San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta martedì 17 gennaio pomeriggio

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta martedì 17 gennaio pomeriggio

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 16-23 GENNAIO 2023

 

-MARTEDI’ 17 GENNAIO-   Seduta del pomeriggio

 

Nel pomeriggio prosegue e si conclude il dibattito consiliare sul progetto di legge in prima lettura, “Disciplina del Distretto Economico a fiscalità Speciale”, presentato dal Segretario di Stato per le Finanze e il Bilancio, Marco Gatti. 

Lo stesso Segretario, in replica al lungo dibattito, coglie con favore molti spunti e riflessioni avanzate in Aula, ritenendo che alcuni possono anche essere facilmente recepiti per migliorare il Pdl”.  Risponde dunque alle osservazioni avanzate. “La costruzione del nostro Des- spiega- punta a riqualificare il territorio e ad avere più posti letto e servizi che possano far sì che le persone stiano più tempo in nel nostro Paese e in modo che riversino qui ricchezza”. E ancora; “Non è la soluzione di tutti i problemi- riconosce- sicuramente può dare risposte a criticità che abbiamo, che sono quelle della riqualificazione territoriale e dei servizi che non si sono mai costruiti”. Ai dubbi esposti sula residenza fiscale non domiciliata risponde elencando i Paesi che l’hanno nel loro ordinamento: Cipro, Malta, Portogallo, Regno unito, Italia, Grecia e Spagna. Ciò significa che “se costruito in una determinata maniera- sottolinea- non crea problemi con l’Europa”. Il Sds Gatti conferma infine la disponibilità a lavorare attorno al testo con le forze politiche per migliorarlo.   

Concluso il dibattito sul progetto di legge sul Des, il Consiglio Grande e Generale affronta i punti successivi all’ordine del giorno che riguardano alcune nomine. In particolare, si sofferma al comma  n. 5 relativo a incarichi di Banca centrale e all’Odg presentato nella precedente sessione da Repubblica futura per avviare un confronto istituzionale sulle modifiche dello Statuto di Bcms. In particolare, il comma 5 prevede la sostituzione del dimissionario Giacomo Volpinari – indicato a suo tempo dal movimento Rete- dal Consiglio direttivo di Banca centrale e il gradimento del Direttore generale Andrea Vivoli. Emanuele Santi di Rete annuncia che viene indicato lo stesso Volpinari per un secondo mandato. Quindi il Segretario per le Finanze Gatti sottolinea come la scelta della nomina a Dg di Vivoli sia significativa  perché “è uno dei primi direttori generali, se non il primo, scelto all’interno di un percorso formativo e lavorativo svolto a San Marino all’interno di Banca centrale”.  E’ dunque “un primo segnale che non per forza dobbiamo dipendere dall’esterno- prosegue- ma possiamo costruire percorsi per formare persone che possano ricoprire ruoli importanti e delicati come questi, ma allo stesso tempo avere un riconoscimento internazionale”. L’Aula si esprime quindi a favore all’unanimità sia sul secondo mandato di Volpinari nel Consiglio direttivo, sia sul gradimento del Direttore Generale Vivoli. 
Sull’Odg presentato da parte Rf l’Aula giunge a una condivisione su un nuovo testo che coglie in sostanza l’invito fatto dal Segretario Gatti per considerare anche come la materia di una riorganizzazione di Banca centrale, e in particolare della vigilanza, sia oggetto del confronto in atto nell’ambito del percorso di associazione con l’Ue. Di qui la richiesta di più tempo per giungere, come richiesto, a riferire in Commissione sulle modifiche dello Statuto di Bcsm. Viene quindi ritirato l’Odg da parte di Rf e presentato un testo sottoscritto da tutte le forze politiche  che “impegna il governo, per tramite del Sds perle Finanze a presentare entro giugno prossimo alla Commissione consiliare Finanze il Pdl di modifica dello Statuto di Bcsm”. L’Odg definisce anche le tempistiche per procedere al confronto sul testo: entro marzo si prevede una prima discussione in commissione sulle linee guida generali della modifica dello Statuto proposte dal governo, mentre entro aprile è previsto un secondo momento di confronto, sempre in commissione. Infine l’Odg sottoscritto da tutte le forze politiche viene approvato all’unanimità (38 voti a favore su 38 presenti).  

La seduta del pomeriggio si conclude, i lavori consiliari riprenderanno domani alle 13.

 

Di seguito un estratto degli interventi del pomeriggio al comma n.2.

 

Comma n. 2. Progetto di legge “Disciplina del Distretto Economico a fiscalità Speciale” (presentato dalla Segreteria di Stato per le Finanze e il Bilancio) (I lettura)
Gian Matteo Zeppa, Rete
Ho sentito diverse persone avere certezze sulla bontà o meno del Pdl. Io non ho certezze su questo progetto di legge. Proprio rispetto al metodo, che dovrebbe essere condiviso, diciamo che la nascita di quello che è poi diventato un pdl non ha avuto buoni inizi. Nonostante debba ammettere che dalla prima stesura vista- che erano slide abbastanza illeggibili- a marzo dello scorso anno ad oggi, il testo, a seguito di modifiche, è molto più esaustivo. Non è completo, perché rimangono dei dubbi. Questo Pdl e la volontà di avere un Des nasce dalla volontà di farlo su misura di una persona, poco importa chi sia. E nasce appunto da un presupposto sbagliato, dal momento in cui le istituzioni dovrebbero tenere conto di quello che c’è, non di quello che viene a proporre un qualsiasi facoltoso imprenditore che vuole fare impresa a San Marino. Per giungere a migliorie, il mio movimento si è messo al tavolo, dando consigli che sono stati recepiti. Mi spiace dire che a quel tavolo qualcuno non era presente e non ha contribuito a rendere migliore qualcosa che forse era nato nel peggiore dei metodi.  E non è un aspetto secondario che questo Pdl era stato inserito nella legge di bilancio, per non fare un passaggio referendario. Bisogna invece trovare i modi per tutelare quello che c’è e non creare un predominio imprenditoriale da parte di qualcuno. 
Sara Conti, Rf
Rf in questi tre anni ha sempre sottolineato e stigmatizzato la mancanza da parte di questo governo di proposte di progetti di sviluppo per San Marino. Non sono stati proposti fino ad oggi. Oggi ci si chiede di guardare al Des come una svolta e una soluzione finalmente arrivata. La nostra paura è che tutti questi consiglieri che sostengono a spada tratta il Des, per fortuna non tanti, si facciano abbagliare da una proposta che può essere interessante, ma che nasconde in sé molti punti sensibili. E l’impressione è che questi consiglieri lo facciano senza analizzare tutti gli aspetti, ma per partito preso o per convenienza. Va sottolineato l’intervento di Zeppa che apprezzo perché è una posizione critica. Non possiamo permetterci di sostenere a spada tratta un progetto del genere. Nel merito va sottolineato il pericolo di concentrare un potere enorme nelle mani di un soggetto privato, per avere come contropartita la riqualificazione del territorio ma anche la consegna a questo imprenditore di altre aree di estremo valore. Estrema attenzione anche sulle residenze fiscali non domiciliate, per come questo provvedimento può avere un riverbero negativo sulla conclusione dell’accordo Ue.
Oscar Mina, Pdcs
Questo pdl rappresenta una novità per tutti, opportuno capire se sia davvero una opportunità per San Marino. E’ un nuovo modello di economia in cui verranno offerti benefici per aziende che aderiranno con agevolazioni fiscali. Può essere un aspetto molto interessante per attrarre investimenti. Il concetto di residenza fiscale non domiciliare anche questa è una novità. E’ una forma di dimora che non dà accesso ad assistenza e a servizi pubblici, non è contemplata nella nostra normativa. Perciò si evidenzia anche che questo progetto può essere funzionale al nostro sistema di ricettività che non è strutturato. Si parla di apertura di servizi per avere un interesse turistico di maggior durata. Oggi abbiamo 2 mln di turisti l’anno ma di tipo escursionistico, puntiamo quindi a turisti con uno standard diverso e  con una permanenza più lunga che porterebbe effetti anche sul settore commerciale. Il Des non è qualcosa che entra in concorrenza con le realtà esistenti, interessa particolari attività individuate secondo le necessità del Paese. E’ un progetto con una sua complessità che deve essere ancora approfondito per essere calato in una realtà come la nostra. Le aree da mettere a disposizione del Des devono essere individuate. O quando si parla di società di gestione di diritto privato, chi sarà il soggetto che dovrà individuare i settori per lo sviluppo economico e le attività? C’è un rischio monopolio? Solo per far capire quali sono i dubbi che ancora permangono sul progetto e su cui mi auguro ci sia un confronto molto più allargato. Tuttavia sostengo il progetto, ritengo che possa rappresentare un altro step innovativo per lo sviluppo nostra economia.
Grazia Zafferani Gruppo Misto-Demos
Quando è arrivato come proposta di maggioranza, questo progetto è stato preso sottogamba, per la serie ‘ tanto non lo portano’. Non mi sorprendo di un certo tipo di politica da sempre sostenuta dalla Dc. ‘Bisogna far vedere in certi momenti chi sa fare politica in prospettiva di un progetto paese’. Di conseguenza si scelgono politiche offshore, arriva il cavaliere bianco che ti presenta il suo progetto, arriva il pdl su misura. C’è qualcuno che smentisce che sia nato attorno a qualcuno, ma mi ricordo che in diverse riunioni in maggioranza abbiamo conosciuto direttamente lo ‘spagnolo’. Da allora anche in maggioranza abbiamo sempre contestato il metodo. Un po’ di dubbio e la consapevolezza che le politiche offshore e della piazza finanziaria non ha insegnato nulla a questo non-Paese. I cittadini sammarinesi dal 2012 in avanti invece hanno fatto una bella scalata di consapevolezza e lo hanno dimostrato dando sostegno  a partiti che contrastavano queste scelte di un certo tipo di politica. Invece noi arriviamo qui e perché siamo in emergenza e abbiamo fatto debito estero, perchè non possiamo rimanere indietro….e il paese ritorna a fare 25 passi indietro e alla scelta più semplice delle politiche offshore.
Fabio Righi, Sds alI’ndustria e Commercio
Rilevo che il dibattito del comma è stato caratterizzato da posizioni differenti, si è delineata in modo oggettivo la volontà dell’Aula di riportare tra prima e seconda lettura una serie di accorgimenti, rispetto una serie di preoccupazioni espresse. Dobbiamo cominciare a rispondere ad alcune considerazioni. Si dice che questo è l’ultima spiaggia per il governo e l’unico progetto di sviluppo. Non lo è, è uno strumento utilizzato anche a San Marino con effetto booster rispetto politiche economiche che il paese ha deciso di adottare. Non siamo di fronte a un progetto economico strutturato e coordinato ma a uno strumento che può spingere e guidare delle politiche economiche. Non è un mistero che anche personalmente abbia preoccupazioni e non solo rispetto all’investitore o meno. Non entro in quello. Oggi la struttura del provvedimento merita un approfondimento che c’è stato in questi mesi, seppure abbia prevalso la necessità di portarlo in Aula anche se magari permangano degli interrogativi. Ma penso che la disponibilità a rivedere anche fortemente il provvedimento tra prima e seconda lettura sia un elemento che ci deve portare a un impegno per portare le nostre considerazioni rispetto al testo. Alcuni spunti: cosa può essere corretto? Il tema della società di gestione non è ininfluente. Si deve tenere conto di una linea chiara, precisa e settoriale che non può essere demandata o ceduta a soggetti terzi, deve essere lo Stato a dire dove vuole dare quel tipo di supporto fiscale o di altro tipo. E anche  il tema rispetto la concentrazioni nelle mani di un unico soggetto che possa gestire più settori deve essere affrontato. Così come il ruolo della commissione Finanze. Ha competenze per valutare un business plan? Poi i passaggi sulla concorrenza.  Non c’è un ‘no’ preconcetto, c’è quello detto da tutti trasversalmente: approfondire alcuni temi per garantire tutele a favore del Paese.
Michele Muratori, Libera

Noi cuciamo addosso a un imprenditore un abito sartoriale con una legge pensata solo per una persona. Ho sempre diffidato dei cavalieri bianchi e di chi progettava alberghi a 33 piani. ça mia tendenza è quella di diffidare di chi viene da fuori, non perché si ha paura del forestiero, ma perché siamo già rimasti scottati più di una volta da questi personaggi. Parliamo di un imprenditore e di notizie non sempre meritevoli vengono fuori. Basterebbe interfacciarsi con i nostri colleghi che sono negli organismi internazionali. La Dc fa parte del Ppe dove c’è anche il partito popolare spagnolo, Il partito socialisti e democratici si interfaccia all’Internazionale socialista… Se non c‘è stato un confronto con i vostri colleghi spagnoli e se non lo avete fato voi, lo ha fatto Libera. E saremo ben lieti di rendere disponibile tutta la documentazione raccolta. Non si vuole gettare fango su un imprenditore che vuole investire a San Marino. Ora però  non si parla tanto di sviluppo, ma di svendita .Faremo ogni iniziativa possibile per tutelare i nostri beni dello Stato, incluso un referendum
Giovanni Maria Zonzini, Rete
Cerchiamo di rimanere sul tema razionale. Questo qui è un imprenditore, non penso sia l’equivalente umano del galacticus divoratore di pianeti, non credo sia un divoratore di Stati e che sua intenzione sia quella di comprare San Marino. Sua intenzione credo sia quella di fare molti soldi pagando poche tasse, intento della gran parte dei componenti della sua classe sociale. Io non vedo né il Des come una terribile svendita del Paese. Al tempo stesso non lo vedo come ultima spiaggia. Il nostro non è un paese disperato, siamo tra i paesi più ricchi al mondo. Parlando qui sembra di essere la Namibia. Non siamo disperati e questa proposta la possiamo valutare. Ritengo si debba fare un tavolo con l’opposizione anche per concordare emendamenti. Si dice che si vuole una gestione pubblica del Des, sono d’accordo, ma vorrei venisse declinata materialmente cosa significa gestione pubblica. Noi abbiamo ritenuto di mettere la Commissione finanze come garante autorizzativo. Ma credo che non ne usciremo più,  se quando si presentano grossi gruppi a Palazzo Begni e ogni volta il nostro Stato si trova a reagire realizzando bandi, convenzioni o pdl. Faccio una proposta all’Aula: trasformiamola in una legge sui grandi investimenti. Creiamo una legge che dica a quali investimenti esteri e di quale entità il nostro paese è interessato  e qualo agevolazioni a fronte di ciò il paese è disposto a dare.
Iro Belluzzi, Libera
E’ la politica, i governi che devono decidere e quando si parla di strategie economiche che investono il Paese per anni. Le leggi devono essere qualificate in modo tale che rimangano presenti nel tempo e diano garanzie a chi vuole investire nel Paese. Cosa che contraddice all’approccio del governo che sembra una stazione appaltante e che appalta anche lo sviluppo dell’economia. Sì allo sviluppo, no aò costruire una norma in funzione di chi chiede di inserirsi nel territorio sammarinese. Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete
A me questo progetto non convince pienamente, proprio perché è partito con una presentazione che non ho per nulla apprezzato, per cui il nostro movimento si è dovuto applicare per porre in essere velocemente dei correttivi che lo migliorano. Da renderlo migliore a renderlo approvabile ne passa. Perché le criticità al progetto permangono ancora. In primis la questione dei controlli. Chi controlla veramente? Noi abbiamo pensato alla politica e alla commissione, ma siamo assolutamente laici, si può ragionare. C’è poi la questione finanziaria: se non possono finanziarsi in istituti sammarinesi sono favorevole, ma questa parte nella legge non c’è.  C’è poi il discorso legato al territorio, la non concorrenzialità, l’evitare consumo suolo, soprattutto per terreni pubblici. Una su tutte poi la questione europea. Queste residenze fiscalo, ok altri ne fanno, ma in Italia le zone economiche speciali sono diverse, questa assomiglia a quello che c’è nel Regno unito, ma noi siamo molto differenti. Il progetto è migliorabile. Ma l’idea di fondo è quanto ha detto Zonzini: bisogna pensare a  una legge su un progetto paese che tenga conto di tutti questi elementi. E c’è tempo e modo per farlo.

Gerardo Giovagnoli, Npr>
Alla base di tutto un fatto oggettivo: non siamo noi qua dentro ad aver discusso del Des ma è stata una proposta mediata da un invito e una possibilità lanciata da un investitore estero. Bisognerà anche ringraziare chi ci guarda e non come qualcuno prenderlo in faccia in maniera anticipata. Perché di economia nuova vivrà anche questo Paese.
La cornice in cui il paese si muoverà- e non da oggi- rispetto e sue condizioni economiche: da qualche anno ha a che fare con  il rispetto delle regole internazionali che si confanno al processo di Associazione europea. Una delle cautele che dobbiamo avere è la questione della reputazione da un punto di vista dell’Ue e dell’Italia e anche dell’Ocse. E’ necessario che su questi tre soggetti ci sia chiarezza anticipatamente e non so quale possa essere la formula giusta per avere un vaglia anticipato, in modo che ci possano dire ‘guardate è tutto a posto, questo non incide con il percorso di associazione e non incide per l’Ocse, i vostri dispositivi sono coerenti’. Così si parerebbe anche il colpo in cui, anche con le migliori intenzioni, se non hai copertura esterna, c’è qualcuno che ti bastona da fuori da un punto di vista mediatico. Facciamo in modo che dal punto di vista formale le regole siano tutte chiare e rispettate ed evitiamo il fatto di andare a rischio in alcuni vicende specifiche. Quella più pericolosa secondo me ha a che fare con il sistema bancario e finanziario, la parte più vulnerabile per il nostro Paese, più ancora delle concessioni. Le finanze, se prestiamo soldi, e qualcuno fallisce, falliscono. E’ un tema su cui essere stringenti quanto meno per i primi anni.
Maria Katia Savoretti, Rf
Rf non è contraria a nuove forme di sviluppo per il Paese. Siamo per lo sviluppo, vogliamo dare impulso alla nostra economia, come siamo favorevoli all’apertura verso nuovi imprenditori, ma non in questo modo. Vogliamo vederci chiaro e capire bene cosa si vuole raggiungere con questo progetto. Invece non c’è trasparenza e non è chiaro cosa si voglia fare. Pretendiamo chiarezza perché in gioco ci sono le sorti del Paese.
Teodoro Lonfernini ,Rf
Per confermare quando ribadito all’interno del congresso di Stato ovvero sostegno del governo al Progetto di legge, Anche per dare elementi che possono poi offrire a chi ci ascolta nel ragionare in maniera compiuta. In tanti si sono meravigliati della creazione di zone di vantaggio all’interno del Paese. Da decenni il Paese ha impostato la sua economia proprio su dei vantaggi, privilegi e concessioni. E’ stato così per decenni con esenzioni fiscali. Abbiamo sempre definito la nostra economia privilegiata, perché poteva alimentarsi in un contesto in cui la macchina imprenditoriale e il rapporto vicino con l’amministrazione erano dei vantaggi. Ciò ci ha dato la possibilità di sviluppare un tessuto economico ricco, distribuito all’interno di una intera comunità. Oggi, diversamente da quel periodo, la creiamo solo dal punto di vista delle forma. E’ il progetto di legge. In passato si procedeva con discrezionalità concessa a pioggia. Noi oggi applichiamo un concetto; creare punti di vantaggio e privilegio attraverso un Pdl che deve guardare al sistema economico del Paese del futuro, concedendolo a tutti coloro che sono in grado di sviluppare punti cardine introdotti nel Pdl.
Denise Bronzetti, Gruppo misto-Mis
E’ un dibattito politico che concentra molta attenzione sul clima che c’è in maggioranza e forse guarda anche un po’ più in là. Io non sono contraria allo sviluppo e all’iniziativa privata. A parole nessuno si è dichiarato contrario allo strumento del DES, semmai sono stati sollevati dubbi sulla sua declinazione e sulla sua attuazione. Un intervento da 300 mln di euro, l’equivalente del bilancio dello Stato. Va da se che c’è la necessità di valutare bene, oltre che l’impatto del progetto. Un progetto che ha avuto genesi particolare, è stata costituita la società ancora prima che iniziasse formalmente un dibattito politico in maggioranza. Due punti fondamentali: la persona che ha deciso di investire una cifra simile sia una persona seria e non il solito Ali Turki Secondo punto, il controllo da parte dello Stato. Nessuno ha in mente di mettere becco sull’iniziativa privata e le norme che la regolano, ma va prestata attenzione e lo può fare solo lo Stato con i suoi uffici e organi di controllo e con la commissione Finanze, anche se  l’articolo 2 prevede competenze che la commissione non può avere. Possono essere apportate modifiche necessarie perché il progetto porti economia sana al Paese.
Mirco Dolcini, Dml
Il Des non è solo una questione politica ma è soprattutto una questione tecnica. Noi di Dml siamo favorevoli al Des come idea, ma va declinata. La società di gestione privata, per come è formulata la legge, è un di più. Per il Des sono sufficienti le imprese che nello stesso Pdl sono identificate come imprese partecipate e che devono investire in infrastrutture. Semmai società di gestione può essere lo Stato. Uno dei punti da declinare è proprio quello. Lo stesso Sds Beccari dice ‘importante è che ci sia la governance dello Stato’. Nel dizionario economico governance significa autorità, ma anche controllo e direzione e gli organi di una governance aziendale sono proprio gli organi di gestione. Forse stiamo dicendo la stessa cosa. E’ lo Stato che deve progettare e gestire il Des attraverso la previsione di paletti precisi, da non lasciare a discrezione dei privati. Diamo in mano a un privato l’intera gestione di un investimento così importante? Ma se per mille e uno motivi ci dovesse abbandonare, avremmo tanti pesci, ma non avremmo imparato a pescare. Il rischio è la perdita di sovranità  economica. Des è opportunità se il controllo rimane dello Stato di San Marino. Fernando Bindi, Rf
Si è detto che l’investitore spagnolo sta costruendo a Capo Verde una cosa simile. Credo che dobbiamo rifuggire da questi paragoni. Capo Verde, ex colonia dei portoghesi, che ha problemi diversi e non è un titolo che accredita maggiormente gli investitori. I colleghi del mio gruppo hanno ampiamente spiegato il nostro atteggiamento: ci siamo posti in termini laici, non pregiudizialmente contrari a un progetto di investimento in settori specifici con fiscalità facilitata. Non è scandaloso. Ma attenzione in questi contesti: non c’è stima di ritorni possibili a fronte di un investimento da 300 mln, non c’è uno scritto che indichi quali beni possono interessare gli investitori e quali noi riteniamo essere strategici o possibili di riqualificazione. In altri termini: il punto di arrivo non può essere posto in maniera ideologica. Cosa è compatibile in termini di investimento con la nostra situazione statuale e con la nostra economia? Come saranno le relazioni domani internazionali, quali influenze potranno avere nella definizione dell’accordo di Associazione Ue, sono tutti elementi che vanno chiariti perchè non abbiamo ancora maturato anticorpi per poter gestire queste cose.
Gian Nicola Berti, Npr
Il clima politico su questo argomento rispetto lo scorso dicembre è cambiato. Ora si comincia a rendersi conto che si tratta di una opportunità che possiamo scegliere se coglierla o lasciarla andare, un’opportunità importante che lascia adito a tanti interrogativi e che forse non abbiamo completamente compreso rispetto i suoi margini di possibile sviluppo. Questo Paese non è in via di sviluppo, è un Paese che ha bisogno di fare un salto di qualità in determinati comparti economici, dove deve cercare di essere attrattivo per tutta una serie di investimenti funzionali a far fare un salto di qualità all’economia sammarinese. Questo il ragionamento per cui il nostro Des sarò molto diverso dai distretti che si sviluppano in aree depresse. Perché ricercare qualcosa di più? Stiamo cercando nuove professionalità e grossi investimenti economici che possono aprire nuovi mercati. Noi abbiamo notato in centro storico un decadimento della qualità dell’offerta turistica dell’Emilia.  Romagna. Questo ha fatto sì che anche il nostro Paese abbia iniziato a soffrire presenza di tanti turisti ma con una capacità di spesa bassa. Noi non abbiamo la capacità economica, ma neanche il know how industriale per aprire hotel di livello e fare attività come un campo da golf . Possiamo usare l’unica leva rimasta, l’asse fiscale, e allora attraverso il distretto economico c’è possibilità di dare a imprenditori che fanno investimenti non ordinari, ma investimenti intermilionari, la possibilità di avere un rendimento, una risposta in cui si dice ‘siamo disponibili a rinunciare a parte delle entrate purché ci portate un certotdipo di turisti e investimenti che non esistono ad oggi’. E attraverso l’indotto che si viene a creare ne beneficia tutta la cittadinanza. 
Emanuele Santi, Rete
Abbiamo avuto un approccio costruttivo su questo Pdl, nonostante riconosciamo che in una prima fase non ci siano stati confronti e adeguate informazioni. Positivo il fatto che sia stato tolto dal dibattito sul Bilancio per rinviare ad oggi la prima lettura dopo approfondimenti. Quando ci siamo approcciati al tema, le criticità avanzate oggi le abbiamo affrontate, ed è giusto ribadirle, credo anche nei prossimi passaggi il testo sia aperto a tutti i contributi che arriveranno anche dalle parti sociali ed economiche, perché sappiamo sarà un progetto importante e impattante. C’è il tema del territorio, nel progetto non si parla di consumo del territorio. Abbiamo messo la clausola chegli  immobili acquistabili siano solo quelli acquistabili al fine del Des. Un investitore mette tutti i soldi, mentre prima si prevedevano credito agevolato e concessioni. E’ una novità. Non ci saranno deroghe alle leggi sul lavoro. Si è trattato poi il tema della concorrenza sleale e c’è tutela dell’esistente. Si è parlato di impatti reputazionali e di accordo con l’Ue. C’è il tema dei controlli, si sono escluse società offshore. I passaggi e le modifiche sulle imprese riguarderanno la commissione Finanze. A mio avviso già da oggi si deve parlare della declinazione del potere, ma credo ci sia tutta la disponibilità a migliorare il testo e monitoremo tutti gli step prossimi.
Matteo Ciacci, Libera
Non ho apprezzato l’intervento del Segretario Ciavatta, lo ritengo pericoloso. Lui ha fatto questa premessa: abbiamo bisogno di mantenere lo stato sociale e garantire la spesa pubblica, per questo servono investitori. Come a dire ‘dobbiamo inventarci qualcosa’. La Repubblica di San Marino deve fare i  conti con la sua storia recente e dobbiamo ricordarci gli sforzi fatti sul tema dell’adeguamento agli standard internazionali e le uscite da varie black list. Ma mi pare che su tali punti del Pdl si torni a questo approccio: ‘intanto facciamo arrivare le somme e l’imprenditore, poi vedremo’.. Era stesso approccio denunciato nei famosi anni 2000. C’è preoccupazione perché si parla di progetto da 300 mln di euro. Dopo tre anni e mezzo abbiamo Banuelos e gli abbiamo costruito un vestito addosso. E mentro stiamo creando condizioni di faovre a un solo imprenditore abiamo tutte le strutture ricettive, bar, ristoranti, hote, in difficoltà e andiamo a dire ‘abbiamo noi la soluzione, viene Banuelos con una società di gestione e con il 51% tutte le società affiliate alla società di gestione’. Mi auguro ci possa essere un ripensamento, il mito del soldo facile non ha più senso. Se la proposta non viene declinata in maniera corretta, se la golden share non l’avrà lo Stato- cosa che per me è giusto- allora non avremo Banuelos. Non è una battaglia di retroguardia, ma di prospettiva e sviluppo. Continueremo a dare spunti e a battagliare con tutti gli strumenti, come il quesito referendario, su questo progetto. E spero che anche in maggioranza ci siano consiglieri che porteranno avanti questa battaglia.
Giancarlo Venturini, Pdcs
Nel dibatitto sul Des  ormai abbiamo ascoltato di tutto. Si svende  il pubblico del paese, distruggeremo il tessuto economico del paese, c’è chi dice che abbiamo un nuovo cavaliere bianco dopo Ali turki…vorrei ricordare a tutti i colleghi che il Pdl è in prima lettura e prima della discussione in commissione ci devono essere ulteriori confronti con forze politiche e categorie, perché ci sarà la possibilità di apportare correttivi utili per raggiungere finalità e obiettivi del Des. A nostro avviso obiettivo è attrarre investimenti, favorire crescita dell’economia e creare occupazione. Se si rendessero necessari i confronti, dobbiamo favorirli e suggerire modifiche e migliorie  al Pdl prima della commissione preposta. Poi dobbiamo comunque fare una sintesi concreta, è una opportunità per San Marino. Anche io penso alcuni correttivi siano opportuni, come il rispetto certi parametri, forse troppo elevati, come sul numero minimo delle camere di albergo o un investimento elevato in termini finanziari. Come è giusto individuare in modo chiaro le aree che lo Stato pensa di mettere a disposizione del Des. E si farà tramite bando pubblico. Come pure potremmo valutare il ruolo della Commissione Finanze e di gestione della società del Des. Questi sono i temi di confronto per la politica e dei soggetti coinvolti. Prima della seconda lettura e prima ancora della commissione preposta è necessario ragionare insieme per trovare soluzioni che possano dare garanzie, ma anche prospettive allo sviluppo del paese. 

Marco Gatti, Sds Finanze REPLICA
Un dibattito interessante rispetto a quello registrato nella seduta di dicembre, è stato un dibattito costruttivo e nel merito. Ci sono spunti di riflessione che possono anche essere facilmente recepiti per migliorare il Pdl.
Simpatiche alcune questioni sollevate da chi ha criticato e parlato di un progetto a misura di imprenditore, perché le proposte venute dagli stessi sono le stesse fatte dall’imprenditore che non sono state recepite. Per esempio: l’impostazione di avere un organismo, ente gestore del Des, che fa un bando di selezione per trovare investitori, e lavora in questo, era stata presentata al governo e avrebbe portato a una esclusiva e sarebbe stato difficile da applicare. Perché lo Stato può disporre dei suoi terreni. E cosa fa? Fa bando internazionale sui suoi terreni, non su altri. Queste le criticità che hanno portato a ragionare su una impostazione leggermente diversa. 

Cosa che non significa non poter ragionare sulla Commissione finanze e sul suo ruolo, per esempio. Un organismo di controllo politico ci deve essere. Se poi non è la commissione finanze, lo possiamo ragionare insieme, ma l’impostazione portata avanti è stata: pluralità soggetti, riqualificazione dei territori a partire dalle aree private, che sono lì da anni, e poi indirizzare il progetto nel settore ricettivo che è un settore che non si sta sviluppando a San Marino, e anzi sta perdendo. Perché i posti letti sono sempre meno, ma le possibilità che ha sono tante, e abbiamo bisogno di ampliarle e indirizzarle a un target più elevato. Le osservazioni utili: il progetto è allineato a standard internazionali? Ne esistono tante di Des nei Paesi e non esiste un modello universale. A seconda degli obiettivi del governo hanno caratteristiche e agevolazioni diverse. La costruzione del nostro Des punta a riqualificare il territorio e avere più posti letto e servizi che possano far sì che le persone stiano più tempo in territorio in modo che riversino qui ricchezza. Non è la soluzione di tutti i problemi, sicuramente può dare risposte a criticità che abbiamo. Che sono quelle della riqualificazione territoriale e dei servizi che non si sono mai costruiti. Altro elemento di attenzione: la residenza fiscale non domiciliata. I paesi che ce l’hanno nel loro ordinamento sono Cipro, Malta, Portogallo, Regno unito, Italia, Grecia e Spagna. Quasi tutti sono dell’Ue. Se costruito in una determinata maniera, non crea problemi con l’Europa. Confermo infine la disponibilità a lavorare attorno al testo e a migliorarlo.  

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