San Marino. Furto di 5000 camicie alla Saitt, 50enne condannato a otto mesi

San Marino. Furto di 5000 camicie alla Saitt, 50enne condannato a otto mesi

Rassegna stampa – La pena è stata sospesa L’uomo ha dichiarato di vantare un credito con l’ex amministratore della società sottoposta a giudiziale concorso dei creditori

ANTONIO FABBRI – Condannato a otto mesi, pena sospesa, e a una multa da 600 euro un cinquantenne originario dell’Ucraina residente a Rimini. L’accusa mossa nei confronti dell’uomo era di aver sottratto alla Saitt, azienda di camiceria e abbigliamento oggi sottoposta a procedura concorsuale, 5000 camicie e numerosi accessori di varie marche, tra cui 89 coppie di gemelli per camicie. L’accusa a suo carico era di furto aggravato.

Secondo le ricostruzioni l’uomo venne scoperto quando il curatore fallimentare inviò due suoi collaboratori, come avviene in questi casi, all’azienda Saitt, sottoposta a giudiziale concorso dei creditori, per catalogare, inventariare e stimare il valore dei beni.

Quando i due entrarono nel magazzino della ditta sorpresero l’uomo, il 31 luglio 2019, che stava prendendo della merce. Sporsero quindi denuncia riscontrando anche che era stata forzata la porta di sicurezza per poter entrare nei magazzini L’uomo dal canto suo si era giustificato sostenendo che, avendo rapporto di collaborazione con la ditta poi fallita, vantava dei crediti nei confronti della stessa azienda, in particolare del titolare che gli doveva pagare l’affitto di un immobile adibito ad ufficio. La circostanza è stata smentita dall’ex amministratore che ha deposto in qualità di testimone nella precedente udienza, ma la difesa ha insistito nel sostenere questa versione.

Sentita anche una ex dipendente, che ha dichiarato che aveva consegnato del denaro per un affitto all’imputato. Imputato che è stato ascoltato ieri con l’ausilio di una interprete, come richiesto dal suo avvocato, Rossano Fabbri. Questi ha raccontato che quando venne sentito dalla Gendarmeria aveva firmato un foglio, che in sostanza riportava la sua ammissione del furto, senza capire, però, che cosa firmasse più preoccupato di non essere messo in stato di fermo. In quella prima occasione non era assistito dall’interprete. Contestualmente aveva anche restituito alla Guardia di Rocca 2.310 camicie che aveva sottratto.

Su questa mancata presenza dell’interprete in quel primo interrogatorio ha puntato l’avvocato difensore, sostenendo che quel foglio nel quale veniva di fatto ammesso il furto, non fosse utilizzabile come prova. L’avvocato Fabbri ha anche sostenuto che vi era questo credito che il suo assistito vantava e che avesse concordato, per saldarlo, di prendere le camicie con l’allora amministratore della Saitt che nel frattempo, però, era finita sotto procedura fallimentare. Ha quindi chiesto l’assoluzione.

Per contro, poco prima, il Procuratore del Fisco Giorgia Ugolini, aveva chiesto la condanna a 2 anni e 6 mesi e 1200 euro di multa a giorni, ritenendo riscontrato il danneggiamento della porta forzata per poter entrare nell’azienda e il furto dei capi di abbigliamento, constatando una serie di incongruenze nella versione dell’imputato.

Dopo la camera di consiglio il Commissario della legge Simon Luca Morsiani, valutate le conclusioni delle parti, ha rigettato la richiesta della difesa di dichiarare inutilizzabile la confessione resa in sede di prima audizione davanti alla gendarmeria. Allo stesso tempo ha però valutato questa confessione come utilmente resa abbassando di un grado la pena e condannando l’imputato, appunto, a 8 mesi con la sospensione condizionale della pena.

Probabile l’appello.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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