San Marino. Processo Titoli, per il perito di parte azione liquidatoria di Bcsm sul Cis

San Marino. Processo Titoli, per il perito di parte azione liquidatoria di Bcsm sul Cis

RASSEGNA STAMPA – Per contro l’allora responsabile della vigilanza ispettiva ha parlato di anomalie nelle attività di finanziamento della banca. Posizione contestata dalle difese

ANTONIO FABBRI – Nuova udienza ieri per il processo 500, in corso davanti al giudice Vico Valentini. Tre i filoni di accusa, riassumibili in caso titoli Demeter, vicenda commissariamento Asset e Cassa di risparmio prestito Leighton.

Caso per i quali a vario titolo sono imputate 12 persone. L’udienza in apertura avrebbe dovuto vedere le audizioni testimoniali di due membri del collegio sindacale della ex BancaCis. Su istanza dei loro legali i due testimoni si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, come previsto dalla legge essendo imputati in un processo parallelo collegato alle questioni di cui si discute nel 500.

E’ stata quindi la volta del consigliere Andrea Zafferani, all’epoca dei fatti Segretario di stato all’industria e membro del Comitato per il credito e il risparmio.

Ripercorso il frangente politico degli anni tra il 2017 e il 2018, inquadrando, come già fatto da altri, la situazione di quella delicata e conflittuale fase storica.

A domanda della Procura fiscale Zafferani ha ribadito quanto già detto in istruttoria. “Abbiamo avuto l’impressione che unici referenti per la vigilanza fossero in quel periodo solo Savorelli e i suoi stretti collaboratori e che il dipartimento vigilanza non avesse più sostanzialmente un ruolo reale. Ci si interfacciava sempre con quelle quattro figure, non venivano mai portate relazioni nel Ccr o pareri o verifiche”.

Poi la questione Asset e la proposta di assorbimento in Carisp. “Questa era soluzione che ci era stata prospettata da Bcsm e francamente ci pareva l’unica percorribile in quella fase, anche perché non c’era per le altre banche la possibilità di assorbire attivi e passivi come avvenuto in passato”.

Quindi il quadro politico: “In quella fase era in atto una polemica politica fortissima in cui non ci si ascoltava”, ha detto Zafferani quando il Pf ha chiesto se era al corrente dell’esposto della Dc. “Era stato depositato alla Reggenza e distribuito ai consiglieri. Non ci fu l’esposto in tribunale, o almeno noi non ne eravamo al corrente. Questo ci fece dubitare dell’esposto pensando che non fosse una cosa seria. Fu un errore”, ha ammesso Zafferani. L’atteggiamento di Bcsm cambiò quando alcuni decreti non vennero fatti come Via del Voltone avrebbe voluto, ha riferito Zafferani. Tra questo il famoso spalmadebiti, che Bcsm avrebbe voluto fosse in 10 anni, “ma ne prevedemmo 25, altrimenti non sarebbe stato sostenibile per il bilancio dello Stato”, ha detto Zafferani

Quindi la cacciata di Savorelli che aveva approcci “non dialoganti e più impositivi verso il sistema bancario. Anche per questo chiedemmo al Condir di Bcsm di revocarlo”, ha aggiunto Zafferani.

Si è tornati poi sulla possibilità di convocare i soci di Asset per la ricapitalizzazione, cosa che il Ccr invitò a fare.

Ma è tornato fuori anche il procedimento Re Nero italiano, cui erano sottoposti i vertici di Asset Banca, presidente Stefano Ercolani e direttore Barbara Tabarrtini, oggi parti civili nel processo. A richiamarlo il legale di Mirella Sommella, l’avvocato Simone Menghini. La problematica venne rappresentata dagli esponenti di Banca Centrale al Ccr “quando ci disse che avevano deciso di destituire dagli organi amministrativi Presidente e Direttore di Asset, dei quali in precedenza avevano chiesto la rimozione per vicende legate al processo italiano. La rimozione ci fu, ma poi di fatto vennero rimessi in un ruolo di responsabilità. Allora ci dissero che servivano provvedimenti più incisivi”, come poi avvenne.

Sentito poi il funzionario di Banca Centrale, Paolo Ugolini, all’epoca responsabile della vigilanza ispettiva, che ha parlato delle ispezioni in BancaCis, che erano partite poco prima dell’arresto di Daniele Guidi, e proseguite più ad ampio raggio subito dopo.

Ugolini ha segnalato delle anomalie in delle attività di finanziamento, posizione contestata tuttavia dall’avvocato Fabio Federico, difensore di Guidi, nelle sue domande. Difesa che ha sottolineato come vi sia stata, nelle fasi della amministrazione straordinaria, una sottovalutazione del valore del capitale in particolare legato a complessi immobiliari. Posizione che ha esplicitato meglio il perito della difesa, il dottor Alessandro Cavallaro ripercorrendo le svalutazioni fatte sul villaggio turistico e su altri immobili o proprietà date a pegno alla banca. Svalutazioni milionarie che per il perito sono inspiegabili e “chi volesse ricostruire il perché di dette svalutazioni non riuscirebbe a farlo, perché non viene e spiegato”.

Il perito di parte ha riferito anche come una prima perizia avesse svalutato il portafoglio crediti di BancaCis di circa 5,8 milioni, ma per il perito non si comprende come, successivamente, “a parità di perimetro Bcsm sia arrivata a svalutare di 53milioni, dieci volte di più”. Svalutazioni fatte senza considerare, secondo il perito, pegni esistenti e crediti garantiti anche da immobili di valore.

Segni, questi, che secondo il consulente tecnico di parte denotano “un atteggiamento oltremodo prudenziale, liquidatorio” e non di gestione e risanamento. Per il perito anche il coefficiente di solvibilità della banca era superiore a quello contestato da Bcsm e di certo di gran lunga migliore di quello di Carisp, ha sostenuto.

Quanto alla liquidità di Cis, il perito ha affermato che risulta che Banca Centrale fosse costantemente informata, e la crisi di liquidità derivava dall’acquisizione di Eurocommercial Bank. “Cis ha dovuto tappare il buco che era di 95milioni di liquidità nel 2017”, ha rilevato il perito.

Prossima udienza prevista per l’11 marzo. Tra i testimoni convocati il Segretario di stato alle finanze Marco Gatti.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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