L’Informazione di San Marino: “Nel report CoE il Grevio tira le orecchie alla maggioranza”

L’Informazione di San Marino: “Nel report CoE il Grevio tira le orecchie alla maggioranza”

Nel report CoE il Grevio tira le orecchie alla maggioranza… e il governo fa dietrofront. Il report del comitato di sorveglianza Apce accolto come “un successo per San Marino” dalla maggioranza, che però tralascia le numerose “preoccupazioni”. A creare imbarazzo l’Odg con il quale si dava mandato di aprire una indagine in tribunale sulla Istanza d’Arengo di Uds che riportava i dati della violenza sulle donne

ANTONIO FABBRI – La maggioranza si ferma alle lodi, ma trascura le preoccupazioni che pesano probabilmente di più delle diplomatiche lusinghe, perché danno conto della mancanza di effettività, in molti casi, di quella democrazia diretta che viene pur giustamente declamata. Ma non solo. Il report del Comitato di sorveglianza dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, è pubblicato integralmente on-line, in calce al comunicato del Coe, nella sua versione provvisoria, che verrà discussa nella sessione primaverile dell’Apce a Strasburgo, dal 24 al 28 aprile. Ebbene, il rapporto dà conto anche di una “figuraccia” fatta da San Marino verso il Grevio, il gruppo del Coe che si occupa della lotta alla violenza sulle donne. Figuraccia nella quale ci ha messo una pezza il segretario agli Esteri, Luca Beccari, andando, come si dice, “a Canossa” con una lettera nella quale ha ritrattato quello che il segretario alla Giustizia e i “Torquemada” di maggioranza avevano sostenuto in Consiglio, ovvero la denuncia penale verso i promotori dell’Istanza d’Arengo per recepire la convenzione di Istanbul, tra l’altro bocciata, perché c’era chi, a loro dire, era andato a riferire al Grevio dati falsi.

Ma ecco cosa dice la maggioranza nel suo comunicato e, di seguito, cosa constata il report del Gruppo di sorveglianza dell’Apce.

La nota della maggioranza In un comunicato la maggioranza parla di “Un successo per la Repubblica di San Marino. Lodato oggi San Marino per la sua “vasta e imponente gamma di meccanismi di consultazione istituzionale e di strumenti di democrazia diretta”. Così scrivono nella nota con giuntamente Partito Democratico Cristiano Sammarinese, Movimento Civico Rete, Noi Per la Repubblica, Domani Motus Liberi, Gruppo Misto di Maggioranza.

Prosegue il comunicato: “Le forze politiche di maggioranza evidenziano l’importante risultato di paese evidenziato dal comunicato e soprattutto dal rapporto finale sul monitoraggio del Consiglio d’Europa su San Marino pubblicati ufficialmente ieri, che non porterà ad ulteriori approfondimenti e monitoraggi. È stato centrato il non semplice compito di spiegare il funzionamento di un piccolo stato come il nostro che ha preservato nelle istituzioni tante tradizioni secolari, a cominciare da quello della Reggenza e del Consiglio Grande e Generale, la mancanza del Primo Ministro ed il consiglierato part-time. 

Anzi: i tanti istituti di democrazia diretta hanno destato interesse ed ammirazione da parte di Strasburgo, le cui parole di elogio non possono che inorgoglire tutto il Paese indipendentemente dalle posizioni politiche. Di grande importanza la visita effettuata a San Marino ad ottobre dai relatori Hunko e Badea, nella quale il dialogo con tutte le maggiori istituzioni politiche e costituzionali del Paese, l’informazione, le organizzazioni sindacali e le organizzazioni non governative, ha mostrato contemporaneamente la ricchezza civile e la coesione della nostra Repubblica che ruota attorno ai valori della libertà, della democrazia, del rispetto dei diritti dell’uomo, come osservato nel testo del rapporto. 

I rilievi sollevati sono in ogni caso da tenere in considerazione e l’impegno a recepire le raccomandazioni, come sempre in questi ultimi anni, sarà al centro dell’attività della maggioranza. In particolare è da rilevare che l’azione del governo rispetto all’assetto della giustizia, come già ampiamente rilevato dalla già avvenuta analisi del GRECO, raccoglie una ulteriore larga promozione nelle parole della Commissione di Monitoraggio del Consiglio d’Europa. Un sentito ringraziamento a coloro i quali, su tanti livelli, si sono prodigati per l’ottenimento di questo traguardo, di prestigio per la Repubblica di San Marino”.

Così, dunque, il comunicato della maggioranza che non indica neppure una delle preoccupazioni espresse nel report.

Il report del Comitato di sorveglianza dell’Apce In numerosi punti il report del Comitato di sorveglianza dell’Apce esprime preoccupazione. Anche sulla effettività della democrazia diretta. Ecco cosa dice, infatti, il paragrafo 10:

10. L’Assemblea loda San Marino per la sua ampia e impressionante gamma di meccanismi di consultazione istituzionale e di strumenti di democrazia diretta. Allo stesso tempo (ma questa parte viene omessa dal comunicato della maggioranza, ndr.) esprime la propria preoccupazione per le numerose segnalazioni secondo cui tali meccanismi di consultazione non sempre vengono utilizzati come previsto dalla legge o i loro risultati non vengono presi in considerazione o non si concretizzano. Data l’importanza di tali strumenti per il funzionamento delle istituzioni democratiche sammarinesi, l’Assemblea esorta le autorità a continuare a garantire, e se necessario a rafforzare, l’efficacia dei diversi meccanismi e strumenti di consultazione della democrazia diretta”.

Preoccupazione per il ruolo lasciato ai margini dei Castelli Sulle difficoltà della democrazia diretta il gruppo dell’Apce riscontra criticità quanto ai poteri locali. Paragrafi 38 e 39:

 “38. Come rilevato dal Congresso dei Poteri Locali e Regionali, è evidente che in uno Stato così piccolo come San Marino, gli enti locali non possono avere l’insieme delle competenze solitamente associate alle autonomie locali. Tuttavia, come rilevato dai responsabili dei Castelli incontrati, la debolezza delle competenze degli enti locali sammarinesi e, ancor più, quella delle loro risorse, arriva a minare la nozione stessa di autonomia locale del Paese. 

  1. La normativa in vigore in materia ha stabilito un’articolata struttura di consultazioni tra autorità centrali e consigli locali, compreso un incontro tra i Capitani di Castello e i Capitani-Reggenti all’inizio del mandato di questi ultimi. Inoltre, come già accennato, i consigli locali hanno il diritto di iniziativa legislativa. Nei nostri incontri con questi consigli, tuttavia, abbiamo appreso che in pratica queste consultazioni non funzionavano come previsto e producevano scarsi risultati. Il Congresso dei poteri locali e regionali ha fatto la stessa osservazione nella sua relazione su San Marino. La situazione è leggermente migliorata dalla riforma del 2020, che ha introdotto l’obbligatorietà delle consultazioni tra autorità centrali e locali e ha stabilito che quando la legge prevede che i consigli locali emettano pareri, questi sono di natura vincolante e non consultiva. Tuttavia, secondo i responsabili dei Castelli incontrati, i risultati concreti delle consultazioni rimangono molto limitati, al punto da minare la fiducia nel processo politico. Questo è un punto di preoccupazione. Pur comprendendo che l’autonomia locale ha logicamente funzioni più limitate in un micro-stato, è importante, quando vengono messe in atto procedure di consultazione e decisionali, che i cittadini vedano che sono prese sul serio e che forniscono risultati tangibili; in caso contrario, i cittadini rischiano di perdere la fiducia non solo nella governance locale, ma anche nella politica in generale, uno sviluppo a nostro avviso particolarmente pericoloso nel contesto dell’ascesa del populismo che sta vivendo oggi il nostro continente”.

Preoccupazione per il rischio di minare la fiducia Dalle lodi per gli istituti di democrazia diretta al rischio di comprometterne l’effettività, il passo è breve, e lo rileva ancora una volta il report al paragrafo 44:

“44. I cittadini sammarinesi dispongono quindi di un’impressionante gamma di strumenti per esercitare la democrazia diretta, che ha favorito una forte vicinanza tra il popolo e il governo. Tuttavia, durante i nostri incontri con i rappresentanti della società civile, alcuni si sono lamentati del fatto che le procedure per l’attuazione delle richieste accolte, o dei risultati dei referendum, a volte richiedono molto tempo. Inoltre, le leggi adottate non sono sempre debitamente attuate, una critica che fa eco a quella che avevamo già sentito dai Capitani di castello. Se questo sentimento si diffondesse, o addirittura si generalizzasse, potrebbe minare la fiducia negli strumenti della democrazia diretta, elemento importante delle istituzioni democratiche del Paese. Incoraggiamo pertanto le autorità e le istituzioni sammarinesi competenti a riflettere sui modi per combattere tale sentimento”.

I tentennamenti sulla convenzione di Istanbul Il report, sulla scorta di quanto già detto dal Grevio, rileva qualche tentennamento sulla piena attuazione della convenzione di Istanbul. Paragrafi 72 e 73:

 “72. Nel suo rapporto di riferimento, il Gruppo di esperti sull’azione contro la violenza contro le donne e la violenza domestica (GREVIO), pur accogliendo con favore le riforme attuate, ha ritenuto che il paese dovrebbe applicare misure aggiuntive per conformarsi alle disposizioni della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul). Secondo GREVIO, sono necessarie nuove misure in particolare per garantire la concreta realizzazione del principio di uguaglianza tra donne e uomini. Al momento della presente relazione, e sebbene San Marino disponga di poche statistiche sulla parità tra donne e uomini, il 33% dei membri del parlamento nazionale erano donne e nel settore privato il 22% delle posizioni di responsabilità erano occupate da donne. Inoltre, il tasso di disoccupazione era significativamente più alto tra le donne (10,56%) che tra gli uomini (4,7%). 

  1. Il rapporto GREVIO menziona anche gli ostacoli incontrati dalle organizzazioni non governative che lavorano per promuovere e proteggere i diritti delle donne. A San Marino diverse ONG sono attive nella difesa dei diritti delle donne e nella lotta alla violenza di genere. Tuttavia, la mancanza di finanziamenti pubblici rende difficile per queste ONG espandere le loro attività e offrire servizi di supporto, o partecipare all’attuazione, al monitoraggio e alla valutazione delle politiche nazionali per combattere la violenza contro le donne”. 

La figuraccia con il Grevio e il dietrofront del Governo sulla a posizione del Consiglio Per comprendere il paragrafo 74 del report del Comitato di sorveglianza del Coe, occorre richiamare la seduta del Consiglio grande e generale del 2 dicembre 2022, quando il Segretario alla giustizia Massimo Andrea Ugolini e diversi esponenti di maggioranza si inalberarono contro una Istanza d’Arengo dell’Uds che, riportando la relazione del Grevio e i dati in questa richiamati, chiedevano l’attuazione della convenzione di Istanbul.

Focalizzandosi sui dati anziché sul problema del mancato completo recepimento della convenzione, i “Torquemada” hanno deciso di bocciare l’Istanza d’Arengo e, con un Ordine del giorno, di impegnare il governo a mandare il testo al tribunale perché inquisisse chi avesse fornito “dati falsi”, ammesso che qualcuno li avesse forniti, al Grevio. Uds, che quell’Istanza d’Arengo l’aveva proposta, il 15 dicembre ha segnalato l’Odg approvato dalla maggioranza a Strasburgo. Ecco cosa dice su questa azione della maggioranza il Comitato di sorveglianza dell’Apce al paragrafo 74:

 “74. Per quanto riguarda il rapporto GREVIO, siamo stati contattati nel dicembre 2022 dall’Unione Donne Sammarinesi (UDS – Unione delle donne di San Marino), una delle entità incontrate dalla delegazione GREVIO che ha preparato il rapporto di riferimento. Durante una discussione del rapporto GREVIO al Gran Consiglio Generale, le autorità avrebbero indicato che, a loro avviso, il rapporto conteneva dati manifestamente errati che avrebbero danneggiato l’immagine di San Marino38. Di conseguenza, il Gran Consiglio Generale ha accettato di chiedere al Congresso di Stato di aprire un’indagine ufficiale per scoprire chi avrebbe fornito informazioni errate al GREVIO con possibilità di azione penale. Non possiamo commentare l’esattezza dei dati contenuti nel rapporto, ma il fatto che possa essere richiesta un’indagine penale contro una persona o un’organizzazione che ha fornito informazioni inesatte a una delegazione di un’organizzazione internazionale, anche se tale richiesta è stata fatta durante un dibattito politico, è preoccupante, perché organi di controllo ufficiali come il nostro non potrebbero più funzionare. Accogliamo pertanto con favore le comunicazioni scritte del Ministro degli Affari Esteri di San Marino secondo cui il Congresso di Stato non ravvisa elementi tali da giustificare un’istruttoria e pertanto considera chiuso il procedimento”.

Ora, da questo report emerge che quell’ordine del giorno approvato dalla maggioranza il 2 dicembre 2022 ha causato più di un imbarazzo. Il primo interno, mostrando una certa politica che si serve del tribunale e dell’azione giudiziaria per mettere a tacere critiche o contestazioni. Il secondo esterno, subendo una tirata d’orecchie dagli stessi organismi internazionali, che non potrebbero funzionare a fronte di azioni di questo tipo che di fatto intimidiscono chi viene chiamato a riferire le problematiche che riscontra.  Il terzo, interno ed esterno, con il Segretario agli Esteri costretto ad andare a dire al Grevio che, di fatto, il governo non ravvisa gli elementi per procedere e, pertanto, sul fronte interno, non rispetterà l’Odg approvato da 20 esponenti di maggioranza in Consiglio.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

 

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