San Marino. Luca Lazzari: “Diversi episodi testimoniano la tendenza antidemocratica e prevaricatrice di AR”

San Marino. Luca Lazzari: “Diversi episodi testimoniano la tendenza antidemocratica e prevaricatrice di AR”

RASSEGNA STAMPA – Intervista a Luca Lazzari, Presidente del Psd

ANTONIO FABBRI – Protagonista di quanto accaduto nella votazione della Reggenza, di certo il Psd, che ha deciso di non votare la coppia proposta dalla maggioranza di cui fa parte, segnando un presa di posizione che inevitabilmente avrà conseguenze politiche. Su questo abbiamo intervistato il presidente del Psd, Luca Lazzari.

Votazione della Reggenza, quanto accaduto è sicuramente storico. Come è maturata la vostra posizione? “Su due livelli. Il primo è istituzionale. Diversi episodi testimoniano la tendenza prevaricatrice di AR e il suo distacco dalle regole democratiche. Questo ci ha spinto ad agire per preservare la democrazia del nostro sistema. Poi c’è un livello politico. Se la DC avesse inteso consolidare il rapporto con le forze riformiste, così come afferma, avrebbe dovuto indicare un rappresentante del PSD o di Libera nella Reggenza. Col sostegno alla coppia alternativa abbiamo voluto assicurare un equilibrio tra le forze politiche. C’è un altro aspetto. In questi anni il PSD ha dovuto accettare compromessi al di là dell’umiliazione per mantenere la stabilità politica, ma c’è un limite a tutto. Questa volta abbiamo scelto di difendere l’autonomia e la dignità del nostro partito”.

Quando parla di “distacco dalle regole democratiche” si riferisce all’episodio del cocktail al Grand Hotel di Riccione? “Al di là dei singoli episodi è il pattern comportamentale di AR a essere motivo di preoccupazione. Non dobbiamo dimenticare che le elezioni potrebbero tenersi nel prossimo semestre. Ora più che mai è fondamentale che l’istituto della Reggenza sia consegnato nelle mani di chi può e vuole garantire la pluralità delle istituzioni”.

È noto che ci siano state interlocuzioni febbrili alla vigilia del voto dei capi di stato sfociate anche in pressioni politiche. “La dirigenza democristiana era informata da settimane del nostro orientamento circa la nomina della Reggenza, ma non vi è stata alcuna apertura al dialogo. Probabilmente erano sicuri di poter forzare la mano. Poche ore prima del voto c’è stato il tentativo di scuotere l’alleanza tra PSD e Libera. Ma è andato a vuoto, dimostrando la solidità del progetto riformista”.

Da più parti si parla di un agire democristiano, ma non solo, “eterodiretto” rispetto alle dinamiche politiche, lei che ne pensa? “Non so dire se sia un agire eterodiretto, ma di sicuro è contro ogni logica politica. Mi spiego. RF e Motus sembrano voler impegnare la DC in una coalizione di centrodestra. PSD e Libera, per ragioni di stabilità, sono orientati ad una collaborazione con la DC. Ciononostante la DC, seppure possa scegliere fra due opzioni politiche ugualmente robuste e sensate, continua a isolarsi nel rapporto con AR. E che cos’è AR? Un partito problematico. Un impasto di culture contrapposte, retto da due avvocati con uno stile aggressivo, cui fanno da contorno figure politiche residuali. Con AR, la DC ha inaspettatamente stretto rapporti sempre più forti. Così facendo la DC ha assecondato un modo di fare lontano dalla ricerca del dialogo, dalla comprensione e dallo spirito di conciliazione, ovvero dai valori politici che dovrebbero guidare una Repubblica come la nostra”.

Come si spiega questo legame di ferro fra DC per AR? “È difficile attribuire con precisione le ragioni. Forse un calcolo mal ponderato oppure una trama più complessa. A rendere ancor più dannoso questo legame è il metodo prevalente seguito dalla leadership democristiana. Un metodo ormai superato, accentuato dall’ossessione al controllo e dalla visione autoritaria della politica. Questo metodo non solo danneggia la DC, ma l’intero tessuto politico sammarinese”.

Sia Dc che Ar vi hanno detto che siete fuori dalla maggioranza. Voi cosa ne dite? Cosa accadrà adesso, si apre la crisi? Quando? “Dal 2012, il PSD ha intrapreso con la DC un cammino basato su fondamenta solide. Questa alleanza ha rappresentato un’ambizione condivisa di stabilità. Tuttavia, il PSD non può rimanere passivo di fronte a scelte che minano la fiducia nei confronti del sistema politico. La nostra intenzione rimane quella di collaborare, ma sempre in un contesto di reciprocità e rispetto. Per quanto riguarda la crisi io credo che sia più sensato costruire alleanze solide prima di convocare le elezioni”.

Cosa è cambiato con l’esito della votazione reggenziale? “Il voto ha segnato un cambiamento importante nel quadro politico e ha messo in luce diverse dinamiche: l’errore della DC di chiudersi nel rapporto con AR; la conferma della coesione tra PSD e Libera; il coinvolgimento di RF, che fin qui aveva sofferto una certa esclusione, in una operazione rilevante; la disposizione di Rete a privilegiare il riposizionamento politico rispetto alle vecchie battaglie; l’apertura di Demos ad una dimensione politica più ampia. È un momento di riflessione profonda per la politica sammarinese”.

Quali scenari futuri si prospettano in vista delle elezioni comunque imminenti? “Se svelassi i piani del mio partito non farei un buon servizio. Chiudo in questo modo. Al di là dello schema che verrà a formarsi, rimane il fatto che la DC è il partito cardine per San Marino. Sono un po’ gli Stati Uniti della nostra politica. Se vogliamo che il sistema politico torni a funzionare in modo corretto, è importante che la DC si distacchi dalle influenze negative e si riapra a un dialogo costruttivo e rispettoso con gli altri partiti e con il Paese”.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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