San Marino. Morte anziana ospite del Casale. Fascicolo penale archiviato ma riscontrate negligenze. La figlia: “Agirò in sede civile”

San Marino. Morte anziana ospite del Casale. Fascicolo penale archiviato ma riscontrate negligenze. La figlia: “Agirò in sede civile”

Manca il nesso causale tra le condotte colpose del medico e il decesso ma l’inquirente evidenzia le potenziali implicazioni civilistiche.

ANTONIO FABBRI –  Caso della anziana ospite del Casale la Fiorina deceduta, il fascicolo penale viene archiviato, ma il Commissario della legge, sulla base delle perizie del Consulente tecnico d’ufficio, evidenzia delle negligenze con potenziali implicazioni civilistiche.

Nella sostanza, le condotte colpose pure rilevate dal perito d’ufficio, non sono risultate avere un nesso causale con il decesso della anziana, quindi l’archiviazione è stata disposta per la mancata rilevanza penale delle stesse condotte. Tuttavia il Commissario della legge Elisa Beccari, che ha avuto in carico il fascicolo, indica la strada della causa civile rilevando, si diceva, la sussistenza di negligenze e imperizie, ancorché non di rilevanza penale.

I fatti denunciati L’indagine ha preso le mosse dalla denuncia della figlia dell’anziana deceduta il 13 giugno 2022. Dalla denuncia, nella quale la donna lamentava il fatto che la madre non fosse stata adeguatamente curata e in sostanza il suo deperimento e la morte fossero derivati dalle mancate cure, è scaturito un fascicolo per omissione di soccorso che ha visto indagate sei persone: il medico all’epoca in forza al Casale la Fiorina, il medico di guardia e quattro persone tra infermiere e personale ausiliario della Rsa.

Dalla perizia del Consulente tecnico di ufficio il Commissario della legge ha tratto una responsabilità colposa del solo medico all’epoca in forza al Casale. “Dagli atti del procedimento emerge, a carico del solo medico” – scrive il Commissario della legge – “e non anche degli altri coindagati, la commissione di una condotta colposa, ossia negligente ed imperita, consistente nell’aver omesso di prendere in considerazione trattamenti alternativi (…) per la somministrazione di alimenti e liquidi, e dunque di aver omesso di proporre tali interventi agli anestesisti ed ai gastroenterologi in servizio presso l’Iss”.

Pur rilevando la colpa, il Commissario della legge tuttavia afferma che non emergono “prove circa l’esistenza di nesso eziologico fra tale condotta colposa e l’evento lesivo”, nel caso specifico la morte della donna. Non emergono quindi profili di rilevanza penale, secondo l’inquirente.

Inquirente che, però, aggiunge: “Rimane impregiudicata la facoltà della denunciante di adire le vie civili per ottenere il risarcimento di danni correlati ad eventuali profili di responsabilità dell’ente sanitario pubblico per fatto del proprio personale sanitario”. Inoltre, aggiunge il Commissario della legge, “benché trattasi di condotte non rilevanti penalmente, alla luce dei rilievi mossi dalla denunciante pare opportuno rimarcare come costituisca preciso dovere degli operatori sanitari e/o parasanitari della Assistenza Residenziale Anziani informare tempestivamente i familiari dei degenti circa sopravvenuti peggioramenti non trascurabili delle condizioni di salute degli ospiti nonché circa eventuali cambiamenti dei trattamenti terapeutici cui gli stessi sono sottoposti”, afferma il Commissario della legge.

La figlia: “Non mi arrendo Agirò in sede civile” “L’archiviazione, che mi rammarica molto, attesta comunque che delle responsabilità ci sono state. Il Commissario indica negligenze e imperizie, possibili responsabilità dell’ente sanitario e precisi doveri di tutti gli operatori, che farò certamente valere in sede civile. Non mi arrendo. Lo devo a mia madre e andrò fino in fondo”, afferma la figlia.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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