San Marino. Colpito col manico delle forbici, condannata una donna per lesioni

San Marino. Colpito col manico delle forbici, condannata una donna per lesioni

Colpito col manico delle forbici, donna condannata per lesioni

ANTONIO FABBRI – La vicenda si è verificata esattamente 4 anni, fa il 18 gennaio 2019, in un locale ad uso commerciale in Via del Serrone. Per il mancato pagamento dell’affitto il proprietario del negozio si era recato sul posto con l’intento di cambiare la serratura. In quel frangente era arrivata la titolare dell’attività assieme, che aveva tentato di allontanare l’uomo dalla porta. Un parapiglia nel quale l’uomo, ha dichiarato la donna ieri testimone in aula, le aveva messo una mano sul collo.

Vedendo questo la compagna della titolare dell’attività, che l’aveva accompagnata al negozio, era intervenuta colpendo con un pugno l’uomo alla tempia sinistra. Un pugno che ha causato una lesione importante all’uomo, considerato che la donna che lo ha sferrato aveva indossato a mo’ di tirapugni un paio di forbici, colpendo così l’uomo con la parte del manico e causando una lacerazione importante e la copiosa fuoriuscita di sangue, con una conseguente prognosi di 25 giorni.

Ieri il processo per questi fatti davanti al Commissario della Legge Adriano Saldarelli. Ascoltati i testimoni si è passati alle conclusioni. L’avvocato Luca Bigioli, per la parte civile, ha evidenziato come accertata la penale responsabilità dell’imputata ed ha chiesto la condanna al pagamento delle spese e onorari di parte civile e al risarcimento del danno da liquidare in sede civile salvo una provvisionale di almeno mille euro.

Il Procuratore del Fisco, Roberto Cesarini, ha a sua volta evidenziato come sia stato provato il fatto contestato rilevando anche la pericolosità della condotta dato che il colpo è stato sferrato brandendo le forici. “Se fossero state usate dalla parte della punta avremmo avuto ben altre conseguenze”.

Rilevata dal Pf anche la condizione dell’imputata che vive a Milano e che, secondo quanto emerso dalle testimonianze, sarebbe senza fissa dimora e presenta un certificato penale con diversi precedenti. Il Pf ha quindi chiesto la condanna a un anno di prigionia e al pagamento delle spese di giustizia.

L’avvocato difensore d’Ufficio, Antonio Masiello, ha riconosciuto come corretta la ricostruzione dell’accaduto e ammesso che quello dell’imputata, contumace al processo, è stato un gesto inconsulto. Il difensore ha tuttavia un minimo “concorso della parte offesa, che ha posto in essere comportamenti non urbani o civili, andando di fatto a provocare e tentando di montare o smontare la serratura, con un contratto di affitto ancora in corso, e non è lecito andare a compiere una azione di questo tipo, una sorta di ragion fattasi da parte lesa. Ritengo di chiedere la pena del minimo, comunque non oltre le richieste

Il giudice Saldarelli, accogliendo la richiesta del pf, ha condannato la donna in contumacia a un anno di prigionia, al pagamento delle spese processuale, degli onorari di parte civile e al risarcimento del danno da liquidare in separata sede fissando una provvisionale di 1.000 euro.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 19

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