San Marino. Salta il Des in Commissione, il Pdl ritirato dall’Odg

San Marino. Salta il Des in Commissione, il Pdl ritirato dall’Odg

Salta il Des in Commissione, il Pdl ritirato dall’Odg

ANTONIO FABBRI – Due partiti di maggioranza, Motus Liberi e Rete, fanno a gara per intestarsi il merito di aver fatto saltare – se temporaneamente o definitivamente si vedrà – un progetto di legge fortemente voluto dal principale alleato di maggioranza, la Dc.

Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro per spiegare lo stato confusionale in cui si trova la coalizione che sostiene il Governo, per la quale, ieri, è stata di certo una giornata nera. C’è stato giusto il tempo di salutare nella Commissione finanze che doveva portare alla discussione del progetto di legge sul Des, e poi la seduta è finita prima di cominciare.

Infatti sul tavolo del presidente Alessandro Mancini è arrivata, in apertura, la comunicazione del Segretario di Stato Marco Gatti, che non era presente in aula, firmata anche dai capigruppo di maggioranza, in cui si chiedeva di soprassedere alla trattazione del comma n. 3, proprio quello dell’esame del Pdl sul Distretto economico a fiscalità speciale. Richiesta di soprassedere “alla luce della mole degli emendamenti sopraggiunti e delle ulteriori necessità di confronto tuttora esistenti”.

Questa la motivazione ufficiale che quindi lascia intendere che l’esame del progetto di legge sia stato sospeso, non propriamente ritirato, in attesa dell’esame di emendamenti e di confronti. Se tornerà in discussione, al momento è difficile da dire. D’altra parte la maggioranza ha già abituato alla “sparizione” di progetti di legge dati come di vitale importanza, annunciati in pompa magna e poi svaniti nel nulla (qualcuno ricorda i Titani?). Sta di fatto che è stato di sicuro un duro colpo per la maggioranza, che da un lato non ci ha fatto una bella figura, dall’altro, da ora in poi, faticherà parecchio a trovare la quadra su qualsiasi cosa, anche se quella del tira e molla tutto interno ai partiti che sostengono il governo è una pantomima che va avanti da un po’. Che la situazione sia molto tesa, lo si è capito non solo dal ritiro dal Des, ma anche dal fatto che il Segretario di Stato all’Industria, Fabio Righi, ha deciso di ritirare i due progetti di cui era proponente e che erano in programma all’ordine del giorno, la “Legge quadro in materia di Società benefit” e la “Legge sul Consumo”.

Più che il ritiro dalla discussione anche di questi progetti di legge per riproporli alla prossima commissione, è la motivazione del ritiro ad avere un peso politico. Ha detto infatti il Segretario all’Industria: “Prendo atto della decisione saggiamente presa del collega di rivedere un Pdl che ha fatto dibattere. Riscontro una situazione politica strana in questo contesto e il mio timore è che questa commissione possa essere oggetto di una strumentalizzazione politica che non mi sento di affrontare su progetti di legge come quello sui consumi e benefit, fortemente richiesti dalle categorie, con il rischio di comprometterli in un clima non sereno. Mi sento di chiedere prima dell’apertura del comma di soprassedere anche sugli ulteriori comma 4 e 5, per riportare poi i progetti in un momento con un clima diverso. Credo sia responsabile. Non me la sento di affrontarli in un clima come quello che si è venuto a creare, rischiamo di non avere la lucidità necessaria per affrontare questi temi. Chiedo di soprassedere e di ripresentarli a stretto giro, nella prossima commissione”.

Il timore è evidentemente indirizzato alla sua maggioranza, dato che l’opposizione comunque farebbe il suo lavoro di critica verso progetti del governo. Segno che il clima in maggioranza è da coltello tra i denti e ci si attendono dispetti ad ogni angolo. Inevitabile, quindi, che a caldo il Segretario Righi parli della necessità di chiarimenti approfonditi nella maggioranza e nel governo. Così anche il presidente della Commissione Alessandro Mancini che, pur non sbilanciandosi in quella veste, parla di necessità di analizzare quanto accaduto da parte delle forze di maggioranza.

E’ anche singolare che, nella corsa che si è subito innescata per intestarsi il merito di aver fatto saltare il Des, ci siano anche lo stesso Motus Liberi, che per la verità si è sempre detto contrario al progetto, e Rete che afferma “preferiamo essere protagonisti che spettatori, anche di fronte a un progetto complesso e non di facile accettabilità, come il Des”. Rete che un comunicato dell’ultimora, martedì pomeriggio, aveva reso nota la posizione del Direttivo del mo- vimento contraria al Des, allo stesso tempo lasciando libertà di voto ai propri consiglieri, molti dei quali il Des si erano già detti pronti a votarlo. Nonostante la deliberazione cerchiobottista, comunque, la posizione del Direttivo di Rete ha sicuramente avuto un peso verso l’alleato democrstiano, principale sostenitore del Des, che ha visto mettere pesantemente in dubbio l’appoggio della maggioranza al progetto di legge. Ma non si può dire non abbiano pesato anche le posizioni delle parti sociali, delle categorie economiche e anche una forte perplessità tutta interna al partito di Via delle Scalette.

Sarà il periodo, ma la settimana di passione per la maggioranza si sta rivelando tale. Appare anche difficile che dopo Pasqua possano risorgere rapporti di concordia tra i partiti che sostengono il governo. Tutti ormai sembrano in campagna elettorale e il mantenimento del consenso conta di più persino di progetti dati, in prima battuta, come imprescindibili e vitali, poi di punto in bianco ritirati, ritrattati, edulcorati, modificati. Sembra che ormai la maggioranza regga solo a forza di dietrofront tattici, come accaduto prima sulle bollette e, ieri, sul Des.

Articolo tratto da L’informazione pubblicato integralmente dopo le 23

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