Dati e numeri alla mano, la battuta d’arresto che hanno subito le nascite, non potrà che ripercuotersi negativamente sul sistema Paese.
Lo afferma l’USL, che aggiunge: “Quanti medici, insegnanti e più in generale lavoratori avremo domani se oggi non nascono più bambini?
Di fronte a un simile quesito e allo sconcerto che dovrebbe destare, si resta allibiti nel vedere come poco o nulla il Governo faccia nonostante le innumerevoli segnalazioni e richieste di aprire un Tavolo permanente che contempli e dia risposte anche a questo tema. Alla richiesta di individuare delle strategie di rilancio del potere d’acquisto delle fasce più bisognose, è seguita una generica dichiarazione di accoglimento ma nessun atto concreto.
Nella vicina Italia è stata approvata la manovra 2024 che stanzia 1 miliardo a sostegno delle famiglie e incentivi alla natalità. Inoltre, è previsto che le madri con due o più figli non paghino i contributi a carico dei lavoratori; a San Marino si sono dati pochi spicci di aumento su degli assegni familiari fermi come cifra al “paleolitico” e quindi del tutto insufficienti“.
“Viviamo momenti difficili dove oltretutto l’Europa spinge su politiche di austerity, cioè su misure di politica economica restrittive volte a ridurre il deficit pubblico e raggiungere il pareggio di bilancio – ha dichiarato il Segretario Generale di USL Francesca Busignani. Per raggiungere il pareggio di bilancio e fermare l’aumento del debito pubblico ci sono essenzialmente due strade: la prima strada agisce sulle uscite e consiste nel contenere la spesa pubblica, tagliando servizi forniti o posticipando investimenti; la seconda agisce sulle entrate e consiste nell’aumentare tasse e imposte per avere più denaro con cui coprire i buchi di bilancio”. “Con gli altri sindacati europei – prosegue Busignani – stiamo cercando di fare muro contro le misure di austerità che stanno sfociando anche nella drastica diminuzione delle nascite che a sua volta impatta sulla crescita economica perché il freddo dell’inverno demografico rischia di congelare anche il PIL. Al momento i nostri interlocutori non hanno messo a punto nulla in grado di contrastare lo scenario appena descritto. Servono leve di sviluppo che stimolino e accelerino la crescita non soltanto economica, servono scelte coraggiose e non di austerity, che aiutino e tutelino le persone in un’ottica di condivisione fra politica e OOSS”.