Il processo Mazzini resta sospeso finché non verrà nominato un giudice per i rimedi straordinari
La politica giudiziaria di Dc, Rete e Npr blocca il processo Dopo aver fatto saltare il giudice per i rimedi straordinari generato un vuoto di giurisdizione
“Mi chiedo se certi atteggiamenti, certe nuove iniziative siano sempre solo finalizzate a fare in modo che questo processo non vada avanti. E me ne aspetto sempre di tutti i colori, in una situazione nella quale il tribunale non si può permettere di perseguire certi personaggi, perché non si può giungere a delle decisioni, a delle confische conseguenti a sanzioni per reati così gravi”. Così il Procuratore del Fisco, Roberto Cesarini, nella sua requisitoria del 24 novembre, dipingeva il quadro che si è profilato, fatto di azioni concentriche, volute o meno, preparate o meno, tra politica ed evoluzioni giudiziarie di determinati processi. Mazzini in primis Così “di tutti i colori” ne sono successe, con lo scopo di attuare una “difesa dal processo”. L’ultima azione, quindi, è la ricusazione del giudice Francesco Caprioli, che già alla ripresa delle udienze di appello dopo il lockdown invitato all’astensione. Invito “rigettato” con ordinanza, non ritenendo, il giudice, esserci il motivo, come peraltro ha ribadito anche nel decreto, per doversi astenere dal giudizio nel processo. Tuttavia, per legge, quando vi è la ricusazione, il giudice è tenuto a sospendere il procedimento per consentire la decisione sulla ricusazione stessa dal parte del Giudice per i rimedi straordinari, figura che però, ad oggi, non c’è. (…)
Articolo tratto da L’Informazione
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