San Marino. Giustizia negata, Livio Bacciocchi invoca un intervento della Commissione consiliare

San Marino. Giustizia negata, Livio Bacciocchi invoca un intervento della Commissione consiliare

Giustizia negata, Livio Bacciocchi chiede intervento Commissione. I procedimenti non vanno avanti. Esposti senza esito al dirigente Canzio. Chiede alla Commissione Affari di Giustizia di intervenire

Fascicoli caduti nel dimenticatoio, intenta azione di responsabilità civile del magistrato, ma anche quella non va avanti. Si rivolge al dirigente del Tribunale, Giovanni Canzio, ma nulla si muove. Nel frattempo viene pure cambiato il giudice per una redistribuzione dei lavori, sollevando forti dubbi della violazione del principio del giudice naturale precostituito per legge. Di fronte all’inerzia e alla negata giustizia, Livio Bacciocchi ha deciso di rivolgersi alla Commissione Affari di Giustizia.

“La giustizia sammarinese ‘funziona’ solo per alcuni, per altri, perisce nella inerzia e nella totale indifferenza”, sostiene Bacciocchi. “Dopo vane e ripetute richieste di intervento al Dirigente del Tribunale, riferendogli circa l’inattività del Giudice per l’azione di responsabilità civile dei Magistrati e la conseguente presumibile irragionevole durata dei giudizi civili n. 88/2021 e 390/2021 (da me intentati contro lo Stato per ottenere il risarcimento dei danni subìti a fronte di gravi responsabilità del Giudice Dott. Simon Luca Morsiani nella conduzione delle indagini di due procedimenti penali – il n. 628/2014 e il n. 337/2011), in data odierna ho presentato un esposto alla Commissione Consiliare per gli Affari di Giustizia e al Segretario di Stato alla Giustizia, che ne fa parte, nella speranza che, almeno loro, prendano gli opportuni provvedimenti”.

Nell’esposto alla Commissione giustizia Livio Bacciocchi scrive: È evidente che la situazione sopra rappresentata integri una violazione dei diritti e dei principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, quegli stessi diritti e principi fondamentali il cui rispetto e le cui garanzie avrebbero ispirato le recenti riforme in materia di giustizia e ordinamento giudiziario.

I ritardi ingiustificati del Giudice dell’azione di responsabilità civile dei Magistrati – chiamato peraltro a pronunciarsi anche sulla (altrettanto ingiustificata) inerzia di un Giudice Inquirente in ben due procedimenti penali – oltre a poter determinare responsabilità dello stesso, contrastano inesorabilmente con il diritto al “giusto processo” e il correlativo principio di “speditezza” o “ragionevole durata” del processo, assicurati dal nostro ordinamento e consacrati nell’art. 6, par. 1, della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU)”.

Chiede quindi alla Commissione di intervenire con “ogni più opportuna iniziativa per porre rimedio alla situazione”.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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