San Marino. Unione donne sul report del Consiglio d’Europa: “Dal governo imbarazzo e silenzio”

San Marino. Unione donne sul report del Consiglio d’Europa: “Dal governo imbarazzo e silenzio”

“Il governo mette la pezza e tace, noi invece rompiamo il silenzio”.

Lo dichiara l’Unione donne sammarinesi, sottolineando in una nota che, “davanti agli organismi internazionali di Strasburgo, il governo è costretto a mettere una pezza agli errori della maggioranza, nel silenzio più totale: apprendiamo dal Rapporto della Commissione dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa su San Marino che l’ordine del giorno che spediva in Tribunale un’Istanza d’Arengo di Unione donne sammarinesi, approvato in Consiglio nel dicembre scorso, è stato invalidato dal Congresso di Stato.

Capiamo – scrive Uds – il silenzio e l’imbarazzo. È già grave che la Commissione dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa debba incoraggiare le autorità sammarinesi a rendere più efficaci gli strumenti di democrazia diretta, preoccupata che questi strumenti ‘non siano sempre utilizzati come stabilisce la legge‘”.

E ancora: “Dal Rapporto leggiamo che la Commissione, dopo la segnalazione di Unione donne sammarinesi su quanto accaduto a dicembre, ha chiesto spiegazioni al governo e la segreteria agli Affari Esteri ha dovuto ammettere che ‘il Congresso di Stato non vede elementi che potrebbero giustificare un’indagine, quindi considera chiusa la procedura‘. Così, come se nulla fosse. Così, come se quell’atto scandaloso, supportato da una maggioranza spaccata e da un parere incommentabile dell’Authority per le Pari Opportunità, non avesse messo la Repubblica in forte difficoltà davanti agli organismi internazionali”.

E non è finita qui: “Capiamo anche l’imbarazzo dell’appassionato promotore dell’ordine del giorno, il consigliere-avvocato Gian Nicola Berti, e di quelli che lo hanno convintamente sostenuto. Nel rapporto la Commissione è preoccupata che atti di questo genere ‘possano rendere impossibile il lavoro degli organismi ufficiali di monitoraggio’. E che dire del consigliere Berti che ha usato i microfoni del Consiglio per attaccare Unione donne sammarinesi e il suo impegno a difesa delle donne vittime di violenza, ipotizzando fantasiose teorie del complotto contro la sua maggioranza e promuovendo la bocciatura della nostra Istanza nonostante il ‘conflitto di interessi’? Perché si dà il caso che il consigliere Berti sia anche l’avvocato difensore dell’ex Reggente, Giacomo Simoncini, nei confronti del quale Unione donne sammarinesi ha presentato il sindacato alla Reggenza per i fatti gravissimi che hanno recentemente determinato il suo rinvio a giudizio. Per quanto successo ci aspetteremmo le dimissioni, ma ci basterebbero le scuse.

Forse le energie della maggioranza potrebbero essere indirizzate meglio anziché mettere in dubbio il rapporto del Grevio; c’è ancora tanto da fare per rafforzare le tutele delle donne vittime di violenza perché la situazione a San Marino non è poi così fantastica: è, infatti, di pochi giorni fa la notizia della condanna per aggressione a sfondo sessuale a una minorenne di due ragazzi che se la sono cavata con i servizi sociali e la pena sospesa”, dice infine Uds.

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