San Marino punta ai pensionati orfani del Portogallo, ll Sole 24 Ore

San Marino punta ai pensionati orfani del Portogallo, ll Sole 24 Ore

 Nomadi fiscali

 La Repubblica del Titano vuole attrarre 500 nuovi residenti all’anno, ma per ora sono solo 104 dal 2021. Imposta al 6%

Il Sole 24 Ore. ROBERTO GALULLO e ANGELO MICUZZI- La Rocca di San Marino non ha nulla da invidiare a Lisbona o Atene e i pensionati italiani sembrano accorgersene. San Marino, da quattro anni, si propone come un “paradiso” dove risiedere bene e pagare meno tasse. Per gli italiani con un buon assegno pensionistico, del resto, è come restare a casa. Stessa lingua, usi e consumi apprezzati, buona cucina e – il che non guasta – tanti soldi in meno all’Erario. Quanto ai controlli sammarinesi sulla effettiva residenza, beh, «quelli sulla carta ci sono ma per il momento – dichiara Matteo Zeppa, eletto per il Movimento Rete nel Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino – restano una grande punto interrogativo». (…)

Basta pagare mille euro e presentare una domanda (inappellabile e, finora, il Titano ne ha respinte un paio) per chiedere la cosiddetta “residenza atipica pensionati”. L’aspirazione non è per tutti: chi si affaccia per la prima volta deve avere un reddito annuale non inferiore a 50mila euro lordi annui o un patrimonio mobiliare non inferiore a 300mila euro. Sui redditi da pensione è dovuta un’imposta sostitutiva dell’Irpef del 6% ma se il pensionato ha ricoperto il ruolo di dirigente o funzionario di un organismo internazionale e ha un reddito annuale non inferiore a 100mila euro lordi annui, l’imposta diventa il 3%.

Qualche domanda sui controlli se l’è posta anche il consigliere Andrea Zafferani (Repubblica futura). «Guardando ai numeri dei ricongiungimenti – ha affermato in Aula l’8 marzo – una lampadina si è accesa: i numeri delle residenze concesse per pensionati e regimi fiscali agevolati sono sostenuti ma i dati dei ricongiungimenti si fermano a 12. O sono tutti senza famiglia o non ricongiungono la famiglia, forse perché non ci abitano davvero? Facciamo controlli specifici su questi numeri?». (…)

«Bisogna analizzare molto bene gli articoli 18 e 19 delle convenzioni bilaterali che seguono il modello Ocse – spiega Antonio Merola, tributarista internazionale – . La maggior parte delle circa 90 convenzioni firmate dall’Italia prevede la tassazione concorrente (ogni Paese si prende una fetta) o la tassazione esclusiva nel Paese della fonte (soprattutto per le pensioni pubbliche). E allora, prima di trasferirsi all’estero, bisogna assicurarsi che il trattato bilaterale preveda una tassazione esclusiva nel Paese di destinazione». (…)

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy