Un litigio in palestra finisce in tribunale. Spintone derubricato a percosse. Prescritto

Un litigio in palestra finisce in tribunale. Spintone derubricato a percosse. Prescritto

ANTONIO FABBRIUn litigio in palestra finisce in tribunale. L’episodio si è verificato ormai quattro anni fa, il 3 febbraio 2018, presso la palestra Energia, frequentata dalle due persone che ieri sono finite davanti al giudice Roberto Battaglino, uno come denunciante e parte lesa e uno come imputato. Tutto, secondo le ricostruzioni emerse ieri in aula, sarebbe nato da una antipatia tra i due e da contrasti nell’utilizzo degli attrezzi della palestra.

Insomma non si può dire che tra i due corresse buon sangue. La frequentazione della stessa palestra all’incirca negli stessi orari, ha peggiorato la situazione finché ne è nato un acceso diverbio e, secondo quanto ricostruito, una spinta da parte di uno nei confronti dell’altro che sbilanciatosi sarebbe indietreggiato di diversi metri e per cercare di non cadere ha subito una torsione del busto con distrazione muscolare ed ha sbattuto un ginocchio.

Il pronto soccorso rilasciò una prognosi clinica di tre giorni. Ieri sono stati ascoltati alcuni testimoni e l’imputato che ha affermato “io non l’ho toccato”. Non così per la parte lesa che ha sporto denuncia.

Il legale della parte civile, Marina Pedini, ha affermato che “le lesioni sono state accertate ed è acclarato il nesso tra lo spintone e le lesioni”. Quindi ha chiesto la condanna e il risarcimento del danno chiedendo una provvisionale di 1000 euro. Il procuratore del fisco, Roberto Cesarini, ricostruendo l’accaduto e richiamandosi alle testimonianze e referti dei medici, ha ritenuto che già in queste emergesse come non si potessero contestare le lesioni personali, ma piuttosto le percosse. Ha quindi chiesto la derubricazione della contestazione da lesioni a percosse e, in tale caso, diminuendo la pena prevista, di dichiarare il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.

L’avvocato Paride Bugli, difensore dell’imputato, ha dal canto suo chiesto, invece, l’assoluzione con formula piena: “Non c’è nessuno che possa avere accertato quanto accaduto, conosciamo il carattere della parte lesa e come si sia creata la situazione. Nessuno d’altra parte riferito di alcuna spinta, le lesioni escluse e magari più legate allo stato fisico del denunciante. Neppure le percosse, che presumono un colpo, ci sono state. Insomma, la prova del gesto non c’è”, ha detto l’avvocato Bugli chiedendo l’assoluzione. Il giudice Battaglino, accogliendo la richiesta del procuratore del fisco ha dichiarato il reato prescritto.

Non si è tuttavia pronunciato sulla richiesta di risarcimento del danno.

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

 

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