San Marino. Fatture false per oltre cinque milioni e maxi evasione fiscale, cinque condanne

San Marino. Fatture false per oltre cinque milioni e maxi evasione fiscale, cinque condanne

Fatture false per oltre cinque milioni e maxi evasione fiscale, cinque condanne

ANTONIO FABBRI Ieri mattina la sentenza del maxi processo per evasione fiscale, ridimentsionatosi di parecchio dopo le prime udienze a causa della prescrizione nel frattempo intervenuta per diverse posizioni e l’assoluzione in corso di processo per altre. Così di 27 imputati che c’erano all’inizio, la decisione definitiva è arrivata a carico di cinque di questi. Il caso fa capo ad una inchiesta partita nel 2017 e relativa ad un giro di fatture per operazioni inesistenti, che ruotava attorno alla attività della società Effepi e di altre società. Centinaia le fatture ritenute false dall’accusa oltre 5,1 milioni di euro e per un importo ingente di imposta evasa.

Tra gli imputati della prima ora c’erano titolari di ditte sammarinesi e italiane, ma anche commercialisti. Le verifiche scattate nel 2017 ruotavano attorno a una società sammarinese di consulenze e servizi alle imprese, la Effepi appunto. I contorni dell’indagine erano emersi all’epoca e la prospettazione di accusa era che la società di servizi svolgesse una attività di fatturazione fittizia per fare figurare l’erogazione di prestazioni inesistenti verso oltre venti ditte. Queste fatturazioni fittizie consentivano alle ditte di dichiarare costi inesistenti, abbattendo così l’imponibile e di conseguenza il pagamento delle imposte.

Tutte circostanze che sono state verificate nel processo di primo grado svoltosi davanti al Commissario della legge Vico Valentini che ieri ha pronunciato la sentenza nei confronti dei cinque imputati rimasti dopo le vicissitudini processuali che hanno, si diceva, ridimensionato il numero delle persone inizialmente rinviate a giudizio.

Così quello che è stato ritenuto responsabile ha avuto la condanna più pesante per un capo di imputazione, l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti finalizzato all’evasione fiscale, mentre è risultata prescritta l’altra imputazione a suo carico, la contestazione di emissione di fatture false.

Stefano Fiorini è stato dunque condannato a 3 anni di prigionia, 3 anni di interdizione e 9000 euro di multa.

Per lo stesso capo di imputazione la moglie di Fiorini, Elisa Fabbri, amministratore unico della società, che nella scorsa udienza provata e in lacrime aveva affermato di non essersi mai resa conto di ciò che realmente stava facendo, essendosi limitata ad apporre firme dove le veniva detto di farlo, è stata condannata a un anno e 6 mesi 3 anni di interdizione e 3000 euro di multa. Alla donna è stato concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena per 4 anni.

Nei confronti dei due coniugi il giudice ha disposto anche la confisca dei beni mobili e immobili già posti sotto sequestro dall’inquirente, al fine del risarcimento del danno da liquidare, per l’eventuale eccedenza rispetto al valore di quanto sequestrato, in sede civile a favore dell’Eccellentissima camera costituitasi parte civile. Condanna anche al pagamento delle spese di giustizia e degli onorari di costituzione di parte civile.

Gli altri tre imputati, Orsolina Muccioli, Egidio Santolini e Massimo Sarti, relativamente ai rispettivi capi di imputazione, sono stati condannati ciascuno a un anno di prigioni, un anno e 6 mesi di interdizione, 2000 euro di multa. Le pene sono state sospese per due anni. Condanna dei tre anche al pagamento delle spese processuali e degli onorari di costituzione di parte civile.

Possibile l’appello.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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