San Marino, banche. Chi sbaglia paga. Basta immunità.
Anche a San Marino per i ‘tangentisti e pirati della finanza’ la pacchia è finita?
Di certo, di qui in avanti quando una banca va in default il sistema, aiutato dallo Stato, accorre a salvare i depositi dei clienti, ma i responsabili del crac sono portati in tribunale a rispondere del loro operato civilmente e penalmente.
Questa la grande differenza fra il modo di procedere del governo attuale verso Credito Sammarinese rispetto a quello del primo governo post giugno 2006 verso Banca del Titano.
Infatti il decreto varato in occasione della vicenda Credito Sammarinese – ma con validità per qualunque altro caso – al momento della ratifica è stato opportunamente modificato all’articolo 1, prevedendo esplicitamente l’azione di responsabilità verso gli organi sociali della banca che hanno portato al dissesto.
Nel caso di Banca del Titano invece, siccome il decreto non prevedeva esplicitamente tale possibilità per lo Stato, un improvvido atto avallato da Banca Centrale ha di fatto creato una immunità per gli organi sociali, tanto che a tutt’oggi questi non sono ancora stati chiamati a rispondere del loro operato in Tribunale e a rifondere i danni arrecati all’erario pubblico.
Ecco l’aggiunta apportata in Consiglio all’articolo 1 del decreto ‘salva clienti’ (“Misure urgenti a sostegno di operazione a tutela del risparmio”): Lo Stato, per il tramite dell’Eccellentissima Camera della Repubblica di San Marino, e/o le banche cessionarie, anche disgiuntamente tra loro, ai fini del presente decreto- legge, sono ad ogni effetto equiparate ai creditori sociali ed hanno pertanto facoltà di esercitare l’azione di responsabilità di cui all’articolo 56, comma 4, della Legge 23 febbraio 2006 n.47 e successive modifiche ed integrazioni, ferma restando l’ulteriore esperibilità delle azioni, anche di responsabilità di cui alla Legge n.165/2005.