Verso le elezioni politiche di San Marino, L’Informazione: “Dc e Ar unici partiti verso cui sono stati posti dei veti per la negoziazione”

Verso le elezioni politiche di San Marino, L’Informazione: “Dc e Ar unici partiti verso cui sono stati posti dei veti per la negoziazione”

Rassegna stampa – Dc e Ar unici partiti verso cui sono stati posti dei veti per la negoziazione. Le forze politiche che ne volevano escludere altre sembrano essersi messe all’angolo da sole. Per le mosse maldestre dei vertici di via delle Scalette delle ultime ore, l’alternativa progressista diventa una opzione meno improbabile

ANTONIO FABBRI – “La DC, seppure possa scegliere fra due opzioni politiche ugualmente robuste e sensate, continua a isolarsi nel rapporto con AR. E che cos’è AR? Un partito problematico. Un impasto di culture contrapposte, retto da due avvocati con uno stile aggressivo, cui fanno da contorno figure politiche residuali. Con AR, la DC ha inaspettatamente stretto rapporti sempre più forti. Così facendo la DC ha assecondato un modo di fare lontano dalla ricerca del dialogo, dalla comprensione e dallo spirito di conciliazione, ovvero dai valori politici che dovrebbero guidare una Repubblica come la nostra”.

Parole profetiche? Chissà. Per il momento, almeno formalmente a vedere le dichiarazioni per le negoziazioni post voto, il vaticinio pare verificarsi. A pronunciarlo in una intervista su queste pagine lo scorso 18 marzo, è stato il presidente del PSD, Luca Lazzari.

Certo nel PSD ci sono ancora delle figure intimorite o succubi dei diktat di Via delle Scalette, non è un caso che DC-AR le blandiscano ad ogni piè sospinto. Tuttavia il partito non pare più essere (soltanto) quello di qualche mese fa.

Sta di fatto che, per quanto riguarda le dichiarazioni per negoziare dopo il voto la possibile formazione di una maggioranza a sostegno del nuovo governo, Democrazia cristiana e Alleanza riformista sono gli unici partiti che hanno subìto dei veti, nello specifico da Rete e da Demos. Il risultato è che chi voleva isolare, in una sorta di contrappasso politico, è rimasto isolato, almeno in parte, e si è visto precluse sulla carta delle possibilità di dialogo. Possibilità di dialogo che non si sono preclusi tutti gli altri, perché Rete e Demos hanno indicato per le negoziazioni oltre a Libera/PS-PSD e Dml, anche Repubblica Futura.

Alla storiella di Adesso.sm, che DC-AR rilanciano con una narrazione (vedi sopra) che fa sempre meno presa, non crede pressoché più nessuno, almeno sul piano politico.

Il fatto che tutti abbiano indicato Rf, nella cui lista sono presenti come indipendenti quattro esponenti di Area Demcratica, per le possibili negoziazioni post voto, testimonia che la narrazione era distorta prima e lo è ancor più oggi.

Si continua però a raccontare, perché vorrebbe mascherare quella che, con la conventio ad exludendum, appariva la reale finalità della strategia: blindare una maggioranza con la Dc a fare da capofila, impedendo a Libera/PS-PSD di ragionare su una possibile, e tra l’altro sempre prospettata, alternativa progressista.

In tal modo si sarebbe depotenziato persino il “peso contrattuale” di Libera/PS-PSD dopo il voto, qualora si optasse per il tanto declamato accordo tra le due forze maggiormente rappresentative.

Insomma il timore di via delle Scalette è che dopo il voto si possano creare realmente le condizioni per un alternativa di centrosinistra. Una alternativa, grazie soprattutto alle mosse maldestre dei vertici Dc anche delle ultime ore, che a questo punto non verrebbe per nulla esclusa neppure dalle parti di Repubblica futura.

Si vedrà, la strada verso il voto è ancora lunga e un peso lo avranno senz’altro i numeri che usciranno dalle urne.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

 

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