San Marino. Dario Manzaroli: “Cosa insegna la crisi ucraina”

San Marino. Dario Manzaroli: “Cosa insegna la crisi ucraina”

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Dario Manzaroli dal titolo “Cosa insegna la crisi ucraina”:

“Assistiamo sempre più increduli e sbigottiti agli avvenimenti dell’Ucraina, un Paese europeo che da oltre trent’anni sta cercando una sua autonoma ed indipendente collocazione internazionale, uscendo dall’asfissiante cappa prima dell’Unione sovietica ed ora della Federazione russa.

La Federazione russa è attualmente una potenza nucleare ipernazionalista, iperaggressiva e tendente a riprendersi con la forza gli stati vassalli dell’ex Unione sovietica quando non dell’impero zarista (citato senza pudore dallo stesso Putin come giustificazione all’invasione della Ucraina).

La Federazione russa è attualmente un regime autoritario (definita troppo gentilmente democratura) dove il dissenso viene perseguitato e spesso eliminato anche fisicamente , dove non esiste libertà di stampa, di opinione, ecc. è guidata da un oligarchia predatoria con a capo un personaggio, Vladimir Putin, troppo vezzeggiato in occidente pur in presenza di comportamenti chiaramente aggressivi, che fa e disfa a proprio piacimento in un enorme Paese iper armato  che rimane un nano economico ma un gigante militare soprattutto grazie alla debolezza della Unione europea.

Il resoconto della politica di potenza e di aggressione militare  dell’Unione sovietica prima e della Russia oggi, ha tristi e tragici nomi: nel 1939 l’Unione Sovietica di  Stalin invade la Polonia; nel 1956 sempre l’Unione sovietica invade l’Ungheria, nel 1968 la Cecoslovacchia; nel 1979 l’Afghanistan – la guerra si concluderà solo nel 1989 con la vittoria dei mujahideen; nel 1994 la Federazione russa invade la Cecenia. La guerra si conclude nel ’96 con la proclamazione della Repubblica cecena; dal 1999 al 2009, seconda invasione della Cecenia con annessione di parti importanti del territorio ceceno ; nel 2008 seconda guerra  contro la Georgia (la prima l’intraprese l’Unione sovietica nel 1921) con annessione dell’Ossezia; nel 2014 intervento in Crimea ed annessione della stessa; nel 2015 intervento in Siria in appoggio al presidente Assad, fondamentale per l’esito finale, con grave deterioramento della presenza americana nell’area e completa estromissione dell’Unione europea; intervento di appoggio al dittatore Lukashenko in Bielorussia  e repressione delle forze democratiche con la trasformazione di fatto del Paese (sono presenti 30.000 soldati russi) in un protettorato; ed infine, in questi giorni, invasione dell’Ucraina con i mezzi e le modalità di una barbarie ingiustificata ed ingiustificabile.

Dal breve resoconto non possiamo che dedurre una costante imperiale ed aggressiva che, a tutta evidenza, è stata gravemente e lungamente sottovalutata.

È stato un grave errore da parte degli Stati Uniti e dei Paesi Nato, pensare che il crollo dell’Unione sovietica doveva essere sfruttato non per favorire una evoluzione democratica di quel enorme Paese armato fino ai denti ma molto arretrato tecnologicamente ed economicamente, ma per far man bassa di risorse e per umiliarlo ripetutamente inducendo la nascita di un forte sentimento ipernazionalista.

È stato un grave errore inglobare ben 14 Paesi dell’ex Patto di Varsavia nella Nato senza un prioritario ed indispensabile accordo che superasse Yalta e ridefinisse i nuovi equilibri europei e una nuova politica di sicurezza reciproca.

È stato un grave errore da parte degli stati uniti di abbandonare dall’oggi al domani l’Afghanistan al suo destino mostrando un’America che si ritira nel suo isolamento, rinunciando in gran parte al suo ruolo di guida dell’occidente, dei suoi sistemi politici democratici, dei suoi interessi economici fondamentali.

Ormai la frittata è fatta sulla pelle del popolo ucraino a cui deve aggiungere ogni forma di solidarietà umana e concreta in accoglienza dei profughi ed in aiuti militari che consentano una importante resistenza, fondamentale per indurre Putin a più miti consigli unitamente alle sanzioni che devono indebolire in maniera significativa l’economia della Federazione russa.

Nel frattempo i cittadini dell’Europa ed i loro governi è urgente che si interroghino se l’Unione europea è solo un aggregato commerciale o se ha un suo significato profondo e quindi si metterà in condizioni di difendere adeguatamente i propri confini ed i propri alleati dall’aggressività di un vicino che in ogni caso non si accontenterebbe della sola Ucraina”.

Dario Manzaroli

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