L’Informazione di San Marino: “Il segretario agli Interni propone ‘forzature’ sulla legge elettorale”

L’Informazione di San Marino: “Il segretario agli Interni propone ‘forzature’ sulla legge elettorale”

Rassegna stampa – Il segretario agli Interni propone “forzature” sulla legge elettorale. Non sarebbe necessario il documento per votare. Espresse perplessità anche da parte della direttrice dell’Ufficio di Stato Civile

ANTONIO FABBRI – Subbuglio in Commissione elettorale perché la segreteria agli Interni mira a introdurre modalità di votazione, in particolare nella verifica dell’identità dell’elettore che intendere recarsi seggio, non previste dalla legge. Modalità sulle quali ha espresso le proprie perplessità, proprio perché non previste dalla legge, la stessa direttrice dell’Ufficio di Stato Civile, Servizi Demografici ed Elettorali, Marialaura Marinozzi, che ha inviato ai membri della commissione elettorale una comunicazione sul punto.

Ma di cosa si tratta? In sostanza la legge codifica e prevede precise modalità per l’identificazione dell’elettore che si reca alle urne. Si legge infatti all’articolo 33 della legge numero 6 del 1996, la legge elettorale appunto: “(…) 2. L’identità dell’elettore deve sempre essere accertata. 3. L’elettore deve esibire un documento di riconoscimento, anche scaduto, munito di fotografia, rilasciato da Ufficio abilitato della Repubblica”. Norma che, peraltro, richiama lo stesso Segretario agli interni, Gian Nicola Berti nei certificati elettorali inviati.

Invece nel comma “varie ed eventuali” dell’ultima commissione elettorale, lo stesso Segretario di Stato ha proposto di utilizzare una modalità diversa da quella prevista per legge. La norma prescrive che l’elettore deve dunque presentarsi al seggio con un documento sammarinese, sia esso Passaporto, Carta di identità, o patente, rilasciato dall’Ufficio abilitato della Repubblica.

Per facilitare il rilascio a chi, ad esempio sammarinese residente all’estero, ne fosse sprovvisto, l’ufficio preposto ha predisposto anche una operatività intensificata a partire dal 30 maggio, con la possibilità del rilascio del documento anche nel giorno del voto, il 9 giugno, restando aperto fino alla chiusura delle urne. Pare tuttavia che questo non basti.

Il Segretario agli interni, che presiede la commissione elettorale, ha proposto nella sostanza di allargare le maglie del controllo sull’identità dell’elettore, tanto che già qualche giorno fa, quando tale proposta cominciava a circolare, Rete aveva denunciato in conferenza stampa un ritorno alla “allegra” gestione del voto estero (vedi anche la pagina a fianco).

Che cosa ha proposto, infatti, il Segretario agli Interni? Ha proposto che non serva il rilascio del documento di identità, ma sia sufficiente una fotografia autenticata da un Console, anche onorario. Tra l’altro per l’autentica di foto lo Stato civile ha già dei moduli predisposti, ma li rilascia esso stesso avendo accesso diretto a tutte le informazioni e quindi potendo fare tutte le opportune verifiche, che possano attestare che il cittadino elettore ha tutti i requisiti, cittadinanza in primis ma anche di pieno godimento dei diritti civili e politici, necessari per poter esercitare il voto. Una certa difficoltà di accesso a tali informazioni ce l’avrebbero, invece, i Consolati.

La proposta ha sollevato un ginepraio di contestazioni. Da un lato non si vede perché chi salga sul Titano a votare da fuori non possa munirsi di documento idoneo recandosi all’Ufficio di Stato Civile ai Tavolucci: c’è il timore che dover pagare qualche decina di euro per il rilascio della carta di identità possa scoraggiare l’elettore? C’è maggiore facilità nel farsi autenticare una foto da un Console? Non è dato sapere, ma a quel punto un presidente di seggio che rispetti la legge, come farebbe ad accettare questo tipo di autenticazione dell’identità che nella norma non è prevista?

Di certo quello che il Segretario agli interni intenderebbe fare è dare una interpretazione di una norma che non lascerebbe di per sé spazio a interpretazioni, essendo già estremamente chiara.

Dal Segretario agli interni è stato fatto un riferimento, oltre che all’autentica di foto, anche al “lasciapassare”, ma la stessa Direttrice dell’Ufficio di Stato Civile ha sottolineato nella sua lettera ai componenti della commissione elettorale che non è più utilizzato dal 1998 per un “difetto di sicurezza nell’identificazione dei soggetti, difetto internazionalmente riconosciuto”.

Ora la palla è passata al Dipartimento esteri. La direttrice dello stato civile ha infatti investito gli esteri di questa proposta, sottolineando tuttavia di non aver nulla in contrario, purché sia lo stesso dipartimento esteri, a quel punto, ad assumersi la responsabilità di autenticazione tramite consoli.

La questione è dunque molto seria e spinosa, proprio perché chi dovrebbe fare rispettare le norme esistenti con rigore, sembra lavorare per dare interpretazioni più permissive, lamentano i partiti che si stanno preparando a segnalazioni su quella che appare a tutti gli effetti una forzatura.

Oltre a Rete anche Motus Liberi ha espresso perplessità e a quanto si sa nel pomeriggio di ieri è stata convocata una riunione tra diverse forze politiche per trattare la cosa.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

 

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