San Marino. Stefano De Luigi sul figlio Simone: “Era un ragazzo fantastico, sempre disponibile con tutti”

San Marino. Stefano De Luigi sul figlio Simone: “Era un ragazzo fantastico, sempre disponibile con tutti”

Muore in scooter, il dolore del padre: “Simone era un ragazzo fantastico”. Stefano De Luigi ricorda l’ultima volta che ha visto il figlio: “Mi ha detto ‘Ciao papà, vado al chiringuito’. Stento a credere che abbia fatto una manovra azzardata”. In fin di vita la 16enne che viaggiava con il giovane

LORENZO MUCCIOLI – “Domenica ci siamo incrociati a casa verso le 20.30. Io tornavo dal negozio, lui stava uscendo. Mi ha detto ‘ciao papà, vado con gli amici al chiringuito a Rimini’”. Non poteva immaginare Stefano De Luigi che quella era l’ultima volta in cui vedeva il figlio Simone, 18 anni compiuti il 3 agosto scorso, astro nascente del tennis sammarinese. Non poteva sapere che il ragazzo, che a settembre avrebbe frequentato il quinto anno del Liceo Scientifico e che aveva all’attivo due partecipazioni con la Nazionale biancazzurra alla Coppa Davis, sarebbe morto il mattino seguente all’ospedale “Bufalini”, a seguito dell’incidente avvenuto verso la mezzanotte sulla Statale 16 a Viserba. (…)

“Ho letto da qualche parte che mio figlio avrebbe effettuata una inversione a ‘U’, ma io stento a credere a questa versione. Simone non avrebbe mai fatto nulla così avventato. Non voglio esprimere giudizi, perché le indagini spettano unicamente alla polizia stradale, nella quale ripongo fiducia. Da quanto emerso finora, però, pare che la macchina che ha investito mio figlio non stesse andando piano: lo scooter è stato scaraventato a un centinaio di metri di distanza e sull’asfalto non ho visto segni di frenata. Ma, ripeto, è ancora troppo presto per saltare a conclusioni: lasciamo che gli inquirenti facciano il loro lavoro. Simone – ricorda papà Stefano – era un ragazzo fantastico, sempre disponibile con tutti. Amava il tennis, era la sua grande passione fin da piccolo. Nonostante ciò, trovava il tempo di darmi una mano in negozio. Domenica aveva fatto il turno della mattina, poi ero andato a dargli il cambio. La sera era uscito con quella ragazza iscritta alla sua stessa scuola: si frequentavano da un po’, erano amici, non so se fosse la sua fidanzata. Sono andati a Rimini, insieme ad un’altra coppia che però viaggiava in macchina. Hanno parcheggiato in due punti diversi. Dovevano tornare insieme a Dogana. L’altra coppia è arrivata a destinazione, Simone e la ragazza no. A quel punto gli amici hanno capito che doveva essere successo qualcosa. Sono stati loro ad avvertirmi”, conclude il padre del 18enne.

Articolo tratto da Il Resto del Carlino

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