San Marino. Giacomo Simoncini, Consiglio G. e G: “In notturna è scontro nel dibattito sulle dimissioni dell’ex Reggente”

San Marino.  Giacomo Simoncini, Consiglio G. e G: “In notturna è scontro nel dibattito sulle dimissioni dell’ex Reggente”

Rassegna stampa – “Inopportuno intervento del Segretario agli Interni Gian Nicola Berti, già avvocato di Simoncini, prodigatosi anche su facebook con dei post che sono stati oggetto forte di biasimo”

ANTONIO FABBRI – Il dibattito sulle dimissioni di Giacomo Simoncini dal ruolo di consigliere, dopo la condanna in primo grado per atti indecenti mentre ricopriva la carica reggenziale, vede i componenti del suo gruppo schierarsi in una goffa difesa avvocatesca costituita da frasi fatte, un po’ di legalese neppure troppo preciso, il contrattacco ad assalti che non ci sono stati, con le accuse di strumentalizzazione politica e attacchi mediatici però inesistenti. Inesistenza rilevata da un po’ tutta l’opposizione e non solo. Arrampicata sugli specchi parallelamente accompagnata via social da imprecisi quanto inopportuni post del Segretario di Stato agli Interni, avvocato Gian Nicola Berti, già legale di Simoncini, che ad ogni piè sospinto si picca di essere dispensatore, per gli altri, di verità, coerenza, opportunità, assenza di conflitti di interesse, per poi ridurre pure il mancato rispetto del lockdown del primo aprile 2021 al fatto che sia ghiotto di porchetta e di squisiti prodotti il tutto incorniciando nel proprio profilo social la bandiera di Israele, giusto per non dimenticare mai la neutralità attiva.

Così il comma della “Presa d’atto delle dimissioni irrevocabili del Consigliere Giacomo Simoncini da membro del Consiglio Grande e Generale e sua sostituzione”, è parso, per taluni interventi, quasi più desolante dei fatti che sono stati contestati all’ex Reggente e hanno visto la condanna in primo grado. Il dibattito sul comma ha riscontrato le defezioni di moltissimi iscritti a parlare in prima battuta, circostanza che qualcuno ha interpretato come la conseguenza dei toni definiti “minatori” del comunicato di Alleanza Riformista all’indomani della comunicazione delle proprie dimissioni da parte di Simoncini. Comunicato che è stato visto da alcuni interventi come intimidatorio per avere paventato, alludendo a diversi consiglieri, lo spauracchio tribunalizio.

Sta di fatto che ad aprire il dibattito è stato Alessandro Mancini di Npr-Ar. “Il Consigliere Simoncini del Gruppo Consiliare di Noi per la Repubblica, l’amico Giacomo, lo scorso 12 ottobre si è recato dalle loro Eccellenze per rassegnare le dimissioni da membro del Consiglio Grande e Generale. Una scelta difficile, non scontata, non obbligatoria. Nessuna incompatibilità, nessuna norma o articolo di legge che obbligava appunto Simoncini a dimettersi. Una scelta che il Consigliere Simoncini ha maturato dopo l’emissione della sentenza di primo grado dello scorso 4 ottobre. Una scelta dettata solo ed esclusivamente da due necessità:

– da una parte di potersi difendere nell’aula giudiziaria nel futuro processo di appello per poter dimostrare la sua innocenza;

– dall’altra quella di doversi difendere dagli attacchi mediatici che in quest’ultimo anno e mezzo non hanno certamente riservato sconti o tregue, anzi tutt’altro. Una iniziativa rispetto alla quale il gruppo politico ha lasciato al consigliere Giacomo Simoncini la massima libertà rimettendosi alla sua decisione. A nessuno credo sia sfuggito come le accuse che sono state mosse a Simoncini siano state strumentalizzate sia sul piano politico che sul piano mediatico con una evidente ricerca di una visibilità da parte di più soggetti. Abbiamo assistito ad attacchi pubblici, uso della stampa, uso dei social, in spregio ai più basilari principi di garantismo e presunzione di innocenza. Si è parlato di rispetto per le altre parti coinvolte, ma quando si pretende di fare i processi fuori dalle aule di Giustizia quel rispetto viene meno non solo per Simoncini, ma anche per la persona offesa che ha richiesto, per prima, che il processo, quello vero, si svolgesse a porte chiuse. E allora smettiamola, da oggi non vi sono più scuse, smettiamola di fare processi sui giornali e in altre aule a partire dalla nostra. Lasciamo che i percorsi della Giustizia facciano il loro corso. Tutte le parti devono essere tutelate”.

E’ poi intervenuto il Segretario Gian Nicola Berti, di fatto facendo l’avvocato-politico, poi reintervenuto in replica.

A mettere in fila una serie di considerazioni che hanno replicato a Mancini e ai membri di Ar, il consigliere di Repubblica Futura, Sara Conti. “Nell’intervento del capogruppo Mancini, mi dispiace non aver sentito un’espressione di vicinanza alla vittima – ha subito rilevato – Detto questo mi sento di rimandare al mittente i tentativi di accusare le forze politiche presenti in quest’aula di aver strumentalizzato la vicenda per fini politici. Non è assolutamente così. Nessun consigliere presente in quest’aula, ha parlato di questa vicenda, né a mezzo stampa né sui social, abbiamo dimostrato una sensibilità e un’estrema correttezza nei confronti del Consigliere Simoncini, questo lo voglio ribadire con estrema serenità. Non abbiamo mai gridato alle “dimissioni subito”.

Poi ha ripreso alcuni passaggi del comunicato di Alleanza Riformista. “Riprendo un passaggio che sottoscrivo: ‘Affinché la politica torni ad essere credibile occorre che prevalga il senso dello Stato e la responsabilità di chi riveste incarichi istituzionali perché i diritti fondamentali, i principi costituzionali e le garanzie non possono esistere a giorni alterni o a seconda della casacca che indossa il presunto autore’ – ha riportato Sara Conti che poi ha aggiunto – Sottoscrivo parola per parola! Ma se il rispetto e la responsabilità del ruolo che ricopriamo e il senso dello Stato deve valere per noi tutti, dovrebbe valere anche per i vostri consiglieri, che invece ci hanno abituati a comportamenti tutt’altro che in linea con il rispetto delle istituzioni di cui parlate. Ricordo, ad esempio, la vicenda del 1° aprile, quando l’allora consigliere oggi Segretario di stato Gian Nicola Berti, mentre ai cittadini era richiesto in pieno lockdown di restare a casa, bivaccava allegramente in via Gino Giacomini. Inoltre vorrei menzionare un altro Conigliere di Ar, l’unico consigliere a non aver aderito al codice etico dei consiglieri… e voi cosa avete fatto per premiarlo? Lo avete eletto sindaco di Governo e capogruppo consigliare. Ecco, non c’è bisogno di dire altro, se non che davvero noi non ci stiamo a farci fare la morale da un gruppo consigliare come quello di Ar”.

Sara Conti ha poi concluso con una domanda: “Considerato che c’è una sentenza di primo grado che ci dice che il fatto si è verificato, considerato che il fatto si sarebbe altresì verificato nel luogo ‘emblema’ delle nostre istituzioni, il Palazzo del Governo, ci chiediamo come mai non sia stato configurato il reato di danno verso lo Stato. A tal proposito vorremmo sapere dal Congresso di Stato se ha intenzione di richiedere all’Avvocatura di Stato di fare appello oppure se lo abbia già fatto”.

Il dibattito è poi proseguito in notturna, con Matteo Zeppa di Rete che ha a sua volta ribadito come non ci siano state “strumentalizzazioni da parte di nessuna forza politica, nemmeno quando in aula ci sono stati dibattiti, ad esempio, sulla violenza di genere. Questo per estremo rispetto per una questione che era in un’ altra sede ad essere discussa. Allora io mi stupisco di chi da professionista si erge a moralizzatore e cerca di aggredire anziché capire che forse era meglio il silenzio. Si dimentica che la vicenda ha riguardato un Capo di Stato. Avete voluto voi fare una guerra politica, cari colleghi di Ar, utilizzando anche Giacomo Simoncini, con calcolo politico, perché sapete benissimo che la sostituzione vi devasta perché entra un membro che non fa parte di Ar. Anziché scrivere tutto quello che avete messo nel comunicato, avreste dovuto aiutarlo a Giacomo Simoncini. Avete monetizzato a livello politico, fregandovene di quello che è successo e pensando di rimediare quello che era irrimediabile”.

A questo si è aggiunta la con- siderazione di Matteo Rossi, consigliere del Ps, che ha svolto una considerazione sul comunicato stampa di Ar collegandolo con le numerose defezioni dagli interventi. “Capisco – ha detto Rossi – che queste velate minacce abbiano anche inibito dei colleghi a intervenire. Sono stati fatti dei passaggi agghiaccianti in quel comunicato. Una cosa che io rifiuto di accettare e inibisce la nostra libertà di parlamentari”.

Accorato l’intervento di Iro Belluzzi di Libera: “Chi vuole bene al collega, avrebbe dovuto consigliarlo ad assumere certe determinazioni prima. Ma io – ha detto con forza – esprimo ancora più vicinanza a chi è vittima e non ci ha voluto più onorare della sua presenza all’interno dell’aula da quando accaduto il fatto. Questa è la vicinanza che dobbiamo esprimere a un funzionario dello Stato che, sempre garbato e sempre sorridente, ha mantenuto il rispetto per noi consiglieri, per il Congresso di Stato, per la Reggenza e per le istituzioni. Sono vicino a lei e vorrei che riapparisse all’interno dell’aula consigliare perché ci manca con la sua grazia, il suo garbo e la sua gentilezza”.

E’ poi intervenuta per Alleanza RiformistaNpr, Maria Luisa Berti. “Con il gesto che ha fatto, Giacomo Simoncini ha dato oggi dimostrazione di rispettare le istituzioni. Certi interventi di oggi dimostrano che di strumentalizzazione politica, in modo spregevole su questa vicenda, ne sia stata fatta tanta e ne continui a essere fatta. Questo sicuramente non aiuta nessuno e soprattutto non aiuta la verità”.

“Fin dall’inizio – ha detto Nicola Renzi di Rf – una cosa che ho trovato disgustosa è stato il tentativo di gettare discredito verso chi ha avuto il coraggio di sporgere denuncia”. Poi una riflessione sull’adeguatezza delle norme per ottemperare alla convenzione di Istanbul e quindi una frecciata al Segretario Berti circa l’opportunità politica: “Non voglio leggere quello che ha scritto il Segretario di stato Berti poco fa su Facebook. Commenti che sono a mio avviso irripetibili… ci vorrà un briciolo di senso della carica che si ricopre. Lo dicessero solo quei cattivoni di Repubblica futura… ma ve lo ha detto Roberto Ciavatta: le ha detto Berti che lei doveva fare una cosa questa sera, non intervenire, per un motivo di opportunità che penso tutti capiamo. Il Segretario Berti che dovrà portare in Congresso di Stato la proposta per l’Avvocatura di appellare o meno la decisione relativa ai danni o meno all’Eccellentissima Camera in questa vicenda. Il Congresso di Stato come si comporterà?”.

Giovanni Zonzini di Rete ha aggiunto: “Credo che sia difficile sostenere che non ci sia un danno di immagine per lo Stato, perché quello che è avvenuto non è avvenuto da parte di un privato cittadino, bensì, se avvenuto, da parte di chi ricopriva il ruolo di capo di Stato nel suo ufficio qui a Palazzo Pubblico”.

“Vorrei precisare che il segretario di Stato agli interni è uno dei dieci membri del Congresso di Stato e siccome, ho avuto veste in altro campo, volevo rassicurare che io non prenderò nessuna decisione di alcun genere e qualora i miei colleghi dovessero decidere di fare una cosa o un’altra, mi allontanerò ha detto in replica il segretario Gian Nicola Berti – Per rispondere al consigliere Conti: io rivendico tutte le mie colpe della vita che sono quelle di aver mangiato della porchetta, io però purtroppo questa pena ce l’ho, lo vedete sono anche un po’ sovrappeso, chiedo scusa, però penso ci siano anche dei problemi più gravi in questo Paese”, ha ironizzato Berti prima di agitare di nuovo lo spauracchio tribunalizio, peraltro richiamando vicende citate in maniera imprecisa.

Preso atto delle dimissioni, comunque, il consigliere Simoncini è stato sostituito dal nuovo consigliere Milena Gasperoni.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo

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