San Marino. Commissione Consigliare Sanità – 25 luglio mattina

San Marino. Commissione Consigliare Sanità – 25 luglio mattina

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE IGIENE E SANITÀ,

PREVIDENZA E SICUREZZA SOCIALE, POLITICHE SOCIALI, SPORT;

TERRITORIO, AMBIENTE E AGRICOLTURA

-LUNEDI’ 25 LUGLIO- Seduta della mattina

L’istituzione e la funzione dei Consultori nella Repubblica di San Marino al centro dei lavori di questa mattina in Commissione consiliare che riparte, dopo la pausa del fine settimana, con l’esame dell’ articolato del progetto di legge “Regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza”.

Si riprende il dibattito dagli emendamenti del Pdcs l’articolo 1 bis “Compiti del consultorio rispetto all’Ivg” e, in subordine, l’articolo 1 bis “Istituzione e funzioni del consultorio”, di Rete art. 2 bis “Istituzioni e funzioni del consultorio”, di Rf articolo 1 quater “Istituzione del consultorio”, di Libera l’emendamento articolo 5 ter “Funzioni integrate Uos Centro salute donna”. Infine, Rete, Libera, Rf, Npr e il consigliere del gruppo misto Sandra Giardi condividono un emendamento concordato ( Libera, Rf e Rete ritirano quindi i propri): ed è questo l’emendamento infine approvato dalla Commissione per l’istituzione dei consultori. Vengono ritirati quelli presentati singolarmente da Rete, Libera e Rf, respinti i due emendamenti del Pdcs.

Nel corso del dibattito, Adele Tonnini, di Rete, spiega che nell’emendamento condiviso si definisce l’attività del consultorio “a tutto tondo, non solo per l’aspetto delle informazioni ma anche per il servizio di assistenza psicologica, e per chi affronta l’Ivg, ma anche per chi affronta la gravidanza e il post partum e relativamente alla formazione di una sessualità sicura e alla prevenzione di gravidanze indesiderate”. Il confronto che la presentazione degli emendamenti, pone al centro la la questione dell’obbligatorietà o dell’accesso facoltativo al Consultorio nel processo di Interruzione volontaria di gravidanza: previsto come obbligatorio dalla proposta del Pdcs e come facoltativo dall’emendamento condiviso dai diversi gruppi. Il punto viene sollevato da Manuel Ciavatta, Pdcs, in riferimento all’emendamento condiviso. “Vorremo capire poi rispetto cosa l’accesso al consultorio viene definito ‘libero e facoltativo’- domanda- non si parla della prassi dell’Igv, è facoltativo anche rispetto questo oppure no?”. Per Gaetano Troina, Dml, è “contradditorio prevedere che l’accesso al consultorio sia facoltativo e poi, come specificato alla lettera d), consentire l’accesso per la contraccezione di emergenza a minorenni di qualunque età, senza autorizzazione di genitori e ricetta medica”. Replica Gloria Arcangeloni di Rete, sottolineando la diversità di visione del ruolo del consultorio con il Pdcs: “Ci sono casistiche, come donne in difficoltà economica o con problemi di salute, in cui non è necessario, in un momento così delicato, dover per forza sottostare a una procedura per l’Ivg, oltre alla richiesta del proprio ginecologo-chiarisce- l’accesso obbligatorio al consultorio non può essere accettato come proposto dal Pdcs”. Diversamente, Aida Maria Adele Selva, Pdcs, evidenzia il passaggio al consultorio come necessario “per rimuovere proprio tutti quegli ostacoli che ci possono essere nel portare a termine la gravidanza e per informare sulla possibilità che lo Stato offre in questo senso- spiega- in modo da sollevare la donna da un atto che resta comunque un trauma, inoltre è anche intervento farmacologico non privo di conseguenze di cui la donna deve essere informata a tutela della sua salute”. Al consigliere Pdcs non piace poi che nell’emendamento di Rete-Libera-Rf-Giardi non si citi l’accesso del marito- padre del bambino: “Si parla del compagno, ma non del marito”, puntualizza.

Per Guerrino Zanotti, Libera,è invece importante che l’accesso al Consultorio, gestito dall’Iss, sia facoltativo perché diversamente si sminuirebbe la donna stessa che richiede l’Ivg. “La donna è un essere pensante- puntualizza- capace di prendere una decisione e, se arrivasse alla scelta dell’Ivg, lo farà in piena coscienza e sapendo le conseguenze”. Diversamente, “si pensa sempre che la donna che rimane incinta e decida di interrompere la gravidanza sia nel pieno delle sua facoltà- ribatte Francesca Civerchia, Pdcs- di solito è così, ma ci sono dei casi come quelli di donne violentate, o di ragazze fragili, con situazioni familiari conflittuali- in cui non è sempre lineare il contesto in cui si vive la gravidanza”. Quindi, “il passaggio interno al consultorio deve essere fatto per tutti- conclude- proprio perchè c’è una fascia di persone più fragili che forse rischierebbero di mettere in atto l’Ivg in stato di trauma o di debolezza psichica, per poi pentirsene dopo”. Miriam Farinelli, Rf, da parte sua, ritiene necessario il ricorso al consultorio, perchè“indipendentemente dai casi estremi di violenza, tutte le donne che decidono di interompere gravidanza ritengo siano in difficoltà- motiva- poi c’è il discorso sulla raccolta dati che è necessario e doveroso”. Quest’ultima non rappresenta una motivazione per Matteo Ciacci, Libera: “Riteniamo il consultorio non debba avere funzione di raccolta, i dati possono essere recuperati diversamente, dallo stesso ginecologo”. Invece: “La libera scelta della donna è elemento imprescindibile”, puntualizza.
Giancarlo Venturini, Pdcs, ribadisce che per una scelta consapevole il passaggio in consultorio è importante, di qui l’obbligatorietà. Non piace poi la formulazione a entrambi i generi al punto 3) dell’emendamento concordato quando si riferisce alla ‘partecipazione del compagno/a della donna e di una persona di fiducia’. “Sarebbe più corretto inserire la parola convivente o padre- puntualizza- poi ‘per compagna della donna’ non so a cosa ci si riferisca, se si riferisce ad un’amica, forse rientra nelle persona di fiducia, o forse alcune cose mi sfuggono”. Vladimiro Selva di Libera, ribadisce la contrarietà all’istituzione di un percorso obbligato per l’Ivg: “Non ci pare corretto definire per legge che una donna onn ha consapevolezza di quello che va a fare”. “Noi riproponiamo i contenuti della legge 194 italiana- replica Manuel Ciavatta- per aiutare la donna almeno ad avere informazioni utili per una scelta conspevole, come tutti qui sempre avete ribadito”. E “sulla questione dell’inserimento della parola padre- prosegue- se la donna lo consente, anche lui può avere uno spazio”. E sul termine scelto dagli altri gruppi, “abbiamo sollevato la questione compagno/compagna- chiarisce- perché dal punto di vista giuridico ‘compagno’ nella nostra legislazione non esiste”. “Non comprendo le remore di chi non ha firmato l’emendamento- sbotta infine Zanotti- qui si mette a disposizione dela donna e delle coppie e del compagno/comagna delle donne- che non per forza deve essere giuridicamente riconosciuto- una risorsa”. E ancora: “Siamo nel 2022 e si dice che si è presa la legge italiana ad esempio, ricordo che quella legge ha 44 anni- precisa- e nel frattempo d legge ne sono state fatte..guardiamo avanti”.

Alla fine, l’emendamento del Pdcs (e il suo in subordine) è respinto con 10 voti contrari e 7 favorevoli. Mentre l’emendamento sottoscritto da Rete, Libera, Npr e Giardi aggiuntivo 1 bis “Istituzione e funzione del consultorio”viene approvato con 10 voti a favore, 6 contrari e 1 astenuto. Rete, Rf e Libera ritirano i propri emendamenti.

Si passa quindi all’esame dell’emendamento del Pdcs “art. 1 bis, comma 4 bis in subordine”, per prevedere convenzioni Iss con associazioni di volontariato in grado di attivare “una collaborazione volontaria nell’aiuto per una maternità difficile dopo la nascita”. Interviene il Segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta per bocciare la proposta: Mi pare non opportuno prevedere associazioni- magari pro-vita- all’interno di una struttura pubblica Iss, quale il consultorio”. Per Ciavatta in definitiva, l’emendamento è “fuorviante e inopportuno nell’economia generale del provvedimento e contradditorio rispetto all’emendamento appena approvato”. Maria Luisa Berti, Npr, annuncia il voto a favore dell’emendamento del Pdcs: “Prevede solo la facoltà, non il dovere, di avvalersi di una collaborazione con associazioni di volontariato idonee, e non c’è nessuna specifica, sarà poi compito dell’Iss valutare e disciplinare”. Ricorda quindi l’aiuto all’Iss offerto da tempo dell’Associazione oncologica, Aida Maria Adele Selva: “Per fortuna che alcune associazioni ci sono già con l’Iss”. Poi “Molte donne rinunciano ai figli per problemi economici- aggiunge- far sapere loro che ci sono associazioni che possono aiutare, può contribuire a raggiungere l’obiettivo, rimarcato da tutti, di arrivare ad aborti zero”. Con l’emendamento non si vuole dire che le associazioni possono sostituirsi all’Iss, chiarisce il Sds con delega alle politiche per la Famiglia, Massimo Andrea Ugolini, che poi sottolinea come l’impegno richiesto sarebbe per aiutare dopo la nascita le ‘maternità difficili’. Non sono convinti i consiglieri di Libera, Zanotti, Ciacci, infine Vladimiro Selva che esprime “assoluta contrarietà” al fatto che associazioni possano frequentare stabilmente il consultorio “per il rischio di ingerenze e influenze”. Anche per Gloria Giardi, Gruppo misto, l’emendamento del Pdcs è da bocciare: “Non va inserito in questa legge che parla chiaro, mentre ci sono associazioni di un certo tipo che questa legge neanche la volevano- aggiunge- non significa che non siano riconosciute e non possano fare servizi e dare informazioni, ma non possono essere inserite in questa legge, parlando di convenzioni con l’Iss”. Contrari anche da Rf. Miriam Farinelli marca le differenze con quanto fa l’Associazione oncologica per l’Iss: “Entra a pieno titolo a fare assistenza fine vita e visite domiciliari perché va a coprire i buchi dell’Iss che non ha un hospice e una rete di assistenza fine vita”. Tira le fila della questione Emanuele Santi, di Rete, nel chiarire la contrarietà alla proposta del Pdcs: “Qui non si discute l’alto valore sociale delle associazioni di volontariato, ma parliamo di un consultorio che deve dare informazioni e, anche se ci sono associazioni- di qualsiasi tipo- per aiutare le donne, dentro il consultorio deve esserci personale Iss e non devono entrare le associazioni”.

L’emendamento Pdcs viene quindi respinto con 10 voti contrari e 7 favorevoli. Respinto anche l’emendamento di senso contrario, messo al voto in coda, di Libera-Giardi “articolo 5 sexies- Disposizioni per le associazioni” che prevedeva invece il divieto di accesso al consultorio di associazioni: 10 i voti contrari e 7 i sì.

Si passa all’esame di tre emendamenti sul tema della prevenzione di gravidanze indesiderate: l’articolo 1 bis di Rete, il 2 bis aggiuntivo di Rf e il 5 bis di Libera. Si interrompono i lavori per giungere poi a un emendamento condiviso dei tre testi presentati: l’articolo 1 bis “Educazione alla sessualità e alla prevenzione di gravidanze indesiderate” viene sottoscritto da tutti i gruppi consiliari e dal consigliere Giardi e quindi approvato all’unanimità con 16 voti a favore.

I lavori si interrompono per la pausa pranzo e l’esame degli emendamenti riprenderà nel primo pomeriggio.

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