturali del Paese, tra cui quella previdenziale, dopo 4 giorni di dibattito, in una maratona cui ha contribuito in modo costruttivo l’opposizione nella definizione di questo testo. Alcune proposte fatte, come quella di questa mattina, della nomina do persone competenti, le condivido anche io. Come gruppo condividiamo questa riforma, tratteremo poi quella del lavoro e, a completamento quella dell’Igr, altra riforma necessaria per mantenere il quadro complessivo e finanziario del sistema. Questa in particolare tiene in equilibrio il mantenimento del fondo previdenziale. Il lavoro fatto da tutte le parti è stato fondamentale. Arriveremo in seconda lettura e mi auguro l’approccio sia il medesimo per il bene comune del paese.
Guerrino Zanotti, Libera
Un plauso, comunque la si pensi rispetto al Pdl, va a chi ha svolto il lavoro di elaborazione dei dati di preparazione del testo. Avere avuto un Segretario di Stato all’altezza del ruolo poi è un riconoscimento che va dato. Ma prescinde dalla portata del lavoro fatto. La riforma pensioni nasce dall’esigenza di chi amministra lo Stato di intervenire su un riequilibrio dei conti pubblici di fronte a una stagione in cui l’economia ancora è trainante. C’è un’occupazione importante, ma nonostante questo, i conti dello Stato sono in disordine. Il bilancio dello Stato ha un deficit di decine di milioni e come soluzione sia avevano le riforme. Ma se ce le giochiamo così le riforme, purtroppo ci siamo giocati la possibilità di dare un futuro a questo paese. Come ha richiamato il collega Troina, questo governo e maggioranza non hanno ancora deciso se il Paese ha un piano di sviluppo, non hanno idea di prospettiva per come rilanciare le riforme. E ci stiamo indebitando senza i soldi per pagare gli interessi. E le riforme non scalfiscono questa situazione. La riforma è entrata nel merito dei pilastri: aumento della contribuzione e differimento dell’età , non ci sono sorprese. Poi però si introduce il prelievo del fondo pensioni. Come opposizioni abbiamo avuto un atteggiamento che non ha visto alzare muri, anzi si sono fatte proposte e si sono condivisi passaggi, ma non possiamo non esprimere tutta la nostra contrarietà su quello è il cuore della riforma, il prelievo degli attivi dei fondi pensioni, unici soldi “veri” di questa Repubblica.  E purtroppo ora non lo saranno più. Con questa riforma andiamo a dimezzare un ancora di salvataggio per le nuove generazioni, noi gliela andiamo a sottrarre. E’ una riforma che serve ‘a far passare la nottata’, ma per farlo andiamo a dimezzare le speranze di chi arriva dopo di noi. E non è per niente lungimirante, per questo siamo contrari alla riforma e voteremo contro. Poi il blocco delle rivalutazioni al 2%: si doveva arrivare ora con un emendamento? Non lo si sapeva prima che l’inflazione galoppava? Critichiamo il metodo, l’essere arrivati all’ultimo momento con emendamenti forti non concordati al tavolo di confronto. E a differenza dei passaggi tenuti finora sulla legge, voteremo contro.
Andrea Zafferani, Rf
Non abbiamo fatto le barricate, abbiamo cercato di aiutare quanto possibile a migliorare la norma. Chiaro che, visto lo scarso coinvolgimento avuto precedentemente la prima lettura-  un solo incontro- e dopo prima lettura- niente- potevamo avere anche un atteggiamento diverso. Chiaramente la legge che scaturisce da questa commissione non ci soddisfa. L’ho definita ‘un bicchierino d’acqua a un assetato grave’: l’eredità politica che avremo dopo questo intervento sarà che tra 8-10 anni avremo un fondo pensioni dimezzato e un deficit previdenziale che esploderà nuovamente. Mi sembra un’eredità politica di cui non rallegrarci.
Il prossimo governo dovrà fare una nuova riforma incisiva colpendo ancora le generazioni che lavorano. Non so cosa ci sia da gioire, non è solo colpa di questo governo, ma del fatto che non riusciamo a fare le riforme come dovremmo farle, vuoi per ragioni politiche, di consenso, perché non abbiamo un assetto politico sociale tale da garantire riforme logiche e sostenibili. A questo governo do la responsabilità grossa perché avrebbe in teoria numeri tali per riuscire a fare cose precluse ad altri precedenti governi. Aspettiamo qualche altro anno e il problema torna con qualche grado di libertà di manovra in meno.
Emanuele Santi, Rf
Mi unisco al plauso fatto da Zanotti e ai ringraziamenti alla Segreteria di Stato e all’equipe che hanno lavorato a questa riforma. Una riforma che non arriva per caso ma oltre un anno di confronti serrati, si sono trovati i modi e i mezzi per limare differenza che inizialmente c’erano con le parti sociali e oggi portano un testo ‘abbastanza’ condivido. Chiaro che l’opposizione e il sindacato fanno il loro ruolo. Però il fatto stesso che scontenti un po’ tutti, significa che probabilmente abbiamo fatto una riforma equa. Su molti argomenti comunque e si è trovata una quadra e si sono votati e firmati articoli non da poco all’unanimità. Chiaro che siamo arrivati tardissimo. E oggi ci troviamo a mettere una pezza a una situazione già molto compromessa. Sul gap di 75 mln di differenza, tra entrate e uscite, abbiamo dovuto fare dei ragionamenti. A regime questa  riforma fa risparmiare oltre 50 mln di euro, tra maggiori entrate e uscite. E’ una riforma vera. Obiettivo in questi anni è di mantenere questo disavanzo stabile e intervenire poi tra 4-5 anni vedendo attraverso il tavolo di monitoraggio gli impatti della riforma. Al di là dei vari punti, questa è una buona riforma, si è sciolto il nodo sulla rivalutazione delle pensioni, anche questo all’unanimità, anche l’opposizione ha colto la bontà dell’intervento di rivalutazione al 2,2%.  Poi il nodo dei nodi, il contributo fisso, in un primo tempo proposto alla categorie, poi il governo lo aveva ritirato per delle valutazioni e oggi si è deciso con buon senso di portare un contributo fisso per due anni di 17,5 mln e per i restanti otto di 20 mln di euro. E’ un intervento che il sindacato stesso ci ha chiesto di inserire perché ha capito la sua portata, perché mette in sicurezza il fondo. La grande sfida è quella di metterlo a frutto con interessi che coprano parte di questa uscita. Se le proiezioni sono giuste, il fondo di riserva può mantenere un equilibrio e dopo 10 anni ancora ci sarà buona parte del tesoretto. Il contributo dello Stato rimane, oggi si aggira sui 57 mln di euro. E se ci sarà un ammanco superiore ai 20 mln di prelievo, interverrà lo Stato ulteriormente. Pieno sostegno dunque alla riforma,  chiaro che questa riforma da sola non basta, dovremo intervenire prima possibile su Igr e sviluppo.
Grazia Zafferani, Gruppo Misto
Faccio una dichiarazione di voto, pur sapendo di far parte di un gruppo misto, con posizioni molto diverse. E’ una riforma che, se non accompagnata da sviluppo e altre riforme, difficilmente potrà dare degli sviluppi . Abbiamo una situazione drammatica e il paese non ha ancora la consapevolezza in cui versa, è indubbiamente necessaria una presa di consapevolezza dei sammarinesi della situazione in cui versa il nostro Stato a livello economico, istituzionale e sociale ma anche per quello che accade attorno a noi. Saremmo ipocriti a dire che non sta succedendo niente. Ci mettiamo la pezza all’emorragia degli ultimi decenni. Vorrei che da domani ci si interrogasse su come i nostri cittadini e imprenditori riescano a pagare le bollette. C’è lo scollamento dalla realtà sammarinese. Posizione del gruppo misto è di astensione, perché seppure c’è un atto di responsabilità e di condivide l’impegno che per forza questa maggiorana ha dovuto affrontare per risolvere l’emergenza istantanea, però io non posso sposare questa riforma. Sarei ipocrita nel dire che andrà a risolvere i problemi economici in cui versa San Marino. Anzi forse li andrà a peggiorare.

 

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