San Marino. La variazione di bilancio al centro della seduta pomeridiana di ieri del Consiglio Grande e Generale

San Marino. La variazione di bilancio al centro della seduta pomeridiana di ieri del Consiglio Grande e Generale

Nel pomeriggio prosegue l’esame del Progetto di legge “Variazione al Bilancio di Previsione della Stato 2022” che avanza a rilento, nella stessa modalità con cui era iniziato nella precedente sessione consiliare.

Così il report di San Marino News Agency, che aggiunge: “Oltre all’incertezza del numero legale, che determina l’avvio della seduta non puntuale, alla presenza di 30 consiglieri, e  una sospensione dei lavori in corso d’opera, il dibattito che si sviluppa su ogni emendamento allunga i tempi di approvazione del Pdl. A conclusione della seduta odierna così non si è ancora  giunti ad affrontare gli articoli “nodali” (10 e 11) sulle residenze fiscali non domiciliate. In particolare, nel pomeriggio sono esaminati una serie di emendamenti presentati da Rete relativi ai mancati versamenti di contributi pensionistici, tutti respinti.
1) All’avvio di seduta si riprende quindi il dibattito sull’emendamento del gruppo Rete 7 bis “Mancati versamenti della quota Iss”. Il Segretario per la Sanità, Mariella Mularoni, interviene riconoscendo l’emendamento come condivisibile: “Sappiamo che ci sono diverse posizioni di operatori economici non in regola con i versamenti ed è necessario intervenire sulle distorsioni, in accordo con la Segreteria di Stato per le Finanze e Bcsm”. Gli uffici però, anticipa, hanno espresso perplessità sull’emendamento: “E’ necessario valutare quali siano gli strumenti con cui poter agire- motiva- e non andando a incidere su indennità di malattia lunga, ma per altre vie, per esempio con dei piani di rientro”.  Dunque, il Segretario assicura “massimo impegno” per approfondire la questione e per procedere a una revisione successivamente.  Emanuele Santi, Rete, ringraziando il Segretario per l’impegno preso, chiarisce che il problema dei mancati versamenti dei lavoratori autonomi per la quota Iss sta diventando una “cattiva pratica”, equivalente ad un ammontare di un paio di milioni di euro di incassi persi. L’emendamento viene quindi respinto con 29 voti contrari e 15 favorevoli.

2)Segue l’emendamento, sempre presentato da Rete, Articolo 7 Ter “Mancati versamenti in gestione separata da parte di co.co.pro”. Lo illustra il consigliere Roberto Ciavatta: “Ci sono una 50ina di co.co.pro , in genere sono piloti, che non versano contributi perché annunciano zero introiti a fine anno, ma a gennaio riattivano la collaborazione. Si tratta di contratti presentati sempre dallo stesso commercialista: è un vero e proprio aggiramento delle norme, fatto apposta per non pagare versamenti Fondiss e pensioni. Sono sempre gli stessi 50 casi da anni e bisogna metterci mano per non consentire la reiterazione di una potenziale truffa”. L’emendamento propone quindi per i co.co.pro. una soglia minima di versamenti contributivi da versare alla gestione Separata e a Fondiss, pari a 1.000 euro all’anno, da versare annualmente alla stipula del contratto. E “nel caso in cui, in corso d’anno, il contratto venga dichiarato non soddisfatto, tale quota contributiva minima è erogata al 100% dal solo datore di lavoro”. Il Sds Mularoni condivide la necessità di evitare distorsioni: “Si dovrà intervenire sulle norme introducendo dei correttivi, ma mi chiedo come mai- manda a dire- l’ex Segretario Ciavatta non sia intervenuto su tale stortura nei 3 anni e mezzo in cui si è trovato alla Sanità”.
Tra i consiglieri dell’opposizione si riconoscono i limiti della proposta di Rete:“Mi sembra una pezza per i mancati controlli degli organismi preposti- sottolinea Iro Belluzzi, Libera- ma meglio che niente”.“Meglio metterci intanto una toppa e poi intervenire a livello normativo”, condivide Guerrino Zanotti, Libera. Per Andrea Zafferani, Rf, l’intervento proposto“può essere utile e mitigare una situazione distorsiva”. Dalla maggioranza, Rossano Fabbri, Npr condivide che è un problema di controlli, ma boccia la soluzione di versamenti “una tantum”. Infine, il consigliere Ciavatta replica al Sds Mularoni: “Non ho provveduto alla situazione quando ero Segretario perché ne sono venuto a conoscenza solo il 4 maggio di quest’anno”, puntualizza. “Ho immediatamente scritto una relazione al congresso di Stato- aggiunge- anche perché non è la segreteria alla Sanità a dover intervenire, ma quella alle Finanze”.  Ora che anche l’Aula è a conoscenza di questa casistica:  “Possiamo decidere di intervenire solo tra qualche mese e chiudere gli occhi volontariamente”, conclude. L’emendamento viene respinto
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3)Segue l’emendamento di Rete 7 Quater “Mancati versamenti in Gestione Separata da parte di Amministratori e Soci- Testo di lavoro per l’esame del Progetto di Legge”. Lo spiega Ciavatta: “Ci sono circa 550 amministratori di società che non versano un centesimo alla Gestione separata, per quasi la totalità si tratta di amministratori non residenti. Significa che non avranno pensione, ma non gli interessa, d’altra parte c’è interesse per la società ad avere amministratori che gli costano meno”. Il problema per lo Stato è che “non si tratta di una casistica di poche unità- puntualizza- parliamo di una cifra attorno al milione di euro di versamenti mancati”. Anche in questo caso, “possiamo chiudere gli occhi come nei casi precedenti- conclude- ma poi bisogna spiegare perché si aumentano i contributi a tutti gli altri”.
Alessandro Cardelli, Pdcs, e Gaetano Troina, Dml, chiariscono però che esiste già la normativa che consente di intervenire in questi casi. “Nella legge societaria- spiega Cardelli- si elencano i requisiti di idoneità, tra cui si dice che se il soggetto non è in regola con i versamenti dei contributi, viene sottoposto ad azione esecutiva”.  Inoltre, “c’è stata una deroga nel periodo covid sul requisito esattoriale- aggiunge- nel caso di cartella esattoriale inferiore a 5 mila euro o se c’è un piano di rateizzazione”. “Esiste già  il decreto 8 febbraio 2023, relativamente recente- conferma Troina- dire che manca una norma di questo tipo non è corretto nei confronti della cittadinanza, per cui l’emendamento non è da accogliere”. Infine, il Sds Gatti chiede il ritiro dell’articolo: “Come esecutivo dobbiamo andare a verificare questi 550 soggetti- replica- se sono effettivi, e come rafforzare l’azione di recupero sui soggetti non residenti, ma normative recenti hanno già recepito l’elemento posto all’attenzione”.
Per Santi, Rete, anche se ci sono le norme, visti i risultati, “forse gli uffici non hanno gli strumenti utili per intervenire”. E rileva quindi difficoltà di applicazione e forti limiti delle norme: “Sul soggetto inidoneo bisogna dirla tutta- fa notare- alla lettera e) della legge si mette il limite dei 5 mila euro”.  GianMatteo Zeppa, Rete, si dice incredulo rispetto al rigetto degli emendamenti del movimento: “Non capisco questo volersi mettere la mortadella sugli occhi e altro sulle orecchie quando si parla,  in questo caso, di circa un mln di euro di ammanchi”. Andrea Zafferani, Rf, condivide la necessita di intervenire con uno strumento di deterrenza: “Non far niente non mi pare una soluzione”. Infine il capogruppo Pdcs, Francesco Mussoni, chiarisce che l’emendamento apre una riflessione reale alla luce dei dati, ma è da respingere perché  “le norme esistono, il tema è la loro applicazione”.  L’emendamento viene respinto con 26 voti contrari e 14 a favore.

4) Il dibattito prosegue all’emendamento di Rete Articolo 7 quinquies – aggiuntivo, “Mancati versamenti contributivi di lavoratori autonomi”. Lo spiega Roberto Ciavatta.: “Ci sono 300-350 codici operativi che non pagano i contributi da molti anni- sono case di cura, società…- con milioni di euro di debito verso l’Iss, certo ci sono le leggi e i controlli, ma di fatto stanno lì, fanno piani di rientro ma non assolvono neanche quelli. Poi ci sono persone giuridiche che fanno parte di Ordini di appartenenza, in cui nessuno dice niente, sono nei tavoli a trattare dei contributi ma non li hanno mai pagati negli ultimi 10-11 anni”. L’articolo in sintesi prevede che “sulla base di una progressione–  chiarisce il consigliere- se non si pagano in un anno almeno 90 giorni di contributi, si vada a prevedere delle sospensioni di licenza e si vadano a perseguire i contributi non versati”, e ancora, “si dà mandato a ordini e associazioni di categoria di modificare gli Statuti, stabilendo che chi non sia in regola con i versamenti contributivi dovuti all’Iss debba venire sospeso dall’ordine e non possa in alcun caso ricoprire ruoli e/o incarichi interni”. Emanuele Santi, Rete, rincara la dose: Queste società sono decenni che non pagano contributi volontariamente- incalza- la cifra che lo Stato oggi non ha incassato per i loro mancati contributi si aggira ad oltre 20 mln di euro, e si dice ‘la legge c’è’, ma non facciamo nulla se l’esattoria non ha strumenti per intervenire?”. Oggi ci sono strumenti per poter aggredire un credito- replica il Sds Gatti- Piuttosto che sospendere la licenza, sarei per aprire il concorso dei creditori, basterebbe utilizzare gli strumenti che esistono in situazioni senza più possibilità di uscita”. Guerrino Zanotti di Libera fa notare che le 350 aziende citate non solo non pagano contributi all’Iss, ma portano avanti una concorrenza sleale nei confronti delle aziende che invece li pagano. E ancora: “Se si parla di Fondiss il danno è diretto per il lavoratore, anche per le somme sottratte dalla retribuzione lorda del dipendente”. E al Segretario: “Se basta  usare il concorso tra creditori, perché non lo si usa?”.  Per Mirco Dolcini, Dml. il problema c’è, “un 10% delle società esistenti non paga contributi- sottolinea- ma gli emendamenti di Rete verranno respinti perché non idonei a risolvere problema”.  Pasquale Valentini, Pdcs, sottolinea come la modalità di lavoro attuale non consenta un reale confronto. “Qui si tocca un problema che non vogliamo sentire- aggiunge- il nostro Paese non è adeguatamente attrezzato per evitare queste distorsioni”. La ricerca di una soluzione “è  questione di volontà politica- conclude- dopodiché gli strumenti si trovano”.  Conclude il dibattito Ciavatta: “Tutti hanno condiviso che è un problema da risolvere, ma è ovvio che non c’è volontà di intervenire e come Iss continuiamo a pagare servizi a società che devono milioni di euro all’Iss”. L’emendamento viene quindi respinto.

5) e 6) Gli ultimi emendamenti di Rete del ‘pacchetto’ sui mancati versamenti sono l’Articolo 7 sexies – aggiuntivo “Piani di dilazione per casi di documentata difficoltà temporanea” e l’Articolo 7 septies aggiuntivo“Disposizioni transitorie”. Come spiegano i consiglieri di Rete sono proposte successive all’emendamento precedente, che prevedono modalità di rientro dilazionate per tentare di recuperare i dovuti tributi non assolti. Si richiamano quindi articoli non approvati, ma i consiglieri intendono presentarli comunque. Il Sds Gatti motiva  la loro bocciatura da parte del governo: “Gli  uffici preposti ci riferiscono che già oggi l’Iss fa piani di rientro, al momento sono anche molto fruttuosi perché i piani concordati hanno un rientro e questo ha diluito l’iscrizione a ruolo a Bcsm. Sull’arretrato è previsto poter fare la rottamazione della cartella o si  possono fare piani con l’esattoria”. Emanuele Santi, Rete, annuncia infine che tutti gli emendamenti bocciati oggi saranno presentati in un progetto di legge: “Lo metteremo a disposizione di governo e dell’Aula- spiega- se si vorrà discutere, fare modifiche, siamo ben disponibili a farlo”.

7) L’Aula passa ad esaminare una serie di emendamenti del Gruppo misto, il primo è l’Emendamento  aggiuntivo di un nuovo articolo 25-quindecies “Portale dei Servizi Sanitari” per proporre una proposta di legge entro marzo 2024che istituisca il Portale dei Servizi Sanitari. Il Sds Gatti spiega come il governo condivida l’implementazione dei servizi informatici per l’utenza, ma “sono processi interni all’amministrazione che può operare senza il bisogno di una legge”, precisa. In questa direzione“l’Iss sta già lavorando, non serve una norma”, spiega, perciò chiede di ritirare l’emendamento.  Grazia Zafferani, Gruppo misto, insiste però sull’utilità della proposta: “Con l’emendamento riusciamo ad aiutare anche gli uffici amministrativi rispetto alla questione annosa delle prenotazioni di visite tramite Cot, è una soluzione di organizzazione amministrativa di buon senso”.  La seduta si interrompe e il dibattito sull’emendamento sarà ripreso domani mattina.

 

 

 

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