COME NASCE LA PROTEZIONE

COME NASCE LA PROTEZIONE

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 COME NASCE LA PROTEZIONE
 
San Marino è in grande difficoltà. Rafforza le mura.  Si arma fino ai denti.  Si dota di armi  le più moderne. E,  nello stesso 1549, si rassegna a chiedere aiuto ad Urbino. Formalmente. Sollecita Urbino ad impegnarsi a proteggerlo e, questa volta, pubblicamente e per iscritto, affinché tutti sappiano. Così prende forma, per la prima volta,  un ‘instrumento’ in cui si dichiara pubblicamente ed esplicitamente la protezione della famiglia ducale di Urbino sul Titano.
Più volte il ‘trattato’ con Urbino verrà rinnovato. Tuttavia San Marino continua a mantenere aperto anche il dialogo con Roma. Continua ad acquistare il sale, senza sovrapprezzo, direttamente dalla Camera Apostolica, strappando, nel 1569,  una precisazione di grande valenza politica: il fatto che i sammarinesi acquistino il sale dalla Camera Apostolica non può essere utilizzato dalla Santa Sede per vantare un qualche diritto sul Titano. Insomma non ne può derivare  pregiudizio alla libertà. Oggi diremmo sovranità.
 Alla fine del Cinquecento si profila un altro pericolo: il Ducato d’Urbino sembra avviarsi alla fine. Il duca, Francesco Maria della Rovere, è vecchio e senza figli: mancando eredi, tutti i suoi territori  passeranno  al governo del papa. Il rischio è enorme anche per San Marino. Anche San Marino potrebbe essere spazzato via, in quanto da Roma potrebbe essere ritenuto un tutt’uno con Urbino, cui è stato sempre legato da rapporti di amicizia e alleanza, rafforzati ulteriormente dall’accordo del 1549.
I sammarinesi giocano d’anticipo. Già nel 1603 chiedono  direttamente a papa Clemente VIII di impegnarsi, da subito e per iscritto, a proteggerli (fatta salva la loro libertà )  in sostituzione della famiglia ducale d’Urbino, se e quando quel Ducato sparirà. San Marino tratta con Roma apertamente, anzi col consenso di Urbino, facendosi addirittura rappresentare da Urbino. Quel trattato di protezione sarà poi riconfermato da Urbano VIII nel 1627.
Nel 1631, quando il Ducato di Urbino viene assorbito dallo Stato della Chiesa, Urbano VIII rispetta il patto. E, in sostanza, rispetteranno quel patto anche tutti i papi successivi. Cioè non permetteranno ad altri soggetti politici, presenti nella frammentata realtà politica interna dello Stato della Chiesa, di attentare alla libertà di San Marino.
 

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