“San Marino è divenuto uno Stato grazie alla intelligenza politica dei suoi capi, che affrontavano i potenti della storia certi di avere a fianco il Santo”
Chi scrive ha superato la soglia ‘aspettativa di vita’. Non può che essere d’accordo con Checco Guidi, il poeta:
Alòura forza e curàgg,
priparéma e’ bagàj pri la partinza, senza rimpiént […] e s la certèza ch’an sém acsé impurtin e che un fnirà sa nun e’ mànd! |
Tradotto:
Allora forza e coraggio,
prepariamo la valigia per la partenza, senza rimpianti […] e con la certezza che non siamo così importanti e che non finirà con noi il mondo! |
Non è vero invece che si possa partire
s la cunvinziòun
ch’em fàt la nòsta pèrta |
No. La “pèrta” sua, la mia generazione non l’ha fatta. La prova? Lasciamo un “Paese” del tutto “disallineato con la sua storia” (*).
San Marino era come San Leo, Verucchio. È divenuto uno Stato grazie alla intelligenza politica dei suoi capi, che affrontavano i potenti della storia certi di avere a fianco il Santo.
Dopo il traguardo del riconoscimento della sovranità (1971), il disastro. A guidare lo Stato – con le casse stracolme! – personaggi da dimenticare. Costoro hanno modificato il codice penale per dare immunità ai delinquenti esterni che li hanno aiutati a depredare il nostro Stato. Fino a crearci un debito pubblico “insostenibile” (Fondo Monetario Internazionale) in cui – si mormora – ancora ci sguazzano protetti dalla trama incestuosa ‘giustizia-politica’.
No, noi “la nòsta pèrta” non l’abbiamo fatta. Dobbiamo, purtroppo, rassegnarci a preparare “e’ bagàj pri la partinza” con questo cruccio.
Marino Cecchetti
(*) M. Cecchetti, SAN MARINO, Incidente della Storia o miracolo, 2022
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente alle 21