San Marino. L’accusa di Montanari (Cdls): “Il governo tira dritto sulle residenze fiscali, ma dimentica l’aumento degli assegni familiari”

San Marino. L’accusa di Montanari (Cdls): “Il governo tira dritto sulle residenze fiscali, ma dimentica l’aumento degli assegni familiari”

“Il governo approfitta della generale distrazione estiva per riproporre il vecchio modello dell’economia opaca e dei soldi facili”.

È lapidario il segretario generale della Confederazione democratica lavoratori sammarineso, Gianluca Montanari, di fronte all’ordine del giorno del Consiglio Grande e Generale di San Marino convocato dal 21 agosto al 29 agosto 2023.

“Una sessione fiume con al centro in seconda lettura la legge di assestamento di bilancio, legge che contiene la norma sulle residenze fiscali non domiciliate già finite nel mirino del movimento sindacale con il sit-in di luglio sul Pianello. Molto chiare le parole d’ordine della manifestazione: ‘Residenze fiscali non domiciliate, uno schiaffo all’economia reale e a chi paga le tasse’. Passato un mese, il governo va avanti con le residenze offerte a soggetti facoltosi che per alcuni mesi all’anno risiederanno in hotel di lusso, pagando un forfait di 10.000 euro e il 5% di tasse anche a fronte di guadagni a sei zeri”, si legge nel comunicato della Cdls.

Per la Cdls, si tratta di “una riproposizione mascherata di un nuovo paradiso fiscale, un salto nel passato con rischi reputazionali per un Paese che sta trattando l’accordo di associazione con l’Europa”.

“Davvero deboli e contraddittorie le motivazioni avanzate dal governo, quando sostiene ad esempio che il provvedimento è in linea con gli standard internazionali in quanto San Marino assicura lo scambio di informazioni fiscali con molti Paesi – dichiara il sindacato in una nota -. Ma quali informazioni potremmo garantire se ai residenti fiscali non domiciliati non viene richiesto di presentare la dichiarazione dei redditi sui volumi dei loro guadagni? Così come la giustificazione che la norma non sarebbe subito esecutiva perché in Repubblica ancora non ci sono hotel a 5 stelle. Ma allora come si spiega tutta questa fretta di votare le residenze fiscali nella legge di assestamento di bilancio?”.

“Chiediamo – afferma Montanari – il ritiro di questo provvedimento. Occorre invece discutere un progetto di sviluppo sostenibile e condiviso”.

“Sono mesi”, è l’amaro commento del segretario della Confederazione democratica, “che sollecitiamo il governo e le forze politiche di maggioranza a varare misure per arginare il carovita e sostenere i redditi di lavoratori e pensionati. Non abbiamo notato la stessa solerzia nel mettere in atto adeguate politiche dei redditi come aumentare gli importi degli assegni famigliari erosi da una inflazione senza freni, così come non c’è nessuna fretta nel modificare i criteri di accesso al reddito minimo garantito, oggi precluso a molte famiglie in difficoltà economiche. Senza dimenticare il rinnovo del contratto della Pa e dei salariati dell’Azienda di produzione fermi da oltre 10 anni. Tutti provvedimenti che, insieme al fermo dissenso per le residenze fiscali non domiciliate, resteranno al centro del nostro impegno sindacale”.

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