RASSEGNA STAMPA – Tra chi dice a gennaio, chi a giugno, la campagna elettorale è già aperta
Ha iniziato Roberto Ciavatta a lanciare il “totovoto” o, meglio, il “totocrisi” , sostenendo che passata la visita di Mattarella, parafato l’accordo Ue e fatta la legge di bilancio, non si arriverà a gennaio, verrà “smanata” la veglia anzitempo e si aprirà la crisi. Il primo a non crondividere, poco dopo, è il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini: “E’ falso perché la legislatura andrà oltre gennaio. Semplicemente perché è questione di tempi tecnici rispetto le celebrazione di appuntamenti messi a scadenza”. Il suo partito aveva parlato a suo tempo di voto in primavera, come già ipotizato più di una volta dal suo partito. E infatti lo fa presente il Consigliere di Rete, Giovanni Zonzini: “Non è che abbiamo detto ‘il governo cadrà a gennaio’ perché abbiamo delle cimici, ma perché lo abbiamo letto in una intervista del Segretario di Stato Gatti che parlava di elezioni in primavera e, alla luce di tempistiche, ci risultava che l’ultimo Consiglio dovrebbe essere quello di febbraio (…)
Articolo tratto da L’informazione di San Marino