San Marino. Nuove audizioni eccellenti nel processo sul caso Titoli Demeter

San Marino. Nuove audizioni eccellenti nel processo sul caso Titoli Demeter

RASSEGNA STAMPA – Sentito anche Carlo Cottarelli: “Grais e Savorelli li conoscevo erano ben visti dal Fmi. Confuorti a Natale mi mandava il panettone”

ANTONIO FABBRI – Nuova udienza, ieri, per il cosiddetto processo 500, quello comunemente conosciuto come “caso titoli”, che vede imputati gli ex vertici di Banca Centrale, oltre a Francesco Confuorti e agli ex vertici di BancaCis. Le imputazioni a vario titolo riguardano, come noto, la vicenda dei titoli Demeter, il commissariamento di Asset Banca e il prestito Leighton Holding. Diversi i testimoni ascoltati nel pomeriggio di ieri.

La deposizione di Cottarelli Tra i testimoni Carlo Cottarelli, all’epoca dei fatti Direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale in rappresentanza di Italia e San Marino. Cottarelli ha dichiarato di conoscere l’ex direttore di Banca Centrale, Lorenzo Savorelli, perché avevano entrambi lavorato a Washington e i rispettivi figli si conoscevano in quanto vicini di casa. “In occasione delle mie visite a San Marino l’ho incontrato. Ci conoscevamo e conoscevo anche il presidente Grais”.

Nelle visite Article IV del fondo monetario sul Titano, Cottarelli ha accompagnato la missione del FMI, “probabilmente nelle visite del 2015, 2016 e 2017”, ha riferito. “Credo che in quelle visite il Fondo non biasimasse San Marino. La situazione era difficile, ma alcune cose si stavano facendo”, ha riferito Cottarelli sottolineando anche che sia lui personalmente sia il Fondo Monetario vedevano la nuova governance di Bcsm, di standing internazionale, “in modo positivo”.

“Conoscevo anche il presidente Grais, che tra l’altro era stato capoufficio di mia moglie e aveva un’ottima reputazione”. Quanto a Francesco Confuorti “lo conosco, ma molto meno”, ha detto Cottarelli. “Sono stato invitato una o due volte da lui per delle conferenze. Sapevo che era un finanziere. Per trasparenza dico che ogni anno a Natale, per un periodo, ci mandava a casa un panettone. Ancora lo ricordo perché mia moglie diceva che era molto buono”. Cottarelli ha riferito anche di avere incontrato l’allora Segretario alle finanze Simone Celli. “Me lo ricordo e anche negli anni successivi sono rimasto in contatto. Sono venuto successivamente per una o due conferenze a San Marino e ci siamo incontrati e salutati”.

Gli ex dipendenti di BancaCis Sentiti anche tre ex dipendenti di BancaCis. Questi hanno affermato come il responsabile della gestione del credito fosse il vicedirettore Emilio Gianatti che è uno degli imputati del processo. Erano poi emerse delle anomalie nella gestione di più di una operazione e a quel punto il Direttore generale aveva assunto in prima persona la gestione del credito. I dipendenti che hanno deposto hanno parlato di un operato di Gianatti che dispose affidamenti al di fuori dalle sua competenze, definita, questa, una “circostanza unica per importi e modalità”.

Audizione dell’ex direttore Aif Ascoltato anche l’ex Direttore dell’Agenzia di informazione finanziaria, Nicola Veronesi. Veronesi, rispondendo alle do- mande delle parti, ha affermato che erano state riscontrate delle anomalie in particolare circa le iniezioni di liquidità da parte di Bcsm in BancaCis e l’impressione era che questa liquidità potesse essere utilizzata “in forme anomale di finanziamento. Affidamenti e finanziamenti a soggetti che avevano merito creditizio pari allo zero”, ha detto Veronesi.

Ha poi affermato come con Savorelli, a parte le presentazioni iniziali, non ci fu pressoché nessun tipo di rapporto.

Poi ha parlato delle verifiche fatte, richiesta da Bcsm, su Ali Turki. “Dall’inghilterra risposero che non potevano darci la collaborazione. La Svizzera ci rispose dopo qualche tempo e ci disse che confermava che i fondi portati da Turki sul Titano, trenta milioni, arrivavano da una loro banca. Ci dissero che Turki era soggetto noto e ci dissero che era coinvolto in indagini di criminalità organizzata. Poi però dalla Svizzera precisarono che non si trattava di coinvolgimento, ma di una loro ipotesi investigativa che non aveva trovato alcun riscontro e non venne confermata”. Veronesi ha affermato che l’impressione è che ci fosse un certo atteggiamento “di favore” da parte degli allora vertici di Bcsm verso BancaCis. Veronesi ha parlato di segnalazioni alla Bcsm circa delle operazioni che ritenevano dubbie. Dagli avvocati è stato ritenuto discutibile che determiante situazioni riscontrate in Bcsm non fossero state segnalate all’autorità giudiziaria.

L’avvocato Fabio Federico, difensore di Daniele Guidi, a fronte di una serie di domande rimaste senza risposta ha sottolineato sulle segnalazioni: “mi interesserebbe semplicemente capire perché certi fatti sì, certi fatti no”, rilevando che diverse sue domande non hanno ottenuto risposta.

L’audizione di Capicchioni Sentito nel tardo pomeriggio anche l’ex Segretario di stato alle finanze, Giancarlo Capicchioni, chiamato dal giudice Vico Valentini poiché citato più di una volta da altri testimoni, in quanto membro di governo quando vennero nominati il presidente Wafik Grais e Savorelli. In particolare gli è stato chiesto di una riunione del Comitato per il credito e risparmio del luglio 2016. “Non ci furono particolari questioni neanche nel Congresso di Stato per la nomina e sulla figura di Grais, fino a quando non annunciò la volontà di fare un audit interno alla Banca Centrale e l’Aqr sulla qualità degli attivi. In quella riunione ci furono perplessità, ma non tanto sul presidente, quanto sulla proposta e su che cosa sarebbe successo dopo audit e Aqr. Non ci fu un vero e proprio dissenso. Questa attività era nelle prerogative della Banca Centrale, ma poteva avere riflessi importanti. Non fu messa in dubbio la nomina di Grais o di Savorelli”. Capicchioni ha affermato che non ci fu la percezione di contatti o interferenze, neppure quando emerse che la società in cui aveva lavorato Grais si trovava allo stesso indirizzo in Lussemburgo di una società di Grandoni. “Nessuna questione fu posta su questo. Gli allora colleghi volevano sapere quali intenzioni poteva avere Bcsm facendo Audit interno e Aqr”. Gli avvocati di Banca Centrale hanno chiesto come si svolse il bando internazionale e Capicchioni ha spiegato che, da una cinquantina di domande iniziali, rimasero 7 candidati, poi ne restò una terna più un quarto di “riserva”. Il quarto era Grais “l’italiano lo capisce, un po’ lo parla, ma saremmo noi, disse qualche collega, che dovremmo parlare inglese”, ha riferito Capicchioni affermando di non avere avuto nessuna interessenza con Confuorti.

Prevista oggi una nuova udienza e altri testimoni.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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