San Marino. In Consiglio si accende il confronto sulle Residenze Fiscali non domiciliate

San Marino. In Consiglio si accende il confronto sulle Residenze Fiscali non domiciliate

Il report della seduta pomeridiana del Consiglio Grande e Generale di mercoledì 23 agosto

Nel pomeriggio si riparte con l’esame del Progetto di legge “Variazione al Bilancio di Previsione della Stato 2022” 1) dall’Emendamento di Rete interamente soppressivo dell’Articolo 9 “Modifica del credito d’imposta per i redditi prodotti all’estero dal trust”, con la replica del Segretario di Stato per le Finanza Marco Gatti.  Per prima cosa il Segretario rimprovera i consiglieri del movimento: “Rete- manda a dire- è tornato a fare opposizione dividendo in buoni e cattivi, ricchi e poveri, spiace- rileva- perché. avendo fatto parte del governo di recente, dovrebbero aver compreso che le questioni sono molto più complesse e nell’ambito delle norme c’è sempre chi trova vie d’uscita”. In particolare, ricorda come la norma cui si riferisce l’articolo- che Rete richiede di abrogare- era presente dal 2019: “E’ cambiata ultimamente- spiega- l’imponibile è passato prima al 70% e poi all’80%, per tenere l’allineamento rispetto agli standard internazionale che stanno cambiando”. Infine, sulle richieste di stime e introiti sui trust: “Se volete sapere quanti sono i redditi- invita-  fate un’interpellanza e gli uffici ci risponderanno”. Giovanni Zonzini, Rete, proponente dell’emendamento abrogativo, assicura che Rete farà l’interpellanza per avere tutti i numeri sui trust. E torna all’attacco: “Lei Segretario ci dà motivazioni tecniche- risponde- ma la questione della fiscalità è sempre una decisione politica. Dovrebbe spiegare ai cittadini perché il nostro Stato non è in grado di aiutare le famiglie per il caro-bollette, ma è ben lieto di ridurre le imposte a chi possiede trust”.
Infine, l’emendamento interamente soppressivo di Rete viene respinto con 29 voti contrari e 14  favore. Approvato un emendamento modificativo a livello formale del governo all’articolo  9:

2) Si passa all’esame dell’ultimo emendamento del governo prima degli articoli sulle Residenze fiscali non domiciliate, l’articolo 9 bis  “Modifica dell’articolo 47 della Legge 13 dicembre 2005 n.1792”, volto ad estendere la deducibilità a fini fiscali anche alle polizze di previdenza integrativa stipulate con assicurazioni estere.  Lo stesso Segretario Gatti spiega che l’emendamento serve a chiarire e dare certezza alla copertura della deducibilità prevista per legge. Diversi sono i consiglieri di opposizione che segnalano la necessità di rivedere la redditività della previdenza complementare pubblica, Fondiss, considerata eccessivamente bassa. Si distingue poi il consigliere di Libera, Giuseppe Maria Morganti che compie una dettagliata analisi cronometrica dei lavori consiliari e una loro stima: “Dopo 15-16 ore di esame del Pdl, abbiamo affrontato le prima 4 pagine dell’indice degli emendamenti, ne mancano altre 9. Considerando che per esaminare ogni pagina impieghiamo 3 ore di tempo in media, si stima da 30-35 ore necessarie ancora per terminare l’esame del provvedimento. In questo Consiglio ancora restano 12 ore all’esame del progetto, senza contare i tempi per le istanze d’Arengo, servirà probabilmente un’altra convocazione di 10 giorni per sviluppare e concludere l’argomento”. E lancia un monito: “Siamo disponibili a negoziare sugli articoli 10-11 su cui il governo si è incaponito, diversamente per difendere il Paese noi siamo disposti a stare qua altre 30 ore”. E ancora: “I prossimi articoli sono proprio il 10 e l’11, e se dovessero passare- azzarda- il Consiglio dovrà comunque venire riconvocato per altri 10 giorni per discutere una leggina che dice nulla per le sorti del paese”. In definitiva, “Questa- si interroga- è la responsabilità che vuole assumersi il governo?”.
Il Sds Gatti replica in conclusione chiarendo l’origine dell’emendamento: “Ad oggi ci sono soggetti esteri effettivamente autorizzati alla previdenza complementare, cosa che la normativa non chiariva e l’ufficio tributario chiedeva un chiarimento, oggi con questa formulazione troviamo una soluzione perché prima non era chiaro chi poteva autorizzarli”. Infine il Segretario risponde al consigliere Morganti sulla questione della responsabilità: “Il ritardare l’introduzione di norme che servono al funzionamento dell’amministrazione diventa anche responsabilità di chi decide di andare avanti a testa bassa”. “Noi come governo non accettiamo ricatti- conclude- ascoltiamo le vostre motivazioni se convincenti, se invece risulteranno strumentali è difficile prenderle in considerazione”.  L’emendamento del governo viene infine approvato con 30 voti a favore, 9 contrari e 2 non votanti.

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Si arriva al nodo delle Residenze Fiscali non domiciliate, al primo dei due articoli fortemente contestati dall’opposizione, con l’Art.10 “Residenza Fiscale non Domiciliata”. L’articolo disciplina in dettaglio “un permesso temporaneo di soggiorno in territorio sammarinese per un minimo di 30 giorni e un massimo di 150 giorni durante l’anno solare e può essere rilasciato solo per il soggiorno di persone fisiche in infrastrutture ricettive che offrano standard qualitativi inquadrabili nelle primarie classi di categoria di settore per una clientela ideale di elevata fascia economica”.

Dall’opposizione sono presentati due emendamenti abrogativi all’articolo, uno di Rete e l’altro analogo del Gruppo Misto. Vi è inoltre un emendamento modificativo del governo.

Si sviluppa un acceso e partecipato dibattito in Aula. Giovanni Zonzini, Rete, motiva l’emendamento abrogativo del suo movimento: “Inizia la parte di esame sugli articoli più contestati, uno dei motivi che avevano portato a forti tensioni nella maggioranza, a partire dal Des che oggi torna qui ‘menomato’, con lo strumento delle residenze fiscali non domiciliate”. “Strumento legittimo- rimarca- e volto ad attirare persone interessate ad eludere fisco dei propri Paesi, con una tassa da 10 mila euro, nella speranza che arrivino qui anche in 3 mila per portaci 30 mln di euro”. Il problema è che “ora- ironizza- sono venute meno le strutture alberghiere meravigliose di Banuelos e non sappiamo dove queste persone dovranno alloggiare per un mese,o due mesi o 4 mesi in una meravigliosa stanza di albergo a 4-5 stelle, e non, come diciamo noi, per non pagare le tasse al proprio paese”. Si chiede l’abrogazione perché “è legittimo dire ‘vogliamo gente che venga a eludere fisco’ , ma è una scelta miope per cui il nostro Paese ha già pagato”, conclude.

Alessandro Rossi, Gruppo misto, motiva il proprio emendamento abrogativo: “Non si può rimanere ‘buonisti’ di fronte a questo e al successivo articolo. Portare un emendamento di questo peso in una variazione bilancio è un oltraggio all’Aula, non c’è modo di approfondire e valutare e tecnicamente non centra niente, è il solito metodo raffazzonato di ‘creare opportunità’”. E ancora: “Di fronte a questi contenuti e metodo, non possiamo tollerarlo- prosegue- C’è stato lo sforzo da parte di tutta l’opposizione per fermare ‘un uomo solo al comando’ che vuole forzare una intera aula in una direzione, senza spiegare i reali obiettivi di questa situazione e quale progetto si vuole raggiungere con questi emendamenti”. “Vogliamo piuttosto fare un testo coordinato sulle residenze, costruiamolo insieme- esorta- c’è disponibilità a trovare una soluzione, ma non nella variazione di bilancio. Non con questa modalità”.

Ad aprire il dibattito è Fernando Bindi, Rf, che mette in dubbio l’opportunità dello strumento proposto: “Mi sembra che non valga la candela. Quanti mai saranno quelli che, per eludere le regole fiscali di altri paesi, verranno a soggiornare nei nostri hotel a 4 stelle?”. E ancora: “Nessun disdegno per i ricchi  e molto ricchi, però ci chiediamo- domanda Bindi- è questo il nostro esercizio della sovranità?”. Matteo Ciacci, Libera, lamenta la mancanza di disponibilità del governo  a ricercare una sintesi rispetto ai quesiti posti, “in particolare- spiega- sulle relazioni del nostro Stato con l’Ue e anche con la vicina Italia”. Il rischio paventato è quello di “tornare a situazioni che pensavamo di aver totalmente superato”.

Un monito alla responsabilità arriva anche tra le fila della maggioranza: Valentini Pasquale, Pdcs, ricorda che “la legge non è del governo che non la vota, la votiamo noi”, perciò “dobbiamo sapere esattamente cosa votiamo”.  A tal proposito si chiede se l’articolo 10, che prevede il soggiorno  dei residenti in alberghi di prima classe, sia effettivamente applicabile, alla luce della mancanza di queste strutture in territorio. “Allora il problema è chi le costruirà?”, chiosa.

“Questi due articoli sono il Des- fa notare Renzi, Rf- altrimenti non ha senso fare articoli per attirare ricchi per la residenza fiscale e mandarli in strutture che non ci sono, sono infatti residenze vantaggiose per chi si procaccerà clienti, ma perniciose per il Paese, per l’impatto sulla nostra credibilità”. Paolo Rondelli, Rete, esprime preoccupazione per l’inserimento nella Variazione di bilancio di “due articoli di questa portata non referendabili”, mentre sarebbe stato opportuno “un provvedimento dedicato”. “Il Segretario Gatti in particolare è irriguardoso nei confronti della maggioranza- punta il dito Matteo Zeppa, Rete- c’è mancanza di rispetto istituzionale ed umano per chi presenta un articolo del genere in una Variazione di bilancio, senza aver detto nulla a chi gli ha votato la fiducia”. E rincara la dose: “È irricevibile una cosa del genere- manda a dire- non esistendo strutture come descritte nel testo, gli emendamenti sono una perculata nei confronto della politica tutta”.

Un altro esponente di maggioranza esprime dei dubbi, pur non palesando la contrarietà al provvedimento. “Capisco- manda a dire Maria Luisa Berti, Npr- le preoccupazioni di chi con sincerità dall’opposizione lancia monito di salvaguardia del nostro sistema economico rispetto al passato”.Berti condivide anche che “questo articolo forse non doveva essere inserito in  una variazione di bilancio”. E ancora: “Ho avuto riserve sul Des- ammette- e continuo ad averle anche su questo che non è Des”. Ad ogni modo, “non sono contraria a priori- sottolinea- piuttosto serve un confronto sugli istituti che possano portare opportunità al paese”. E “se possono esporci anche a rischi reputazionali, vale la pena- si chiede- correrli di fronte a entrate economiche di determinata entità?”. Infine, “oggi- ammette- non ho strumenti per valutare l’impatto di questa misura”.

Il Segretario di Stato per la Giustizia, Massimo Andrea Ugolini, interviene per ribattere a chi parla di elusione fiscali e problematiche nei rapporti internazionali: “Noi siamo un Paese collaborativo- evidenzia- C’è lo scambio automatico di informazioni e questa si chiama residenza fiscale non domiciliata”. Allora, “se lo strumento serve ad attrarre tipologie di strutture di alto livello- riconosce- può essere condivisibile”. Stefano Giulianelli, Pdcs, si richiama alla competenza di chi interviene: “Si sono sentiti tanti commenti, fuori e dentro l’Aula, privi di argomentazioni tecniche- fa notare- si confonde  la qualificazione della residenza fiscale con la residenza fiscali non domiciliata”.

Giuseppe Morganti Libera, si rivolge a Motus: “Gli chiederei di battere un colpo”. E punta il dito contro l’emendamento del governo “peggiorativo” rispetto alla versione originaria.  “La battaglia che si sta facendo su questo singolo argomento è in difesa del nostro Stato- conclude- e non molleremo”.

Grazia Zafferani, Gruppo misto, si rivolge alla maggioranza: “Alla luce dei dubbi espressi dal presidente del Pdcs e dal consigliere Npr, non potete chiedere al vostro Segretario di fermarsi un attimo?”.

Mirco Dolcini, Dml non ci sta a far tirare Motus per la giacchetta: “Il nostro percorso è lineare- spiega-  sul Des eravamo contrari per la società di gestione, estranea alla cultura e all’economia sammarinese, ma nel percorso in cui si è arrivati oggi  la società di gestione è venuta meno e la nostra rimostranza è stata accolta”. E ancora: “Non è più Des- assicura- sono le residenze fiscali non domiciliate e i controlli ci sono. Non c’è nulla di deviato in questo progetto”.  Di parere opposto Emanuele Santi, Rete: “Questa è la parte peggiore del Des, non il contenitore, ma le residenze, si eluderà il fisco perché si dichiarerà di aver prodotto reddito qua e non pagheranno le tasse nei propri paesi”. Manuel Ciavatta, Pdcs, si dice “tranquillo” rispetto alla novità introdotta: “Non perché non possa avere effetti negativi- motiva- ma perché, a differenza del voto sulla vendita Npl nel 2019, se qui c’è un problema, domani potremmo abrogare gli articoli”.  In conclusione, “si stanno tirando fuori false problematiche”.  Piuttosto, “politicamente anche io penso sarebbe stato meglio senza questi due articoli- rileva- perché così non avremmo riunito l’opposizione”. Marica Montemaggi, Libera, torna alla carica su Motus: “Qual è stata la merce di scambio- chiede- forse a settembre avremo una Reggenza sarà destinata Domani Motus Liberi?”.“Parlare di scambi è lesivo per la dignità di una forza politica- replica Gaetano Troina- noi lavoriamo sui progetti, non facciamo scambi”. E ancora: “Si dice che vengono meno i controlli, stiamo dicendo sul serio che l’ufficio Stranieri della Gendarmeria non fa i controlli?”.

Non cambia idea Roberto Ciavatta, Rete: la “forzatura” rappresentata da questi due articoli in Variazione di bilancio “è il biglietto da visita per rimanere in maggioranza”.  Per Alessandro Mancini, Npr, dall’opposizione si ha una evidente strumentalizzazione: “Questo non è Des, era tutt’altra roba- puntualizza- Queste sono due norme contenute all’interno del progetto Des, rivisitate, e si introduce una novità nel nostro sistema di concessione di residenze, non effettive ma fiscali”.

Alessandro Cardelli, Pdcs, fa notare che dal 2010 ad oggi sono stati fatti, dai diversi governi che si sono alternati, ben sei  interventi sulle residente “per dare una tassazione conveniente e un vantaggio fiscale rispetto altri paesi”. Eppure, “a fronte delle strumentalizzazioni politiche- spiega- anche io ho dubbi sull’effettiva validità di questi provvedimento, sul fatto che possa creare gettito nell’immediato, ma d’altro lato mancano alberghi e può essere utile per avvicinare investitori”.

“E’ il Des, un surrogato del Des?- si interroga Denise Bronzetti, Npr- E’ un Des non venuto bene a fronte di confronto non fatto in maniera esaustiva?”. Bronzetti chiarisce di non avere nulla in contrario sullo strumento in sé e sulla capacità degli organi ispettivi a fare controlli: “Ma se ci sono delle necessità- manda a dire- dobbiamo fare uno sforzo qui in Aula, se vogliamo che sia lo strumento che faccia la differenza per la nostra economia bisogna che ragioniamo- esorta- e che ci fermiamo un attimo”.  E ancora, per Daniela Giannoni, Rete, “non si spiega l’insistenza nel portare avanti questo provvedimento non condiviso, a meno che- ironizza- si abbia la certezza che sarà la salvezza del paese”.

Replica infine il Segretario delle Finanze Marco Gatti, puntando il dito sull’incoerenza di Rete: “Nella Finanziaria del 2020 abbiamo portato le residenze atipiche proposte da Rete e lì andava tutto bene, ma- aggiunge- le residenze domiciliate non vanno bene perché non le ha proposte Rete”. E rispondendo alle domane sollevate: “No, la legge non nasce per essere applicabile oggi- spiega- perché quelle strutture ricettive non le abbiamo, ma sono anni e anni che non le abbiamo allora- prosegue- dobbiamo proporre qualcosa perché qualcuno le faccia”. Sui rischi reputazionali: “Mi domando quali sono- replica- Ci sono per i paradisi fiscali che sono i paesi che non scambiano informazioni e non sono collaborativi”. Qui, “vi state facendo un ‘viaggio’- manda a dire- non c’é rischio se si è coerenti e si continua lo scambio delle informazioni”.

Francesco Mussoni, Pdcs critica l’opposizione:  “Il problema è che vi spingete oltre- manda a dire- noi qui non mettiamo in discussione trasparenza e scambio di informazione e accordo Schengen sulle residenze, che in questo dibattito ci siano valutazioni dubbiose, particolari ci sta, ma no a valutazioni scorrette”.  “Il dibattito si è spostato dalla discussione di una idea, di due articoli in particolare, a una campagna elettorale a tutti gli effetti”, fa notare Michela Pelliccioni, Dml.

“Non parlatemi di coscienza- manda poi a dire Aida Maria Adele Selva, Pdcs- non posso sentirlo dire quando in quest’Aula si è approvata una legge con cui si è legittimata la soppressione di un innocente”, lamenta riferendosi alla legge sull’Ivg.

Infine Gerardo Giovagnoli, Npr, ricorda come 15 anni fa le residenze fiscali si ricollegavano alle “liste” di Paesi che si caratterizzavano per  mancanza di collaborazione, segretezza dell’anonimato societario e bancario. Al contrario, oggi “non possiamo non riconoscere i passi fatti dell’inserimento a San Marino nelle regole internazionali- evidenza- e che ci devono garantire da quelle voci”. E rassicura: “Dall’estero capiscono cosa sia questa residenza non domiciliata perché è una realtà ormai entrata in tantissimi paesi europei”. Piuttosto, “dovremmo allora andare a rivedere residenze che già abbiamo- rileva-  o le cose che ci provocano problemi, come la monofase, che altri paesi non capiscono, ma nessuno dice niente”.

La seduta si conclude con la votazione degli emendamenti abrogativi, entrambi respinti. In seduta notturna seguirà il voto sull’emendamento del governo e sull’articolo 10, per proseguire con l’esame del secondo articolo sulle residenze fiscali non domiciliate.

 

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