San Marino. Commissione Interni, resoconto seduta 16 maggio 2022

San Marino. Commissione Interni, resoconto seduta 16 maggio 2022

COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE AFFARI COSTITUZIONALI
ED ISTITUZIONALI; PUBBLICA AMMINISTRAZIONE; AFFARI INTERNI, PROTEZIONE CIVILE, RAPPORTI CON LE GIUNTE DI CASTELLO; GIUSTIZIA; ISTRUZIONE, CULTURA, BENI CULTURALI, UNIVERSITÀ E RICERCA SCIENTIFICA 

– LUNEDI’16 MAGGIO – Seduta del pomeriggio

 

Nessuna chiusura o accorpamento di plessi per l’anno scolastico 2022/2023: è l’indirizzo condiviso all’unanimità dalla Commissione consiliare permanente Affari costituzionali ed istituzionali e Istruzione, riunita oggi a Palazzo pubblico.  Al termine del “Dibattito sulle prospettive della scuola elementare anche alla luce della Relazione del Gruppo di lavoro”, che era stato avviato nella precedente seduta di Aprile e che oggi arriva alla sua conclusione, i commissari approvano infatti all’unanimità un Ordine del giorno (votato favorevolmente da tutti e 15 i presenti) con cui in sintesi “la Commissione ritiene che per l’anno scolastico 2022/2023 non si proceda a nuove chiusure o ad accorpamenti in alcun plesso”.
Ma non solo: l’Odg dà mandato inoltre al congresso di Stato e alla Segreteria di Stato all’Istruzione e Cultura di “produrre e proporre a questa commissione, entro il 31/12/2022, un progetto complessivo che, a partire dall’anno scolastico 2023/2024 e per gli anni a seguire, contenga la proposta di un modello didattico e, sulla base di questo, l’eventuale riorganizzazione dei plessi”. La votazione unanime arriva dopo una lungo confronto dei commissari sul testo originario proposto dalla maggioranza che, dopo una rielaborazione condivisa, trova infine anche il sostegno dei commissari di Libera e Rf.  

In apertura del comma, l’intervento del Segretario di Stato per l’Istruzione, Andrea Belluzzi, ha intanto rassicurato sull’avvio delle classi prime nelle scuole elementari di Faetano, Montegiardino e Chiesanuova, anche se con un numero di iscritti in deroga alla soglia minima prevista per legge. Il dibattito sulle prospettive della scuola elementare e d’Infanzia sammarinese, alle prese con il calo drastico della natalità degli ultimi anni, era stato avviato nella precedente seduta, tenuta in aprile, con la presentazione della Relazione del gruppo di lavoro che auspicava, in estrema sintesi, il superamento del modello attuale, che vede una scuola in ciascuno dei 9 Castelli della Repubblica di San Marino. Ad ogni modo per il prossimo anno scolastico,“sui Castelli su cui avevamo più criticità, riusciamo a fare le prime classi con numeri ‘decenti’- 9 iscritti a Faetano, 12 a Montegiardino 12, 8 a Chiesanuova-  spiega nei dettagli il Segretario di Stato- ma dovremo andare in deroga alla legge in tutti i casi”. Il Segretario Belluzzi sottolinea poi come la discussione voglia guardare il modello scolastico sammarinese in prospettiva, e non sia finalizzata “ad adottare scelte sul domani”.

Prima di sospendere i lavori del pomeriggio, la Commissione affronta anche la prosecuzione di un secondo dibattito rimasto in sospeso dalla precedente seduta, quello “sul disagio giovanile nella scuola, alla luce dei riscontri ottenuti dal punto di ascolto psicologico”.  Il Sds Belluzzi riassume come nel dibatitto precedente siano emersi l’apprezzamento per le attività del Punto di ascolto nelle scuole e la volontà di farlo proseguire. Esprime poi un suo orientamento: “Ritengo vada più integrato al Dipartimento Istruzione e messo più a sistema con il corpo insegnanti e il corpo scuola”, e meno con il servizio Minori Iss.

Da parte dei commissari di Libera e Rf sono espresse perplessità a riguardo, ritenendo fondamentale per il successo dell’iniziativa proprio il supporto del Servizi minori. La seduta si conclude con l’auspicio di una ripresa del confronto in seduta notturna per giungere ad un eventuale Ordine del giorno condiviso. I lavori riprederanno alle 21. 

 

Di seguito un estratto sul dibattito odierno.

 

Comma 1. Comunicazioni.

Pasquale Valentini, Pdcs, Presidente

Sull’ipotesi di una riunione congiunta a San Marino con la Commissione analoga del Senato italiano, è arrivata la lettera del presidente, l’On. Nencini, che si scusava ma chiedeva di rinviare la data stabilita del 9 maggio. Ho risposto di considerarla un rinvio per dare seguito a un incontro successivo. Ho trovato nel mese di giugno una possibilità nel giorno di lunedì 6 giugno, poi nel resto del mese ho visto che è difficile, si va a finire alla prima settimana di luglio. Vi chiedo se ci sono membri che vogliono dare riscontro di una disponibilità. Per l’ipotesi di andare noi a Roma, non ho avanzato alcuna ipotesi,  preferirei una data autunnale, ma è la mia indicazione personale. 

Nicola Renzi, Rf

Per fissare una data, noi ci rimettiamo a lei, Presidente. Il 6 giugno mi sembra possa andare bene, per quando mi riguarda. Sarebbe bene cercare di fare l’andata entro l’estate e il ritorno in autunno, va benissimo la proposta che faceva.

Prima della fine dell’anno scolastico credo sia utile passare in rassegna l’andamento questo anno. Al di là della scelta dell’accorpamento dei plessi Murata e Città, su cui manteniamo contrarietà, per il resto, l’anno scolastico svolto si è caratterizzato per una regolarità tutt’altro che scontata. Bisogna rendere merito alla Segreteria,  al Dipartimento e a tutti gli operatori della scuola. A fronte di ciò, c’è preoccupazione per quello che potrà avvenire a settembre, rispetto le incertezze dell’andamento pandemico e sul rischio di una ulteriore vaccinazione. La richiesta sarebbe questa, cercare di arrivare a settembre con degli scenari su cui ci possiamo confrontare. Sento l’urgenza di comunicazioni sia per la gestione scolastica che sanitaria. Poi ho una preoccuazione sincera sugli spazi scolastici della scuola superiore: non credo che in due mesi estivi si possano predisporre gli spazi necessari per ospitare tutte le  classi. Se si volesse anche andare verso la strada di un accorpamento di classi, logisticamente non sapremmo dove collocarle. Di aule che possano ospitare 26 alunni- il massimo stabilito per legge- ce ne sono poche. 

Andrea Belluzzi, Sds di Stato per l’Istruzione

Un grazie al consigliere Renzi. Garantire la scuola in presenza, lo ha ricordato lei quale professore, è il risultato di tutto il mondo della scuola che ha avuto il confronto con tutto il sistema Paese- sanità, trasporti…-è solo grazie allo sforzo di tutti che si è avuta una performance che ha soddisfatto tutti. Certamente abbiamo acquisito un know how per affrontare le eventuali criticità nel prossimo anno scolastico. Il confronto con la sanità sarà fatto preventivamente, secondo modelli divisi per criticità. 

Sulla sede della Scuola secondaria superiore: con il Fondo servizi sociali abbiamo trovato una soluzione, come vi avevo informato nella commissione passata, ha compreso le criticità di una scuola con 86 iscritti in più e tre prime nel liceo scientifico. Possiamo fare ancora meglio, per trovare soluzioni per intercettare anche quei ragazzi che scelgono di andare a Rimini a scuola. I progetti per la nostra scuola superiore sono già pronti, non appena termina l’anno scolastico inizieranno i lavori e ho auto rassicurazioni perché tutto sia operativo a settembre. Dobbiamo affrontare meglio la questione del trasferimento della mensa, su cui si è condiviso con la Segreteria per la Sanità l’ipotesi di una nuova sede sempre in Città. 

In prospettiva, sul tema degli spazi, vorrei il progetto ‘Boeri’ per il Campus, che non è pensato in centro storico. L’importante per me è creare un campus scolastico, lì dove è stato pensato, o in altro luogo. 

Comma 2. Prosecuzione del dibattito sulle prospettive della scuola elementare anche alla luce della Relazione del Gruppo di lavoro
Pasquale Valentini, Pdcs
Abbiamo dato la volta scorsa più tempo ai commissari di esaminare relazione, a questo punto darei la parola al Segretario per chiedere se ci sono aggiornamenti rispetto la volta precedente, e poi darei la parola a ciascuno di voi perché possa proseguire il dibattito. Sarebbe utile comunicare, se avete dei dati in più rispetto l’altra volta anche riguardo le iscrizioni.

Andrea Belluzzi, Sds per l’Istruzione
Già da domani comincio una serie di incontri per confrontarmi e spiegare quella relazione alle giunte di Castello e per ragionare sulle prospettive. Dando per certo che non ci sono decisioni sul prossimo anno scolastico già assunte. Sui Castelli su cui avevamo più criticità riusciamo a fare le prime classi con numeri ‘decenti’- 9 iscritti a Faetano, 12 a Montegiardino 12, 8 a Chiesanuova- ma dovremo andare in deroga alla legge in tutti i casi. Questa è una discussione di prospettiva e non per adottare scelte sul domani, spiace leggere sulla stampa che si vogliono chiudere scuole nei Castelli.

L’agone politico ci sta, ma nel dibattito bisogna confrontarsi su visioni e proposte sul dove portare la scuola. Tutti vogliamo che la nostra offerta scolastica sia la migliore possibile, non la migliore per tenere aperta una scuola in un Castello. Auspico si possa continuare a discutere insieme di questo tema per arrivare ad obiettivi a lungo termine, occorrerà avere strategie condivise per vivere la transizione, ma i fenomeni che attraversiamo sono gravi. Questi i primi dati del 2022, aggiornati ad aprile: mi danno 2 nati a Faetano, 4 nati a Montegiardino, 0 nati a Chiesanuova e Acquaviva. Andiamo intorno ai 180 nati e la curva non dà segni di essere arrivata al suo plateau. Auspico il contributo di tutti sia fattivo e propositivo.

Giuseppe Maria Morganti, Libera
In un futuro prossimo ci sarà comunque bisogno di aprire nuove scuole, se ci sarà bisogno di accorpare plessi. La scuola è il servizio per eccellenza, appunto perché interagisce con la località e genera cultura, approfondimenti, vita del paese. Nei centri minori- Faetano, Chiesanuova, Montergiardino- la natalità non consente di mantenere cicli scolastici primari, ma mi pongo anche l’interrogativo contrario. Nel momento in cui noi chiuderemo chiusura scuola elementare per esempio a Chiesanuova, o anche a Montegiardino, i residenti sono preoccupati.  Mi piacerebbe poter approfondire sulle soluzione date dai tecnici in relazione dei processi formativi. Dal mio punto di vista, si devono dare pari opportunità a tutti quanti.

Guerrino Zanotti, Libera
I dati della natalità sono incontrovertibili.  Per affrontare la denatalità ci sono politiche di carattere sociale ed economico da portare avanti, come una riforma degli assegni familiari, che vanno veramente a sostegno di chi ha figli a carico. Oggi c’è un intervento a pioggia che non cambia la sostanza del bilancio familiare. Si potrebbe essere più precisi e mirati con la riforma dell’istituto come aiuto economico ma anche di incentivi per l’occupazione femminile, serve una visione comune su cui confrontarci, ma deve venire da chi oggi ha in mano le redini…il governo deve avere la capacità per invertire il trend, perché il problema non sarà solo sulla scuola ma su tutti gli aspetti della vita economica e di bilancio. Prima di andare a parlare di ridimensionare i plessi, credo bisogna partire a monte.

Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete
E’ un tema su cui fare fronte comune, abbiamo visto un progetto che segue l’indicazione di accorpare i plessi, rispetto al modello passato che vedeva la dislocazione territoriale in ogni Castello.

Riccardo Stefanelli, Pdcs
E’ un tema che non ha una implicazione che si limita al ‘quante scuole facciamo’. Si tratta di capire che tipo di impostazione dare al Paese per il nostro futuro. Eravamo abituati alla suddisivione in Castelli ma bisogna vedere quale sarà modello di società che vogliamo costruire. Siamo concordi che non sono scelte da fare da un anno all’altro ma vanno ben predisposte. Serve un progetto complessivo.

Nicola Renzi, Rf
In tutta questa discussione manca la sua visione, Segretario. Se dei tecnici si mettono a lavorare ognuno porta il suo know how, e si dice quali scuole chiudere e quali lasciare aperte. Io però vorrei sapere com’è la scuola che vuole il Segretario Belluzzi. Mi pare di capire che la soluzione è ‘passiamo la nottata’, lasciamo tutto così per il prossimo anno e poi vedremo. Io sono convinto sia necessaria la razionalizzazione delle sedi sul territorio. Ma se crediamo nella divisione del Paese in 9 Castelli, almeno nei servizi di base- e la scuola elementare lo è- dovremo tendere a mantenere l’organizzazione in 9 plessi.
Dobbiamo puntare su un curriculum forte soprattutto sulla scuola primaria. La scelta del tempo pieno o parziale deve essere una scelta che facciamo come Stato. Ma non può essere che la scuola di Fiorentino fa un curriculum e quella di Dogana un altro. Siamo davvero così convinti che ciascuna famiglia abbia gli strumenti idonei per capire quale curricula sia più confacente per il proprio figlio di 5-6 anni? Come facciamo poi a dare le priorità?

Sandra Giardi, Gruppo misto
Non dobbiamo pensare di rendere vivibile un Castello solo perchè c’è una scuola, ma dovrebbe essere vivibile sempre. Si può piuttosto adeguare la mobilità. Ci stiamo focalizzando sulle scuole, dovremo invece pensare che tutti i Castelli dovrebbero essere vivibili e accessibili, per me non è una priorità avere scuole in ogni Castello. A Serravalle, già quando mia figlia faceva le elementari, c’erano classi con 22-23 bambini, mentre a Montegiardino c’erano già classi con 6-7 bambini, anche 25 anni fa. Oggi dovremo tirare una linea. Già 25 anni fa il problema c’era e si doveva affrontare.  La politica oggi ha il dovere di lasciare un progetto che riguarda non solo la Segreteria all’Istruzione, ma anche la Segreteria per il Territorio.

Mariella Mularoni, Pdcs
Non sono d’accordo sul modello unico di istruzione. Partendo dal fatto che la natalità è in costante diminuzione, dobbiamo porci interrogativi sulla sostenibilità dell’attuale modello educativo. Trasformiamola in opportunità di rinnovamento di modelli educativi, opportunità per avviare innnovamento e riorganizzazione del servizio scolatico, per una scuola inclusiva e digitale.  Noi abbiamo elaborato un Odg e siamo disponibili a condividerlo con l’opposizione.

Marica Montemaggi, Libera
Si avverte la necessità di ‘prendere tempo’, è un elemento che registriamo. Il cambiamento è positivo e ci deve stare, ma non dobbiamo abbassare l’asticella sulla qualità formativa offerta. Dobbiamo mantenere fisso l’obiettivo che non ci sembra sia chiaro per maggioranza e  governo. Non vedo il ‘fare sistema’ da parte di governo e di maggioranza. Partiamo dalla formazione che vogliamo dare ai nostri bambini che saranno i professionisti del domani, dobbiamo dare modelli differenziati.

Paola Barbara Gozi, Pdcs
Sappiamo che il calo demografico non è solo a San Marino, bisogna anche accettarlo, non combatterlo a tutti i costi. Certo è necessario fare un piano sostenibile. La soluzione è difficile trovarla, ma bisogna ripensare proprio a tutta la società. Va bene, la popolazione invecchia ma diventa anche più istruita, bisogna aiutare i nostri giovani ad andare avanti e istruirsi sempre di più. Di qui gli incentivi a una scuola nuova. Incentiamo i nostri giovani ad andare avanti, sono un potenziale forte. Una scuola nuova, aperta, muldimensionale, ripensiamo la società in modo nuovo, non limitiamoci a parlare di riduzione del numero degli alunni.

Maria Katia Savoretti, Rf
Nessuno vuole negare i dati della natalità, ma non possiamo neppure accettare certe scelte proposte sulla base di questa relazione. Non è di certo prospettando la chiusura di alcuni plessi che si risolve il problema. Non si tratta di combattere la denatalità, qui dobbiamo tutelare l’istruzione per i nostri bambini e ragazzi. Dobbiamo puntare a un progetto che tuteli tutti. Serve un progetto globale.

Matteo Rossi, Npr
Non trovo giuste le analisi che riconducono tutto a una mancanza di prospettive del Paese, non sono questi i motivi che fanno decidere se fare un figlio che no. La società è cambiata e di conseguenza, con meno nascite, bisogna anche porsi il quesito ‘chi è che pagherà le pensioni’, è questo il problema legato alla denatalità. E non è un problema da poco. Siamo qui a parlarne perché è un problema che toccherà tutti, questo e i governi a venire. I confronti sono sacrosanti, C’è un persorso da preparare che andrà fatto e mi trovo il linea con l’Odg. Classi di soli 4-5-6 bambini non sono idonee per una formazione adeguata. Lo scontro politico è sacrosanto ma ad un certo punto bisogna guardare la realtà. Bene i dibattiti qui dentro, bene l’andare nei Castelli, ma i dati sono quelli. Direi di evitare polemiche inutili.

Pasquale Valentini, Pdcs, presidente
Abbiamo aperto non so quanti problemi, non è oggi in discussione il tema del ‘come facciamo a contrastare il calo delle nascite’. Non è vero che non si è parlato di scuola in questo paese, è stato fatto un investimento grossissimo che ci invidiano dall’esterno come modello e come strutture dagli anni ’80-’90. Ma quel modello ha bisogno di numeri per funzionare adeguatamente. Far permanere ragazzi a scuola un tot numero di ore significa anche dare loro tutta una possibilità di socializzazione rispetto la quale i numeri sono significativi. Si stanno riducendo talmente i numeri, di più di un terzo in elementari e infanzia, e il tema è ‘è possibile realizzare quel modello in quella scuola con quei numeri?’.

Andrea Belluzzi, Sds per  l’Istruzione replica
Mi è stata chiesta quale sia la mia visione. Mi pare dovesse trasparire. A me sta a cuore la qualità della formazione dei nostri ragazzi. Noi oggi abbiamo una criticità che influisce anche sulla qualità della formazione, perché nelle classi con numeri bassi non si innestano processi formativi ed educativi importanti. La scuola è e deve essere una vera a grande comunità. Ho parlato di piano regolatore che per me non è come gestire il territorio, ma piuttosto è dire dove andiamo come Paese, ed è anche il tema della scuola. La scuola è cambiata tanto negli ultimi 50 anni e cambierà ancora, noi abbiamo l’occasione di ridisegnarla, di aggiornare i nostri modelli formativi della scuola elementare. La mia visione è creare scuole baricentriche e un servizio comunque vicino ai cittadini quanto basta per poter realizzare una comunità. Rimane il problema dei Castelli che va affrontato come comunità, i Castelli hanno bisogno di strumenti per essere anche sedi di attività culturali ed è impegno che c’è per garantire una loro vitalità, a prescindere dalla scuola. 

 

ODG sottoscritto da tutti i gruppi e approvato all’unanimità (15 votanti, 15 voti a favore, 0 contrari)

Daniela Giannoni, Rete dà lettura all’Odg

La Commissione consiliare permanente

preso atto della relazione del Gruppo di lavoro sulle prospettive della scuola dell’infanzia ed elementare, anche alla luce del calo demografico con le inevitabili ripercussioni future sull’organizzazione stessa della scuola,

considerati i riferimenti dei tecnici sulle possibili soluzioni didattiche e le indicazioni che ogni riorganizzazione dovrà sempre avere come scopo ultimo la qualità della didattica, la socializzazione e l’inclusione dei bambini e dei ragazzi nell’ambiente scolastico e più in generale in quello sociale,

considerate altresì le implicazioni sociali, culturali e finanche economiche che ha la presenza di un plesso scolastico nella vita di un Castello, in particolare in quelli di più piccole dimensioni, 

valutando pertanto che l’opportunità di intervenire sui modelli didatitci ed organizzativi e l’eventuale accorpamento dei plessi scolastici debba avvenire tenendo conto di tutti i fattori che determinano la vita della popolazione su tutto il territorio della Repubblica;

ritiene che per l’anno scolastico 2022/2023 non si proceda a nuove chiusure o ad accorpamenti in alcun plesso; 

dà mandato inoltre al congresso di Stato e alla Segreteria di Stato all’Istruzione e Cultura, di produrre e proporre a questa commissione, entro il 31/12/2022, un progetto complessivo che, a partire  dall’anno scolastico 2023/2024 e per gli anni a seguire, contenga la proposta di un modello didattico e, sulla base di questo, l’eventuale riorganizzazione dei plessi, del trasporto scolastico , della qualificazione degli immobili utilizzati e della riqualificazione di quelli non utilizzati in ordine della loro destinazione nella vita dei Castelli interessati, delle implicazioni sulla collocazione del personale e delle proiezioni sui costi che queste trasformazioni possono comportare,

raccomanda che la stesura di questo progetto sia condivisa con tutte le parti coinvolte, a partire dai dirigenti scolastici, il corpo insegnanti, le famiglie e le giunte di Castello.  

Nicola Renzi, Rf

Sottolineo gli aspetti che come Rf abbiamo deciso di sottoscrivere. Finalmente c’è un mandato politico importante, non avremo solo una relazione dei tecnici, ma l’enunciazione di un principio politico, la visione di quello che il governo vuole fare sulla scuola. Ottimo di riflettere preventivamente sul modello didattico e ottimo che ci sia semplicemente un riferimento a un modello didattico, non accompagnato da aggettivi. Sono state accolte gran parte delle cose che ci siamo detti nel dibatitto odierno. E si ritiene che per l’anno scolastico 2022-2023 non si proceda a nuove chiusure o accorpamenti in alcun plesso. 

Marica Montemaggi, Libera

L’Odg contiene alcuni punti femi: in primis cosa vogliamo proporre a livello di modello didattico,  e poi si può pensare alla riorganizzazione e a cosa comporta, e si sottoscrive che il mandato sia politico, di un congresso di Stato. Il fatto che per il 2022-2023 non si proceda a nessun accorpamento e chiusura è fondamentale, mette in tranquillità molte delle famiglie e si sancisce una decisione presa da questa Commissione. e’ sicuramente positivo, le varie premesse sono quelle che la riorganizzazione deve sempre partire dai fruitori della didattica, bambini, ragazzi e studenti. Questo Odg è un buon compromesso. 

Mariella Mularoni, Pdcs 

Ringraziamo tutti quanti a nome della maggioranza per essere arrivati a condividere l’Odg. 

 

Repubblica di San Marino, 16 Maggio 2022/01

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