San Marino. Rimedi straordinari, tre casi davanti dal giudice Iadecola tra cui la prima condanna per riciclaggio

San Marino. Rimedi straordinari, tre casi davanti dal giudice Iadecola tra cui la prima condanna per riciclaggio

Tre casi davanti al Giudice per i rimedi straordinari, Gianfrancesco Iadecola.

ANTONIO FABBRI. Uno, il caso della truffa alle assicurazioni che vedeva coinvolti di David Oddone e Alessandro Pecci i quali hanno avuto ragione a Strasburgo e pertanto hanno chiesto la revisione del processo, è stato subito rinviato per difetto di notifica alle parti civili, ovvero le compagnie assicurative. L’udienza è stata quindi aggiornata alla seconda metà di gennaio 2022. (…)

Tratto da L’informazione di San Marino

Articolo integrale pubblicato dopo le 23

Tre casi davanti al Giudice per i rimedi straordinari, Gianfrancesco Iadecola. Uno, il caso della truffa alle assicurazioni che vedeva coinvolti David Oddone e Alessandro Pecci i quali hanno avuto ragione a Strasburgo e pertanto hanno chiesto la revisione del processo, è stato subito rinviato per difetto di notifica alle parti civili, ovvero le compagnie assicurative. L’udienza è stata quindi aggiornata alla seconda metà di gennaio 2022.

Discussa, invece, la richiesta di revisione del primo processo per riciclaggio celebratosi a San Marino. Quello che vide condannato il commercialista italiano Marco Benini a 2 anni e 6 mesi di prigionia e all’interdizione dalla professione, 6.000 euro di multa, oltre alla condanna al pagamento dell’intera somma transitata in Repubblica: 4,3 milioni. Confisca per equivalente che a gennaio 2019 venne confermata anche dalla Corte di Cassazione italiana. Perché si torna allora su quella condanna? Perché Benini, tramite l’avvocato Stefano Pagliai, ha presentato una dichiarazione di quello che all’epoca fu il maggiore accusatore, il testimone che, a distanza di tempo, ha di fatto ritrattato quanto dichiarò all’epoca, ovvero che Benini fosse consapevole che il denaro oggetto del procedimento era di provenienza illecita. La prova è stata tuttavia raccolta tramite indagine difensiva dei legali stesso imputato. Così, se da un lato la difesa ritiene la ritrattazione sopravvenuta una nuova prova idonea a rivedere il giudicato, non la pensa allo stesso modo la Procura fiscale.

Il Pf Giorgia Ugolini, infatti, pur ritenendo il ricorso ricevibile, chiede che venga dichiarato inammissibile, perché la prova che viene portata, oltre a non essere ritenuta idonea per modificare il giudicato, sarebbe stata acquisita al di fuori delle modalità previste dalla legge vigente. Il giudice Iadecola si è riservato di decidere nei termini di legge.

Altro caso discusso in mattinata quello di Gianluca Di Muro, che ha subito nel 2018 una condanna a 8 mesi, pena sospesa, per appropriazione indebita e fatture false. Il suo difensore, avvocato Filippo Cocco, ha sostenuto la violazione del diritto di difesa, invocando la Carta dei diritti, la legge sul giusto processo e la Convenzione Edu, sostenendo che vi sia stato lo “sforamento” dei termini nella fase di indagine e questo avrebbe causato la lesione del diritto di difesa. La procura fiscale, pur affermando la ricevibilità del ricorso, ha chiesto di dichiararlo inammissibile in quanto non rientrante tra i casi tassativamente previsti dalla legge per il ricorso al giudice per il rimedi straordinari.

Anche in questo caso il giudice si è riservato la decisione.

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