San Marino, indagine conto Mazzini. Coloro che hanno fatto parte in qualche modo della cerchia dei 100/150 mascalzoni che hanno movimentato un giro di corruzione di 800/1100 milioni di euro, tentano di far credere che senza dette porcherie i sammarinesi sarebbero oggi intenti a pascolare le pecore.
Falso.
Non è così.
I signori di cui sopra vorrebbero sfuggire alla responsabilità di aver modificato lo Stato per poter fare quello che hanno fatto. Questa è la realtà: “San Marino è un Paese splendido, di persone troppo pazienti, troppo in buona
fede, a cui un gruppo di “furbi” ha distrutto e saccheggiato l’economia, il
paesaggio, la vita“.
Quei signori hanno inseguito posti di potere solo per poi offrire la propria disponibilità a farsi corrompere, affossando il Paese per la loro, personale, auri sacra fames.
A cavallo del 1980 in Repubblica già si aveva una condizione di grande benessere, grazie agli accordi con l’Italia di metà degli anni Settanta su Monofase/Iva e Prodotti petroliferi.
Tanto danaro ha cominciato ad arrivarci.
Danaro che, a causa dei suddetti, purtroppo, si è trasformato in un regalo avvelenato, anziché in una eccezionale opportunità.
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