San Marino. Assolta Delia Duran dall’accusa di riciclaggio

San Marino. Assolta Delia Duran dall’accusa di riciclaggio

Riciclaggio, assolta Delia Duran. Condannato l’ex marito Nerozzi

ANTONIO FABBRI – I fan del Grande Fratello Vip potranno tirare un sospiro di sollievo, dato che una delle protagoniste del programma e del gossip che attorno ad esso si sviluppa, Delia Duran, è stata assolta ieri dall’accusa di riciclaggio che pendeva a San Marino nei suoi confronti e nei confronti dell’ex marito, Marco Nerozzi – già protagonista di alcune ospitate da Barbara D’Urso sempre per vicende “gossippare” – che invece è stato condannato a 4 anni e 2 mesi di prigionia, 4000 euro di multa, 2 anni di interdizione dai pubblici uffici e diritti politici, oltre alla confisca del denaro posto sotto sequestro.

Leggi la precisazione degli avvocati difensori di Marco Nerozzi.

I fatti contestati L’accusa era di riciclaggio nei confronti degli ex coniugi Marco Nerozzi, 60 anni bolognese ma residente a Dubai negli Emirati Arabi, e Nusat Del Valle Perez Duran, meglio nota appunto come Delia Duran, modella e attrice venezuelana di 33 anni, protagonista anche di reality show come Temptation Island Vip e Grande Fratello.

L’accusa era di avere occultato, trasferito e sostituito circa 2 milioni di euro, ritenuti provento del reato di sfruttamento della prostituzione, attraverso bonifici, giroconti, contanti e assegni bancari. Denaro poi nuovamente trasferito a favore di quattro società ma anche di altre persone fisiche, su rapporti esteri degli stessi imputati e occultato fino all’aprile del 2017, data in cui sono stati posti sotto sequestro per il procedimento aperto in seguito alla segnalazione dell’Aif.

Le conclusioni del Pf Ieri, dopo il deposito di documentazione da parte della difesa e la rinuncia delle parti ai testimoni che erano stati richiesti, si è passati alle conclusioni. Ha iniziato la Procura fiscale con la sua requisitoria.

“La signora Duran Perez e Nerozzi sono imputati per riciclaggio per avere trasferito ed occultato su rapporti personali presso Ecb 1.487.000 euro e 538mila dollari, provento di sfruttamento della prostituzione”, ha ricostruito la Pf Giorgia Ugolini.

“Le condotte descritte nel rinvio a giudizio si ritengono provate, dal punto di vista oggettivo. Dal punto di vista soggettivo mi sono interrogata circa la sussistenza del requisito nei confronti della signora Duran Perez, riscontrando tuttavia che l’attività di quest’ultima, anche attraverso società e conti ad essa intestati, sia sufficientemente provata”.

Ricostruito dal Pf lo schema operativo delle movimentazioni e il reato presupposto, sfruttamento della prostituzione, appunto, che avveniva secondo le prospettazioni dell’accusa ingaggiando ragazze e modelle per facoltosi uomini d’affari arabi e non. Attività per la quale Nerozzi otteneva delle percentuali cospicue, secondo la Procura fiscale. Elementi che l’accusa ritiene provati. Quindi la Pf Giorgia Ugolini ha chiesto per Duran Perez una condanna a 4 anni e 6 mesi e per Nerozzi una condanna a 4 anni e 8 mesi. oltre alle pene accessorie e alla confisca del denaro sotto sequestro e ai frutti maturati.

La difesa Nerozzi Rigettate dall’avvocato Marco Franco, della difesa Nerozzi, le ricostruzioni della Procura fiscale. “Sono state citate circostanze che non hanno nulla a che fare con questo processo. Nerozzi era conosciuto negli Emirati, e semplicemente si era adoperato per il reclutamento di modelle per delle campagne di promozione in quel paese”, ha detto il legale. “Non c’è alcuna attività di intermediazione tra modelle e soggetti facoltosi”, ha detto l’avvocato, descrivendo Nerozzi come un tipo estroso e creativo “è stato quello che ha portato in Italia il gatorade”. Quindi ha aggiunto, dopo avere ricostruito le varie movimentazioni e sostenendo la liceità della provenienza del denaro: “Credo non vi sia nulla per giustificare una condanna draconiana come quella richiesta” ha detto l’avvocato Franco, chiedendo l’sssoluzione.

La stessa richiesta è stata fatta dal collega Rossano Fabbri che ha sottolineato in premessa: “Non è il primo procedimento in cui le banche si ricordano di fare delle segnalazioni quando il correntista chiede di prelevare le somme”. Ha quindi sottolineato che “recente giurisprudenza ha attestato come l’identificazione del reato presupposto sia necessaria. E qui manca. Non è provata la provenienza illecita. Anzi, anche nel processo ci si è fermati ma credo che se si fosse proseguito si sarebbero trovate semmai le prove del contrario. L’ipotesi di riciclaggio deve pertanto considerarsi decaduta. Chiedo l’assoluzione perché fatto non sussiste”.

La difesa di Delia Duran L’avvocato Massimiliano Orrù ha evidenziato che, se in una prima fase delle indagini vi sarebbero potuti essere elementi per uno spunto investigativo, quelle ricostruzioni, alla luce del processo, “ritengo non possano essere confermate” ha detto il legale. “Duran Perz fa la modella e l’attrice, non ha alcuna pendenza, è incensurata, lo è sempre stata. Le sue entrate sono lecite fino a prova contraria, che non c’è. L’unico dato obiettivo che rimane che c’è di una persona che ha aperto un conto corrente, ma questo non è un illecito. Per questo chiedo una sentenza assolutoria, perché il fatto non sussiste”. Si è associato al collega l’avvocato Nicola Maria Tonelli.

Il Commissario della legge Simon Luca Morsiani ha quindi deciso, assolvendo Delia Duran e condannando Marco Nerozzi.

La difesa ricorrerà in appello.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino, pubblicato integralmente dopo le 23

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