Istanza di ricusazione presentata dalla difesa di Daniele Guidi Annullate le udienze già fissate in calendario in attesa della decisione del giudice per i rimedi straordinari Iadecola
La ricusazione, come noto, sospende la prescrizione fino a quando sarà convocata nuova udienza del processo
ANTONIO FABBRI – E’ stata presentata dagli avvocati difensori di Daniele Guidi, Chiara Taddei, Massimo Dinoia e Fabio Federico, istanza di ricusazione nei confronti del Commissario della legge Adriano Saldarelli, nell’ambito del processo che vede imputati, a vario titolo, tutti gli esponenti della compagine sociale della ex BancaCis, dai membri del Cda agli esponenti del Collegio sindacale fino all’esponente della società di revisione.
Le contestazioni che vengono mosse agli imputati riguardano una serie di concessioni di linee di credito a diversi clienti della banca e la rappresentazione data a Bcsm della situazione dell’istituto. Secondo le prospettazioni dell’accusa gli imputati, a vario titolo, devono rispondere di false comunicazioni sociali, ostacolo alla funzione di vigilanza, amministrazione infedele e truffa. Proprio sui fatti contestati e sulla identicità di questi con quelli già giudicati dal medesimo giudice in altro procedimento – quello sui fondi pensione – si impernia l’istanza di ricusazione.
In funzione di questa istanza il Commissario della legge Saldarelli ha annullato tutte le udienze del processo che erano già in calendario per giugno ed ha trasmesso il fascicolo al giudice per i rimedi straordinari, Gian Francesco Iadecola che dovrà pronunciarsi sulla ricusazione.
Il motivo della ricusazione Il motivo per il quale gli avvocati difensori di Guidi hanno chiesto che non sia il Commissario Saldarelli a giudicare anche questo procedimento, il 201 del 2022 (già 377 del 2019), è che questi ha “già espresso, in merito ai fatti oggetto di questo procedimento, il proprio convincimento – scrivono i legali nell’istanza di ricusazione – nell’ambito di un altro procedimento e segnatamente” quello relativo alla vicenda dei fondi pensione e “ha condannato il dott. Daniele Guidi alla pena di cinque anni e dieci mesi di prigionia”, affermano i legali. Gli stessi avvocati elencano poi nel dettaglio i fatti contestati coincidenti in entrambi i procedimenti e sui quali, quindi, il giudice non potrebbe pronunciarsi di nuovo, avendo già espresso, sotengono i legali, il proprio convincimento nell’altro procedimento. “Gli stessi identici fatti” proseguono infatti i legali – hanno già costituito oggetto di valutazione da parte del dott. Saldarelli nell’ambito di un altro processo penale”.
Fra l’altro i legali fanno anche presente di avere, proprio per questa coincidenza di fatti, formulato a suo tempo istanza di riunione dei procedimenti nella quale avevano evidenziato che “l’esorbitante proliferazione di procedimenti a carico del dott. Guidi”, quasi tutti assegnati alla trattazione del Commissario della legge Saldarelli “e quasi tutti incomprensibilmente tenuti separati, avrebbe comportato la sua incompatibilità non appena avesse emesso la prima sentenza”, sottolineano i legali.
Viene richiamata quindi la normativa sul giusto processo e la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo e la necessità che il giudice non si sia già espresso. In questo senso, e in via subordinata, i legali hanno presentato anche una istanza di illegittimità costituzionale dell’articolo 10 della Legge qualificata n. 2 del 2011, nella parte “in cui non prevede che l’imputato possa ricusare il giudice di un determinato procedimento che abbia già espresso il proprio convincimento in altro procedimento concernente lo stesso fatto e la stessa persona”.
La decisione ora spetterà al giudice per i rimedi straordinari Iadecola. La ricusazione, come noto, sospende la prescrizione fino a quando sarà convocata nuova udienza del processo
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23
