San Marino. Processo “Conto Mazzini”, ci fu associazione a delinquere… ma è prescritta

San Marino. Processo “Conto Mazzini”, ci fu associazione a delinquere… ma  è prescritta

“Conto Mazzini”, tutti prosciolti i politici sammarinesi coinvolti

ANTONIO FABBRI – Uniche pene detentive confermate quelle a Gian Luca Bruscoli e Nicola Tortorella. Rispettivamente condannati a 6 anni e 8 mesi e a 6 anni e 4 mesi. Proscioglimento a vario titolo, e quindi revoca delle pene detentive, per tutti gli altri. Questo anche se l’impianto accusatorio della associazione a delinquere, ancorché prescritta, è rimasto dando quindi luogo, assieme all’accertamento della provenienza illecita del denaro, alle confische. Confische che complessivamente si attestano attorno ai 9 milioni di euro, confermando così per diversi capi di imputazione che il denaro finito nella disponibilità degli imputati era frutto di reati.

Ha pesato sui proscioglimenti la recente interpretazione del Collegio Garante, citata in premessa dal Giudice Francesco Caprioli nel dispositivo, letto ieri dal Commissario della Legge Simon Luca Morsiani. Sentenza dei Garanti che ha escluso il riciclaggio per occultamento come reato permanente ed essendo pertanto le condotte di occultamento contestate precedenti al 2013, quando è entrato in vigore l’autoriciclaggio, è scattata la non punibilità perché il fatto non costituiva reato all’epoca delle condotte contestate. Sono stati esclusi, dall’associazione a delinquere, assolti per non aver commesso il fatto, i soli Giovanni Lonfernini e Nicola Tortorella. Per gli altri invece, quanto all’associazione a delinquere, il Giudice di appello ha stabilito non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato. Ha quindi ritenuto provata l’associazione a delinquere tanto che, legate anche a quel capo di imputazione, sono rimaste le confische delle somme sequestrate e dei beni che, in caso di incapienza delle somme in sequestro, dovranno essere utilizzati per coprire quanto dovuto. Va infatti tenuto conto, per comprendere il funzionamento di quanto disposto, che ancorché il giudice dichiari il proscioglimento, in particolare per motivi legati alla non procedibilità o non punibilità, ma riscontri l’illiceità del denaro movimentato, dispone comunque la confisca diretta di quanto sequestrato, proprio perché il denaro risulta “sporco”. 

La spiegazione nel dettaglio della sentenza letta ieri in aula Il dispositivo è strutturato in diversi punti.

Il primo punto A), tratta del forte ridimensionamento della sentenza di primo grado dovuto alla decisione dei Garanti dell’gosto 2021, la sentenza numero 10. Si rileva quindi come i fatti contestati nei vari capi di imputazione, fossero stati commessi prima della entrata in vigore della legge 100 del 2013. Pertanto non punibili perché all’epoca dei fatti l’autoriciclaggio non costituiva reato.

Quindi il giudice ha assolto “in quanto non punibili per avere commesso i fatti quando non erano previsti dalla legge come reato”: Stefanos Balafoutis è stato per questo motivo assolto relativamente al capo 2, ovvero quel capo che contestava il riciclaggio dei denari provenienti dall’azzardo dei cosiddetti Junkets di Macao. Denaro comunque ritenuto di provenienza illecita, tanto che, si vedrà in seguito, per quel capo è stata disposta la confisca.

Per lo stesso motivo assolto – cioè all’epoca dei fatti in funzione della sentenza interpretativa dei Garanti la condotta non costituiva reato – Gian Luca Bruscoli dal capo 6), quello relativo alle movimentazioni in finproject legate al libretto Giulio e al mandato fiduciario con lo stesso nome, sul quale transitarono 2,5 milioni di euro. Per lo stesso motivo sempre Bruscoli è stato assolto dal capo 10-L, limitatamente ad alcuni libretti utilizzati prima del 2013. Il capo 10 è quello relativo alle movimentazioni, attraverso libretti della galassia Mazzini, di denaro proveniente da reati contro la pubblica amministrazione, falsa fatturazione, falsità in atti, truffa appropriazione indebita. Denaro poi movimentato, appunto, sui libretti dell’anagrafica “Mazzini”, la cui illiceità è origine illecita è stata comunque confermata dal Giudice di appello che ha disposto, poi, le confische. Stesso discorso, sempre relativamente a Bruscoli, per il capo 12. Sempre in funzione della decisione interpretativa dei Garanti, assoluzione per Claudio Felici relativamente al capo 14), ovvero quello relativo ai libretti “Pippo” e “Palme”, su cui erano confluiti denari di provenienza illecita, riconosciuti tali anche dal giudice di appello considerato che ha comunque disposto la confisca del denaro.

Gian Marco Marcucci viene assolto per gli addebiti di cui al capo 4-D. Il capo 4 è quello che riguarda i soldi passati per la “Fondazione per la promozione economica e finanziaria”, riconducibile a Claudio Podeschi.

Il capo 4-D riguardava una movimentazione – attraverso i libretti Brasile, Etoile, Don – a favore di Marcucci avvenuta, però, prima del 2013, e quindi all’epoca non passibile di imputazione per autoriciclaggio.

Anche in tale caso tuttavia i denari passati attraverso la famigerata Fondazione, sono stati ritenuti illeciti, tanto che il giudice ne ha poi disposta la confisca.

Pier Marino Menicucci assolto dagli addebiti di cui al capo 11- D, ovvero il capo di imputazione relativo alla Penta Immobiliare. Anche tali condotte poste in essere prima del 2013 e quindi decadute.

Rimane la provenienza ritenuta illecita del denaro, tanto che anche in tale caso sono state disposte le confische.

Stesse considerazioni per Luigi Moretti, quanto alle imputazioni per il capo 10, quello dei libretti della galassia “Mazzini” movimentati prima del 2013; e per il capo 11, quello relativo a Penta Immobiliare.

Così pure per Pier Marino Mularoni per il capo 11, quello di Penta, oltre che per il capo 12. Poiché commessi prima del 2013 vengono assolti anche Claudio Podeschi per quanto riguarda i capi 2) – quello del denaro proveniente dai Junkets di Macao- e per il capo 4, quello cioè della famigerata Fondazione.

Stessa cosa per Giuseppe Roberti, in funzione della sentenza dei Garanti assolto dai capi 4-H, 10 e 11 (cioé Fondazione, libretti della galassia “Mazzini”, Penta immobiliare). Denari comunque ritenuti di provenienza illecita tanto che è stata disposta la confisca.

Pietro Silva viena assolto per il medesimo motivo dal capo di imputazione legato alla Fondazione.

Fiorenzo Stolfi, sempre in funzione della pronuncia dei Garanti circa l’applicabilità della legge del 2013, assolto dagli addebiti di cui ai capi relativi alla famigerata Fondazione (4B); del libretto Giulio (capo 6); dei libretti Flue e Mercedes e l’acquisto di immobili (capo 7) e il capo di imputazione legato ai denari della valigetta trovata in casa sua con dentro 934.500 euro (capo 9).

Le assoluzioni nel merito Al punto B, poi, la sentenza elenca una serie di assoluzioni nel merito, o per non avere commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato, quest’ultima circostanza legata sempre al compimento precedente al 2013 in funzione dell’interpretazione del Collegio Garante.

Così, Gian Luca Bruscoli è stato assolto per due capi di imputazione perché il fatto non sussiste. Moris Faetanini, assolto perché il fatto non costituisce reato, relativo alla sua attività di operazioni immobiliari con Fiorenzo Stolfi, di cui al capo 7.

Giovanni Lonfernini viene assolto relativamente al Capo 1 per non aver commesso il fatto. Viene dunque riconosciuto che Lonfernini non fece parte della associazione a delinquere, il cui impianto ha invece retto per gli altri, ancorché ne sia stata dichiarata la prescrizione. Assolto perché il fatto non costituiva reato anche dal capo 10-A (quello in cui gli veniva contestato di aver dichiarato di agire “in nome e per conto di Giuseppe Mazzini”, quando ritirò assegni circolari provenienti da uno dei libretti della galassia “Mazzini”, appunto). Per lo stesso capo di imputazione comunque, come si vedrà di seguito, è rimasta la confisca essendo stati riconosciuti illeciti quei denari.

Assolto Stefano Macina perché il fatto a lui contestato non costituisce reato quanto al capo 14, quello dei libretti Pippo e Palme.

Per Gian Marco Marcucci confermata l’assoluzione relativamente al Capo 10-R (quello relativo al libretto Linda) per cui era stato già assolto in primo grado, e assoluzione perché il fatto non costituisce reato dal capo 22, quello relativo alla cosiddetta Truffa Gival.

Sempre relativamente al libretto Linda assolto anche Pier Marino Mularoni.

Nicola Tortorella, invece, è stato assolto dall’Associazione a delinquere di cui al Capo 1 per non aver commesso il fatto e da altri due capi di imputazione che erano stati a lui contestati perché il fatto non costituisce reato.

La prescrizione della associazione per delinquere  Al punto C della sentenza il giudice Caprioli fissa di fatto un punto importante. Infatti nel dichiarare non doversi procedere per la associazione a delinquere perché prescritta, in quanto la consumazione del reato risalente al 29 maggio 2006, conferma tuttavia come l’associazione a delinquere ci sia stata. Fino a quella data, dunque, il giudice accerta l’esistenza del “sodalizio criminoso”. Questa accusa, sostenuta dagli inquirenti e confermata dal primo grado di giudizio, era stata invece contestata da tutte le difese, che avevano sostenuto come l’associazione criminosa non fosse mai esistita nei suoi elementi essenziali.

La sentenza di appello ne conferma invece l’esistenza, ancorché prescritta. Dichiara quindi il non doversi procedere per l’associazione a delinquere nei confronti di Bruscoli, Marcucci, Menicucci, Moretti, Mularoni, Podeschi, Roberti, Silva, e Stolfi, per intervenuta prescrizione appunto. Quindi il fatto che la associazione a delinquere ci sia stata, così come i reati fine della stessa, è elemento determinante che viene richiamato anche nella conferma delle confische.

Le condanne confermate Al punto D della sentenza viene stabilita la conferma, seppure ridimensionata, della condanna per Gian Luca Bruscoli e Nicola Tortorella, gli unici due ai quali è stata confermata la pena detentiva. Le due condanne sono relative al riciclaggio legato alle movimentazioni passate per la Finproject (capi di imputazione 18, 19, 20 e 21).

Condanna a 6 anni e 8 mesi di prigionia, tre anni di interdizione e 13.500 euro di multa per Bruscoli. Condanna a 6 anni e 4 mesi di prigionia, due anni e sei mesi di interdizione e multa di 3.500 euro.

Annullamento del risarcimento e revoca delle confische per equivalente Al punto E il dispositivo prevede l’annullamento del risarcimento del danno nei confronti dell’Eccellentissima Camera per tutti coloro che sono stati prosciolti. Cosicché la condanna al risarcimento del danno, da liquidare in sede civile, rimane solo in capo a Bruscoli e Tortorella.

Al punto F della sentenza, il giudice ha revocato tutte le confische per equivalente, come peraltro già avvenuto in altri procedimenti, sulla base del fatto che ii caso di proscioglimento, per l’ordinamento sammarinese, la confisca per equivalente non sarebbe applicabile, restando solo la possibilità di confisca di quanto già sotto sequestro.

In primo grado le confische per equivalente erano arrivate fino a 170milioni di euro.

La confisca diretta di quanto già sequestrato Al punto G il giudice dispone le confische, rimodulandole rispetto al primo grado, riconoscendo di fatto da un lato la sussistenza della associazione a delinquere, ancorché prescritta, e dall’altro la provenienza illecita del denaro legato a diverse condotte contestate.

Quindi:

Nei confronti di Giuseppe Roberti, dispone la confisca di 1.152.800,15 per la sua appartenenza alla associazione a delinquere, anche se prescritta, e per le vicende legate ai denari passati per la fondazione, i libretti della galassia Mazzini e per la vicenda Penta.

Nei confronti di Claudio Podeschi confisca di 2.349.000 euro, sempre per l’associazione a delinquere e la Fondazione, più confisca per 751.000 euro per i soldi sporchi della vicenda dei Junkets di Macao.

Per Fiorenzo Stolfi confisca di 506.900 euro, più 675.601,72 euro, più 775.667,04, denari ritenuti illeciti per diversi capi contestati oltre che all’associazione a delinquere.

Nei confronti di Pier Marino Menicucci, nella misura di 250.000 euro.

Per Pier Marino Mularoni confisca di 100.150,74 più altri 250.000 e 272.000 euro.

Nei confronti di Giovanni Lonfernini, confisca nella misura di 216.000 euro.

Per Gian Marco Marcucci confisca di 148.729,18 più 100.000 euro.

Per Claudio Felici confisca di 200.000 euro, ma in tale caso dovrà valutarsi se vi sia questo importo nelle somme a suo tempo sequestrate a Mirella Frisoni.

Per Pietro Silva confisca di 40.700.

Nei confronti di Luigi Moretti, confisca per 148.000 euro più 175.000 euro, considerato che lo stesso ha tuttavia depositato 600.000, somma da considerare in sede di esecuzione.

Nei confronti di Stefanos Balafoutis confisca di 491.000 euro.

Esecuzione Ai punti H e I il Giudice di appello rimanda quindi gli atti al Giudice delle esecuzioni, che in caso le somme liquide sequestrate non siano sufficienti a coprire gli importi da confiscare, possa procedere a eseguire la confisca sui beni posti sotto sequestro, come ad esempio gli immobili.

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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