Cosa resta della Festa dell’Amicizia e del Consiglio agostano? I dilemmi democristiani

Cosa resta della Festa dell’Amicizia e del Consiglio agostano? I dilemmi democristiani

Avevo già detto che la scelta di far (ri)partire un governo di 31 da parte della Democrazia Cristina fosse un clamoroso autogol e politicamente incomprensibile.

Il discorso di Venturini a conclusione della festa dell’amicizia va sullo stesso solco. La DC vorrebbe blindarsi con gli attuali alleati. Un dato positivo è che qualcuno ha risposto al richiamo. Non tanto il Psd, già molto docile con le Scalette, quanto Motus Liberi, che ha dimenticato tutte le sue battaglie contro il DES ed ha approvato senza
scomporsi le residenze fiscali non domiciliate -che poi erano il cuore pulsante del DES e delle richieste del discusso magnate Spagnolo-. Qualcuno, da Libera, ad esempio, ha fatto notare che questo possa essere stato uno scambio: dimostrare fedeltà approvando le residenze fiscali ed in cambio avere la prossima Reggenza (tanto agognata) ed un posto accanto alla DC nel prossimo governo… si vedrà.

Ma i lati negativi della scelta democristiana paiono assai maggiori.

Primo: così facendo la DC non si blinda, ma si isola. Pare molto velleitario infatti pretendere che qualcuno si sfili dall’opposizione per andare a fare la ruota di scorta -anche in una nuova legislatura- con una DC che ha già consolidato i rapporti di “vassallaggio” con gli attuali partner. Farlo vorrebbe dire non poter incidere in alcun modo o al massimo rischiare un tracollo di consensi per una o due segreterie, in una situazione del paese tutt’altro che rosea… auguri!

Secondo: perché così sta ricompattando il fronte delle opposizioni, cosa che solo poche settimane fa sembrava impensabile.

Terzo: perché non c’è nessuna certezza che PSD, Motus Liberi e la neonata Alleanza Riformista abbiano un risultato entusiasmante alle prossime elezioni. Qualcuno addirittura, non solo in casa democristiana, si chiede se tutti e tre riusciranno a passare lo sbarramento.

Inoltre su AR c’è un ostacolo in più. Non è passata inosservata la presenza di Giovanni Lonfernini, addirittura nella Segreteria agli Interni, con Gian Nicola Berti, ad accogliere Maria Elena Boschi. Pare un messaggio esplicito della neonata forza politica alla DC, di cui Lonfernini è stato prima Segretario politico poi fuggiasco: prendere o lasciare. Peraltro c’è chi si chiede cosa abbia fatto scoppiare l’intesa tra Lonfernini e Berti, che solo pochi anni fa tuonava contro I’UPR apostrofandolo come covo di Mazziniani ed oggi è a fianco con chi dell’ UPR e del Mazzini è stato uno dei protagonisti…

 

Insomma il Paese sembra paralizato, avvitato su sé stesso. E questo impasse lo può sciogliere solo la DC. Come? Dando vita ad una riflessione programmatica seria, che punti sui contenuti e su quelli costruisca una nuova alleanza forte per affrontare i reali problemi del paese.

Il rischio altrimenti sarà la perdita dei consensi per la Balena Bianca e – molto peggio – il drastico peggioramento della situazione del paese.

Allora non si parlerà più di alleanze o balletti, ma solo di come raccogliere i cocci.

 

Giada

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