San Marino. Con Vulcano 2 si amplia l’attivita’ crimonosa legata al Titano. L’Informazione di San Marino

San Marino. Con Vulcano 2 si amplia l’attivita’ crimonosa legata al Titano. L’Informazione di San Marino

Questa seconda tranche dell’operazione Vulcano si scosta dalla prima perché accresce il quadro delle numerose attività del sodalizio criminoso. Diversi i fatti, e le circostanze che attestano in maniera inequivocabile l’esistenza di una organizzazione che operava in Emilia Romagna e San Marino.

Antonio Fabbri – L’Informazione di San Marino: Vulcano 2, ben cento nomi
all’attenzione del Pm
/ Zavoli annuncia di essere pronto a costituirsi. Già lo aveva fatto in occasione dell’inchiesta “staffa”… ma poi era rimasto a San Marino

(…) Così mentre la prima operazione Vulcano è già entrata in tribunale davanti al Giudice per l’udienza preliminare che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio, gli investigatori e l’antimafia hanno proseguito con le indagini in un procedimento che vede all’attenzione del Pm Enrico Cieri ben 100 nomi. Se nella prima operazione Vulcano i fatti ruotavano prevalentemente attorno agli atti estorsivi ai danni di Michel Burgagni, che fra l’altro dovrà essere sentito nella prossima udienza già fissata dal Gup di Bologna per il 23 gennaio 2013 che vede già tra gli imputati Livio Bacciocchi, Roberto Zavoli e Vallefuoco, qui le indagini si ampliano di molto e chiariscono ancora di più come l’associazione malavitosa fosse ben radicata in zona. Una associazione “composta da oltre dieci personestrutturata gerarchicamente e con a capo VALLEFUOCO Francesco

– nella consumazione di estorsioni ai danni di numerosi imprenditori/commercianti, commesse a partire da marzo/ aprile 2008 avvalendosi della copertura offerta dalle agenzie di recupero crediti “I.S.E.S. s.r.l.” (intestata fittiziamente a ZAVOLI Roberto) e “I.S.E.S. ITALIA s.r.l.” (intestata fittiziamente a D’AMORE Gennaro e PANICO Giustina); – nella consumazione di reati di usura nei confronti di imprenditori in evidenti difficoltà economica i quali, non potendo più ricorrere a regolari linee di credito, si rivolgevano al sodalizio criminale indagato, che concedeva loro prestiti a tasso usurario (dietro il pagamento di interessi mensili pari al 20% ed oltre). Gli associati, peraltro, riuscivano a procurarsi i fondi da cui attingere il denaro da impiegare nell’attività usuraria mediante le linee di credito concesse dalla finanziaria sammarinese FINCAPITAL grazie all’intervento del notaio BACCIOCCHI Livio. In caso di inadempienza delle parti offese, si innescavano le pesanti intimidazioni del gruppo criminale di VALLEFUOCO per ottenere le dazioni di denaro; – nella consumazione di truffe ai danni di istituti di credito e di società finanziarie, nonché ai danni di imprenditori e commercianti, realizzate avvalendosi della copertura di attività, imprenditoriali e commerciali intestate a prestanome”. (…)

Emblematico, poi, il ruolo dei professionisti (commercialisti, notai, avvocati, broker finanziari) “che, oltre a fornire alla consorteria indagata importanti informazioni e consulenze sui vari circuiti di investimento, garantivano una copertura sicura per il perfezionamento di operazioni di riciclaggio e/o reimpiego dei proventi illeciti in attività commerciali, immobiliari e finanziarie intestate fittiziamente ai prestanome”. (…)

Oltre alla richiesta di arresto per “Vulcano 2”, sul capo di Zavoli penderebbe ancora la richiesta dei Pm napoletani per l’indagine “Staffa”.

 

 

 

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