San Marino. CSdL: “È urgente ripristinare la piena efficienza della sanità!”

San Marino. CSdL: “È urgente ripristinare la piena efficienza della sanità!”

L’ampia analisi della situazione fatta nel Direttivo CSdL ha affrontato anche temi come la situazione pandemica, il decreto sul lavoro autonomo, la Pubblica Amministrazione.

SITUAZIONE PANDEMICA E SANITÀ – Il Direttivo ha stigmatizzato l’avvilente spettacolo andato in scena in Consiglio con la ratifica dell’ultimo Decreto sulle norme anti-Covid. Mentre il paese chiede che la sanità torni pienamente fruibile anche per chi ha altre patologie, le forze di maggioranza si sono esibite nella pantomima tra chi chiedeva di eliminare le misure più restrittive e chi voleva introdurre l’obbligo di vaccinazione. La diatriba ha prodotto un ordine del giorno che impegna l’Esecutivo a valutare questa possibilità, dimostrando tutta la divisione, la confusione e la conflittualità esistente nella maggioranza.

Al contempo la sanità pubblica è sempre più in difficoltà, con i centri sanitari al collasso, i reparti dell’ospedale che non riescono ad assicurare visite e cure nei tempi adeguati a tutti i pazienti, in quanto una parte rilevante del personale, ormai stremato da mesi di impegno frenetico, è impegnato nelle attività legate al Covid, tra cui il tracciamento ed il monitoraggio domiciliare di oltre 1.500 persone che hanno contratto il virus. I contagi a cui anche parte del personale sanitario è andato incontro, e le quarantene, hanno ridotto ulteriormente il numero degli operatori medico-sanitari attivi, aumentando in tal modo le criticità del sistema sanitario.

Tutta la sanità pubblica – medicina di base, territoriale, specialistica e ospedaliera – deve essere rimessa nelle condizioni di riprendere in piena efficienza la propria attività di cura, diagnosi precoce e prevenzione per tutte le patologie. In tal senso, il Direttivo ha espresso perplessità rispetto al continuo e massiccio ricorso a consulenti esterni, che non hanno finora prodotto i risultati auspicati. Non è dato a sapersi se ciò sia dovuto al fatto che la politica ritiene impossibile a priori che le professionalità interne siano in grado di rimettere in sesto un sistema sanitario così disastrato, oppure le proposte messe in campo siano state ritenute inadeguate.

È inaccettabile altresì che siano tuttora segreti i motivi delle Dimissioni del Segretario di Stato per la Sanità, poi ritirate, e lo scambio di accuse tra l’ex Direttore Generale ed il Comitato Esecutivo. Tutto ciò mentre i cittadini chiedono in che modo ed in quanto tempo la sanità sammarinese sarà in grado di tornare ai livelli di prestazioni assicurate prima della pandemia e di risolvere i problemi pre-esistenti, piuttosto che concentrarsi sul faraonico progetto del nuovo ospedale.

DECRETO LAVORO AUTONOMO – Il Decreto delegato 30 dicembre 2021 n. 214, poi ratificato dal Consiglio di gennaio, ha ampliato a dismisura la possibilità di esercitare un’attività di lavoro autonomo anche in assenza di specifici titoli di studio o specializzazioni, e senza avere una sede fissa diversa dal domicilio. Ne consegue che le aziende possono utilizzare queste figure, anche al loro interno, piuttosto che occupare i lavoratori subordinati. Le richieste della CSU al Consiglio Grande e Generale di non ratificare questo Decreto, sono rimaste inascoltate.

Il rischio ora è che molti lavoratori, per poter lavorare per un’azienda, siano costretti dalle stesse ad attivare il codice operatore economico, analogamente a quanto avviene in Italia con le partite Iva, dove i lavoratori subiscono un vero e proprio “sfruttamento legalizzato”. È gravissimo che il Governo e la maggioranza abbiano adottato un provvedimento così impattante sul mondo del lavoro senza aver ricercato alcun confronto preventivo con il sindacato.

L’approvazione di un emendamento stabilisce che un lavoratore con il COE può operare all’interno dell’azienda fino ad un massimo di 6 mesi: in teoria tale limitazione potrebbe non incentivare il ricorso a questa tipologia di rapporto lavorativo. Nessun correttivo è invece stato apportato per coloro che lavorassero da casa stabilmente per un unico committente. Pertanto, si tratterebbe di smart working mascherato, che consentirebbe alle imprese di avvalersi di questi lavoratori senza doverli assumere come subordinati.

Inoltre, pur dando atto che è stato introdotto un articolo che conferisce agli Ispettori maggiori strumenti per individuare gli abusi, resta intatto il nodo più critico, e cioè quello dei controlli: è infatti poco verosimile che senza una denuncia da parte del lavoratore, questi saranno messi in atto con efficacia. In un sistema che garantisce poco le persone oneste e molto di più i furbi, difficilmente ciò si verificherà. Peraltro, l’organico dell’Ispettorato del Lavoro è già ridotto ai minimi termini ed entro l’anno ci saranno ulteriori pensionamenti.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – L’articolo 51 della legge di bilancio 2022 impegna il Governo a raggiungere un accordo con il sindacato per stabilizzare tutti i lavoratori precari nella PA, anche in prospettiva. Ma un aspetto negativo emerso nel confronto con l’Esecutivo, è stata la richiesta di legare all’accordo stesso per i dipendenti stabilizzati, così come per tutti i nuovi assunti, il nuovo regime normativo e retributivo, particolarmente penalizzante per alcune professionalità; riteniamo invece che questo  aspetto vada trattato  nell’ambito del rinnovo del contratto collettivo.

La CSdL respinge con forza questa impostazione; non è accettabile che vengano mescolati fattori che nulla hanno a che fare l’uno con l’altro e che i lavoratori stabilizzati abbiano di fatto un contratto diverso da quello esistente. Se il Governo vuole affrontare il rinnovo del contratto, ben venga: è ciò che chiediamo da tempo, ma questo non può pregiudicare i diritti di chi è precario da diversi anni e che, a fronte di questo, ha già lasciato sul campo una parte consistente della retribuzione, oltre che diverse parti normative.

La CSdL torna a stigmatizzare la decisione della Commissione Finanze di respingere la legge di iniziativa popolare volta a far tornare il settore poste nella PA, confermando ulteriormente l’avvenuta trasformazione dell’ente in Spa. Altrettanto sbagliata è la scelta del Governo di accorpare alle Poste l’Ufficio Filatelico e Numismatico, che apporta al Bilancio dello Stato diverse centinaia di migliaia di euro di utile, con l’evidente obiettivo di fare apparire in attivo il prossimo bilancio di Poste. In tal modo si stanno creando i presupposti per la privatizzazione di altri servizi della PA, dando la possibilità alla Direzione di gestire in piena libertà le assunzioni e le condizioni di lavoro, senza le garanzie assicurate dall’ambito pubblico.

Intanto un altro tassello del completo controllo della politica sulla Pubblica Amministrazione è stato aggiunto con il Decreto Legge n. 213/2021, poi divenuto il n. 10 del 24 gennaio, che a breve assoggetterà anche le poche figure apicali finora sfuggite. Infatti, gli ex Responsabili di Unità Organizzativa, ora denominati Posizione Organizzativa (PO), dai prossimi mesi potranno essere nominati dai Dirigenti con la più ampia discrezionalità. Ancora una volta, San Marino si distingue in peggio rispetto agli altri paesi: l’influenza della politica in ogni ambito della vita pubblica non ha limiti.

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