San Marino. Un albero per ogni nuovo nato: presentate due Istanze d’Arengo

San Marino. Un albero per ogni nuovo nato: presentate due Istanze d’Arengo

Un albero per ogni nuovo nato: presentate due Istanze d’Arengo

ANTONIO FABBRI Chissà se i presentatori delle Istanze d’Arengo che associano la piantumazione di un albero alla vita di un nascituro che si affaccia sul mondo o a quella di chi, al tramonto della propria vita, si appresta all’ultimo viaggio, avevano in mente, quando sono saliti a Palazzo, le tante parole spese in filosofia e letteratura che legano l’esistenza dell’uomo alla natura. Chissà.

A leggere le due istanze, che di certo celano dietro la sintetica letteralità delle parole riflessioni più profonde, viene comunque in mente Edgar Lee Masters che nella sua “Antologia di spoon river” fa dire a Conrad Sievers che non vuole essere sepolto “in quel giardino abbandonato dove i corpi si trasformano in erba che non nutre greggi”, ma piuttosto preferisce aggirarsi “nel moto chimico della vita, nel suolo e nella carne dell’albero, e negli epitaffi viventi di mele più rosse!” Oppure viene alla mente, per dirla in modo più pop, Francesco Guccini: “Quando il mio ultimo giorno verrà dopo il mio ultimo sguardo sul mondo Non voglio pietra su questo mio corpo, perché pesante mi sembrerà Cercate un albero giovane e forte, quello sarà il posto mio”, con il desiderio di trascorrere tutte le stagioni in simbiosi con la pianta “ed in estate, se il vento raccoglie l’invito fatto da ogni gemma fiorita sventoleremo bandiere di foglie e canteremo canzoni di vita E così, assieme, vivremo in eterno qua sulla terra, l’albero e io”.

Sta di fatto che le due Istanze d’Arengo che saranno discusse nel Consiglio di agosto sembrano chiedere esattamente questo: l’armonia dell’uomo con la natura dal primo all’ultimo giorno e, addirittura, per l’eternità.

Così l’Istanza numero 25 chiede: “Considerato che la Legge 29 Gennaio 1992 n.113 della Repubblica Italiana prevede ad ogni Comune di porre a di- mora albero per ogni neonato già dal 1992,

• considerato il gesto che riveste la piantumazione di alberi in natura diventando un contributo migliorativo sulla qualità dell’aria, sull’estensione del verde e per una maggiore qualità dell’ambiente urbano e della sostenibilità delle comunità,

• vista l’importanza di detta normativa come un concreto aiuto al clima e all’ambiente da tutelare e per riqualificare e migliorare l’ambiente per le future generazioni, Gli istanti chiedono di adottare una normativa che disponga di porre a dimora un albero ogni nuovo nato”.

Il legame ideale che si creerebbe tra quel bambino che nasce oggi e il “suo” albero è già in sé significativo.

Allo stesso modo è significativa l’altra Istanza in discussione, la numero 24, che chiede l’istituzione della Capsula Mundi. “I sottoscritti cittadini sammarinesi – si legge – rivolgono la presente istanza d’Arengo alla LL. EE.:

• Considerando che il pr0getto CAPSULA MUNDI consiste in una urna biodegradabile per le ceneri e che dopo averla interrata, essa è in grado di creare e generare nuova vita sotto forma di albero.

• Rivalutando la morte come inizio di un nuovo percorso di ricongiungimento con la natura,

• considerato il problema del consumo di suolo e l’inevitabile riduzione di spazio delle normali pratiche mortuarie, gli istanti chiedono di aggiungere alle leggi vigenti in materia mortuaria, la possibilità anche in Repubblica della pratica di CAPSULA MUNDI”, conclude l’istanza.

Articolo tratto da L’informazione pubblicato integralmente dopo le 23

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