Gatto ucciso a San Marino, sospeso dalla sua squadra il ciclista che ora rischia il licenziamento

Gatto ucciso a San Marino, sospeso dalla sua squadra il ciclista che ora rischia il licenziamento

Gatto ucciso, sospeso dalla sua squadra il ciclista che ora rischia il licenziamento. Il decreto di condanna emesso a gennaio dal commissario della legge Vico Valentini dopo una meticolosa indagine della Gendarmeria

Campione del ciclismo con residenza atipica spara a un gatto alla testa e lo uccide, condannato a 4.000 euro.

Il decreto penale di condanna è stato emesso a gennaio dal Commissario della legge Vico Valentini; il responsabile che ha ammesso la sua responsabilità è stato dunque sanzionato, e il procedimento si è chiuso lì nella fase predibattimentale, dato che, se il decreto penale di condanna non viene impugnato, il processo non arriva in pubblica udienza. Sennoché il fatto è stato riportato ieri dal Corriere della Sera. L’episodio si è verificato il 21 giugno dello scorso anno. L’indagine si è originata da una denuncia del Segretario di Stato al Turismo Federico Pedini Amati, che in sostanza aveva adottato la bestiola e che aveva chiamato la gendarmeria il pomeriggio del fattaccio, quando aveva udito un sibilo e visto l’animale morto. Subito era scattata una meticolosa indagine della gendarmeria immediatamente accorsa sul posto. Dai primi rilievi la gendarmeria aveva riscontrato come vi fosse una linea di tiro che prendeva di mira in particolare un cartello di divieto posto sulla porta di un garage. Ma il bersaglio non era stato evidentemente solo il cartello, il che sarebbe stato già inquietante perché nella linea di tiro sarebbero potuti passare dei bambini che in quella via spesso giocano o girano i bici. Poi indagando sulla posizione e il colpo che ha centrato il gatto, gli agenti erano risaliti alla finestra della palazzina di una via sottostante da cui era stato esploso il colpo del fucile ad aria compressa. Così era stato individuato il ciclista, giovane promessa delle due ruote, Antonio Tiberi, 21enne. Verso la fine dello scorso anno l’indagine si è conclusa e Tiberi, chiamato dal giudice ha ammesso il fatto, pur negando la volontà di uccidere il gatto: “Il mio intento era semplicemente misurare la capacità di tiro dell’arma e ho preso di mira un cartello di divieto, ammetto di avere provato a colpire un gatto e con mia sorpresa l’ho effettivamente colpito, non avevo nessuna intenzione di uccidere l’animale, anzi ero convinto che l’arma non fosse letale”. L’arma era una carabina ad aria compressa depotenziata.

Emesso il decreto penale, nulla si è più saputo, anche se i cittadini residenti nella via hanno continuato per diverso tempo a chiedere conto di come si fosse conclusa la vicenda.

L’atleta ha proseguito il suo percorso sportivo – riporta FanPage.it – ottenendo anche discreti risultati e pensava di prendere parte ai grandi appuntamenti delle prossime settimane, il mese di marzo è sempre ricco di eventi, su tutti la Milano-Sanremo. Ma non ne disputerà nemmeno uno. Infatti la Trek-Segafredo, squadra di cui fa parte, ha deciso di sospendere per un mese dall’attività agonistica il corridore che non sarà presente al Trofeo Laigueglia in programma proprio oggi, primo marzo. “La squadra americana, che ha uno sponsor italiano – secondo quando riporta anche La Gazzetta dello Sport – starebbe pensando anche al licenziamento del corridore. Si considera parte lesa, e di questa vicenda non era a conoscenza, l’ha scoperta solo quando è diventata di dominio pubblico”, riporta sempre FanPage.it.

La rabbia dell’Apas Intanto sul Titano l’Apas, Associazione protezione animati parla di “pena insufficiente”. (…)

Le scuse del ciclista

“Sono profondamente pentito di quanto accaduto. Sparare al gatto è stato un gesto tremenda- mente stupido e irresponsabile, della cui gravità e pericolosità mi sono reso conto solo a posteriori. Non voglio trovare nessun tipo di scusa: accetto con senso di responsabilità e pentimento le conseguenze e il biasimo per il mio gesto. Non ne ho parlato pubblicamente prima, sbagliando, solo per un senso di vergogna e rammarico. Comprendo le critiche di tifosi, media e della gente. Non posso far altro che chiedere scusa, così come ho fatto con la squadra, vittima incolpevole della vicenda. Chiedo ancora scusa al ministro di San Marino e ribadisco che non era mia intenzione uccidere il gatto: è stato un incidente. Credo sia altresì doveroso non limitarsi alle scuse, ma attivarmi anche con i fatti. Ho deciso di fare una donazione economica basata sui premi della stagione corrente ad alcune società del territorio di San Marino che si prendono cura dei gatti randagi, e vorrei scegliere una di queste associazioni e spendere un po’ del mio tempo libero per dare una mano anche fattivamente”. Antonio Tiberi

 

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 19

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