San Marino resta “non investment grade”, Fitch conferma il BB

San Marino resta “non investment grade”, Fitch conferma il BB

Rassegna stampa – Fitch conferma il BB, ma rivede l’outlook da stabile a positivo. Il Titano resta “non investment grade” nonostante la cartolarizzazione

San Marino resta “non investment grade” nonostante la cartolarizzazione. L’agenzia Fitch infatti ha confermato il rating BB. Segnale positivo, tuttavia, che l’outlook che viene rivisto da stabile a positivo.

A leggere il comunicato dell’agenzia di rating, si riscontrano luci e ombre, con la bilancia che pende un po’ di più verso le seconde.

Comunque, la nota dell’agenzia è stata diffusa ieri sul proprio sito internet. L’ultima valutazione risaliva al luglio scorso quando la stessa aveva valutato positivamente il rifinanziamento del debito ma ricordato anche il quantitativo elevato di crediti deteriorati (NPL), raggiungendo il 55% dei prestiti lordi e i dubbi sugli effetti delle cartolarizzazione prevista dal Governo.

Dubbi sulla cartolarizzazione che evidentemente permangono. Da un lato infatti, nella valutazione pubblicata ieri, c’è la presa d’atto del miglioramento della raccolta bancaria, ma anche la segnalazione degli elevati costi che permangono nel settore e soprattutto i dubbi sulla crescita futura e il permanere dell’alto onere debitorio e la debole qualità degli attivi.

“Il costante miglioramento di alcuni parametri chiave del settore – si legge nel report – ha ridotto il rischio che le banche sammarinesi rappresentano per il bilancio del governo – osserva Fitch – Nonostante i fattori avversi esterni, il coefficiente di solvibilità del settore è aumentato al 15,8% a giugno 2023, dal 9,5% a fine 2019, e i rapporti di liquidità sono costantemente migliorati, con attività liquide rispetto a passività a breve termine in aumento al 44,7% a partire da 2023 dal 27,0% nel 2019. Supportato da margini di tasso di interesse più elevati, il settore è sulla buona strada per riportare un profitto per il terzo anno consecutivo, dopo 11 anni di perdite”.

Quanto alle note dolenti che ancorano il rating a BB, si legge: “Tuttavia – rimarca Fitch – le questioni strutturali relative alla redditività continuano a destare preoccupazione poiché la struttura dei costi della banca sammarinese rimane molto elevata, come evidenziato da un rapporto costi/ricavi del 77,7% che è ben al di sopra del 60,6% riportato per la media UE. I progressi volti a ridurre la costosa rete di filiali e gli alti salari sono in fase di stallo”, il riferimento maggiore pare essere alla banca di stato, Carisp.

Sebbene il sistema vede un reddito pro capite elevato e “un  settore delle esportazioni resiliente, un’ampia posizione creditoria netta esterna e un sistema politico stabile” sostiene Fitch, “il rating è gravato da un elevato onere debitorio e da una debole qualità degli attivi nel grande settore bancario.

Altri punti deboli principali sono le dimensioni molto ridotte dell’economia, la limitata capacità amministrativa che si riflette nei problemi di qualità dei dati e il basso potenziale di crescita”. L’agenzia di rating prevede infatti un rallentamento della crescita. “La crescita rallenta – scrive il report – le entrate fiscali dirette e i dati sulla produzione suggeriscono un ritorno a tassi di crescita più moderati quest’anno, dopo una ripresa economica eccezionalmente forte nel 2021/22. Ci aspettiamo che il PIL reale rallenti all’1,0% nel 2023 dal 7,6% nel 2022 (dati provvisori), ma superando le nostre previsioni per l’Italia e l’Eurozona rispettivamente dello 0,7% e dello 0,5%. Prevediamo che l’economia sammarinese crescerà vicino al potenziale, con una crescita del PIL reale che raggiungerà l’1,3% oltre il 2024.”

Fitch elenca anche i fattori che potrebbero portare a un downgrade del rating:

“-Strutturali: incapacità di ridurre efficacemente le vulnerabilità del settore bancario, ad esempio, in termini di debole qualità degli attivi e bassa liquidità, che crea rischi per la stabilità finanziaria e per le finanze pubbliche.

– Finanze pubbliche: mancata ulteriore riduzione dell’indebitamento pubblico, ad esempio, a causa della cristallizzazione di ulteriori passività potenziali significative dal settore finanziario settore, un periodo prolungato di bassa crescita o l’incapacità di consolidare i conti fiscali.

– Esterno: maggiori rischi di rifinanziamento esterno, ad esempio, a causa del ridotto accesso ai mercati obbligazionari esterni.

– Macro: un grande shock macroeconomico avverso, ad esempio, innescato da una forte contrazione economica tra i paesi vicini”.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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