Violazione dei diritti umani in Cina, San Marino firma documento all’Onu

Violazione dei diritti umani in Cina, San Marino firma documento all’Onu

La presa di posizione, assieme ad altri 46 paesi, è indirizzata all’Alto Commissario per i diritti umani e riguarda la minoranza turca degli uiguri e la situazione in Tibet e Hong Kong.

ANTONIO FABBRI – San Marino firma assieme ad altri 46 paesi una dichiarazione congiunta sulla situazione dei diritti umani in Cina. Una presa di posizione sicuramente importante per la sede i cui è stata formulata, della quale a San Marino non è stata data notizia.

A pubblicare questo documento lo scorso 14 giugno sul proprio sito, il governo del Regno Unito.

La lettera è indirizzata al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite si tratta di una dichiarazione congiunta promossa dai Paesi Bassi.

Questi i paesi che hanno firma[1]to la dichiarazione: Albania, Andorra, Australia, Austria, Belgio, Belize, Bulgaria, Canada, Croazia Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Eswatini, Finlandia, Francia, Germania, Guatemala, Honduras, Islanda, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Lettonia, Liberia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Isole Marshall, Monaco, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Palau, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti

La lettera è rivolta all’Alto Commissario in carica Michelle Bachelet.

Si legge nella dichiarazione: “Signora Alto Commissario, continuiamo a essere gravemente preoccupati per la situazione dei diritti umani nella regione autonoma uiguri (etnia turcofona di religione islamica presente in Cina, ndr.) dello Xinjiang (regione del nord-ovest della Cina, ndr.).

Numerosi rapporti ampiamente studiati e credibili indicano che oltre un milione di persone sono detenute arbitrariamente.

Inoltre, vi sono segnalazioni di sorveglianza diffusa in corso, discriminazione nei confronti degli uiguri e di altre persone appartenenti a minoranze, nonché di severe restrizioni alla cultura uiguri e all’esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compreso il diritto alla libertà di religione o di credo. Siamo anche preoccupati per le segnalazioni di torture e altri trattamenti o punizioni crudeli, disumani o degradanti, sterilizzazione forzata, violenza sessuale e di genere, lavoro forzato e separazione forzata dei bambini dai genitori da parte delle autorità.

Ripetiamo il nostro appello alla Cina affinché affronti urgente[1]mente queste preoccupazioni e attui le otto raccomandazioni del CERD (comitato per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, ndr.) relative allo Xinjiang dall’agosto 2018, nonché le preoccupazioni sollevate da numerose procedure speciali da allora, inclusa la fine della detenzione arbitraria di uiguri musulmani e persone appartenenti ad altre minoranze.

Continuiamo inoltre a essere gravemente preoccupati per il deterioramento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali a Hong Kong e per la situazione dei diritti umani in Tibet.

Esortiamo la Cina a garantire il pieno rispetto dello stato di diritto, a rispettare gli obblighi previsti dal diritto nazionale e internazionale in materia di protezione dei diritti umani e a ratificare l’ICCPR. Inoltre, esortiamo il governo cinese a fornire un accesso significativo e illimitato per osservatori indipendenti allo Xinjiang, comprese le procedure speciali. Vista la gravità della situazione nello Xinjiang, invitiamo tutti i paesi a rispettare il principio di non respingimento.

Infine, riconosciamo la sua recente visita in Cina, compreso lo Xinjiang, che ha offerto un’opportunità di dialogo con le autorità cinesi su varie preoccupazioni relative ai diritti umani, e la sua dichiarazione del 28 maggio. Ci interessano osservazioni più dettagliate, anche sulle restrizioni imposte dalle autorità cinesi alla visita, nonché sul suo accesso ai membri della società civile e ai luoghi di sua scelta.

Signora Alto Commissario, ricordando il suo annuncio all’HRC48 che il suo Ufficio pubblicherà un rapporto sui diritti umani nello Xinjiang, attendiamo con impazienza la sua pronta pubblicazione”, concludono i 47 paesi tra cui San Marino.

 

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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