San Marino. Consiglio Grande e Generale 17 gennaio pomeriggio

San Marino. Consiglio Grande e Generale 17 gennaio pomeriggio

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 17-21 GENNAIO

-LUNEDI’ 17 GENNAIO- Seduta del pomeriggio


Concluso il comma comunicazioni, il Consiglio grande e generale procede a una serie di nomine. Nel Consiglio direttivo di Banca Centrale entra Walter Guidi, indicato dal Pdcs, al posto della dimissionaria Martina Mazza. Nuovo team per l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali: neo presidente è Umberto Rapetto, indicato dal Pdcs. Membri effettivi sono Elia Santi, nominato da Rf, e Patrizia Gigante, indicata da Rete. New entry anche per l’Autorità Garante per l’Informazione: neo presidente è Francesco Bongarrà, giornalista professionista per l’agenzia di stampa Ansa e docente al master di giornalismo dell’Università Lumsa di Roma. Davide Gasperoni e Matteo Selleri sono indicati invece dalla Consulta per l’Informazione, mentre Libera e maggioranza nominano rispettivamente Alessandro Urbinati e Alessandro Bronzetti. Altra nomina per l’Autorità della Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione: Stefano Mele viene indicato presidente. Infine, Fabrizio Lonfernini è la new entry nel comitato amministratore Fondiss.

Si apre quindi il comma relativo alla ripresa della Discussione sulla relazione conclusiva della Commissione Consiliare d’Inchiesta su Banca Cis e sulle crisi bancarie, che riparte dalla repliche. Nel corso dei lavori del pomeriggio sono presentati 4 dei 5 ordini del giorno annunciati, uno di maggioranza, due di Libera e altrettanti di Rf. Gli interventi a livello bipartisan auspicano una condivisione verso un unico testo conclusivo del dibattito, anche se i presupposti rendono l’impresa ardua.

Pasquale Valentini, Pdcs, sottolinea l’importanza della conclusione del comma: “Se non capiamo che come noi leggiamo queste cose ha rilevanza all’esterno di San Marino, non capiamo il problema. Importante non è tanto che diciamo cosa è successo nel passato, lo dovrà valutare solo la magistratura, sarà importante capire come da quel che è successo siamo capaci oggi di fare azioni che vanno a chiudere un certo modo di fare della politica del passato. Attenzione a come concludiamo”. Andrea Belluzzi, Sds per l’Istruzione, spiega come la relazione abbia raccontato la storia del sistema bancario sammarinese “con un finale al negativo”. E rimarca lo scotto pagato dalla sua forza politica: “Io appartengo a una forza politica che ha testimoniato che si poteva e si può agire diversamente- sottolinea- nel 2016 abbiamo pagato un prezzo caro, ci siamo divisi. Una parte aveva capito, una parte no. Si può agire e prendere le distanze”. Maria Luisa Berti, Npr, interviene per chiarire come nella relazione, nel paragrafo sulle consulenze, siano stati volutamente colpiti professionisti, come lei stessa. Dalla relazione “sembra che certi liberi professionisti si siano serviti della loro appartenenza politica per macchinare soldi- manda a dire- rispetto quanto indicato di consulenze dello studio cui appartengo- precisa- volevo sottolineare che non è assolutamente vero che siano state fatte consulenze per l’ammontare indicato”. Inoltre, “con il governo di Adesso.sm- aggiunge- tutti i mandati di Cassa di risparmio delle cause civili per lo Studio Berti sono stati revocati”.

Alberto Giordano Spagni Reffi, Rete, sottolinea come la relazione, con la precedente, offra “500 pagine di spaccato sammarinese di un sistema che ha fatto una sorta di volo di Icaro, in cui la politica è entrata senza averne le competenze”. E in quel vuoto “malintenzionati si sono inseriti- prosegue- portando alla devastazione del sistema bancario sammarinese”. E “lo Stato viene a mancare per colpa- sottolinea- mancanza di conoscenza, negligenza e anche per dolo”. Anche Manuel Ciavatta, Pdcs, ricorda come nella prima commissione di inchiesta si era usciti con una relazione e conclusione unitaria, ma poi in Aula non si è riusciti ad ottenre un Odg condiviso. “Oggi la questione parte da punto differente- osserva- la Commissione ha fatto una relazione condivisa, ma non una conclusione condivisa e i gruppi si preparano a depositare testi differenti, l’auspicio è che gli Odg siano più vicini possibili”. Michele Muratori, Libera, è molto scettico a riguardo perché ritiene che la volontà della maggioranza punti unicamente ad attribuire responsabilità al precedente governo. Matteo Ciacci, Libera esorta l’attuale maggioranza a prendere davvero le distanze da persone che in passato hanno avuto responsabilità. “Noi non solo li censuriamo, ma li abbiamo cacciati”, sottolinea. Andrea Zafferani, Rf, replica a Matteo Zeppa, che ha riferito in Aula un suo post di Fb, quando da ex Segretrio di Stato definiva “falsità dell’opposizione” le denunce fatte sul gruppo Confuorti. “Quei fatti non si sono concretizzati proprio perché noi l’abbiamo impedito”, manda a dire. Infine Gerardo Giovagnoli, Npr, presidente della Commissione, rileva come gli Odg siano ben 5 ma hanno contenuti comuni perché convergono per lo più sugli stessi fatti.

Il dibattito prosegue in seduta notturna.

Odg della maggioranza

Il Consiglio Grande e Generale

Preso atto

dei contenuti della Relazione della Commissione Consiliare d’inchiesta depositata a termini di legge il 2 dicembre 2021 – come espressamente indicato al capo II della Legge Costituzionale N.2 del 14 giugno 2019 – e considerando che la commissione aveva il compito di individuare le eventuali cause che, più in generale, hanno determinato la crisi del sistema finanziario sammarinese, mettendo in luce possibili responsabilità politiche, gestionali o amministrative rispetto all’attività degli Istituti di Credito coinvolti, con particolare attenzione ai deficit di vigilanza e di controllo nell’erogazione del credito e di fornire una chiara analisi dei fatti intervenuti nel sistema, esplicitando eventuali responsabilità;

Premesso

che il lavoro d’indagine condotto dai membri della Commissione d’Inchiesta ha prodotto una relazione aderente al mandato ricevuto;

Fatti salvi

I rilievi penali di interessi ed eventuale competenza dell’Autorità Giudiziaria;

Rilevato che

l’esito della gestione delle banche e delle finanziarie, le cui licenze vennero concesse massivamente da parte dei governi succedutisi fra la fine degli anni ’90 e l’inizio del nuovo millennio, in assenza di un quadro normativo che ne regolamentasse la vigilanza, ha portato ad ingenti danni economici e reputazionali per il Paese;

l’assenza di concrete ed efficaci strategie di sviluppo del sistema finanziario unitamente alla crescita del sistema bancario sulla base dei “tre capisaldi” – anonimato societario, segreto bancario e differenziale fiscale – ha senz’altro favorito un benessere diffuso, che si è dimostrato effimero ed ha progressivamente allontanato il Paese dal percorso di trasparenza che si stava impostando all’interno degli organismi internazionali;

gli attentati terroristici del 2001 portarono la Comunità Internazionale a riflettere sulla necessità di adottare provvedimenti di contrasto al terrorismo, con particolare attenzione al settore finanziario, mettendo sotto osservazione i Paesi che mostrarono resistenza a tale cambiamento;

la mancata firma dell’Accordo di Cooperazione con la Repubblica Italiana nel 2005 ha contribuito ad alimentare tensioni con i principali interlocutori istituzionali del Paese che, a partire dalla seconda metà degli anni 2000, trattarono con aperta ostilità il sistema bancario sammarinese e produssero effetti economicamente molto negativi per la Repubblica di San Marino, soprattutto sugli ingenti investimenti nel Gruppo Delta;

soltanto nel 2008 la Repubblica di San Marino avviò un percorso di riconversione del sistema economico e della propria normativa adeguandoli agli standard internazionali relativi alla trasparenza finanziaria e fiscale ed al contrasto al fenomeno del riciclaggio, condotto dai governi del Patto per San Marino e di San Marino Bene Comune;

il percorso di trasformazione del Paese fu generato anche da un profondo processo di rinnovamento e di distanziamento operato dai partiti di ispirazione democristiana e socialista, profondamente cambiati negli obiettivi e nelle scelte strategiche rispetto a quelle fatte dagli anni ‘90 al 2008;

successivamente all’uscita dalla “Black List” nel 2014, la Coalizione San Marino Bene Comune tentò di affrontare la crisi di Cassa di Risparmio e Delta, con aiuti per centinaia di milioni di euro dallo Stato, senza giungere ad azioni risolutive anche per l’assenza delle risorse necessarie per una massiva azione di ristrutturazione di Cassa;

il 21 gennaio 2016, la maggioranza di allora votò in Consiglio Grande e Generale il gradimento per Wafik Grais, nonostante le diverse anomalie anche contenute nel bando di selezione – come, ad esempio, la fuga di notizie sul quotidiano l’Informazione;

il tema centrale e di grande contrapposizione, che nel 2016 portò alla caduta del Governo formato da PDCS-NS-PSD-AP ed alla formazione del Governo di Adesso.sm, fu la diversa visione sulle scelte che dovevano essere fatte sul sistema bancario e finanziario – in particolare sulla revisione della qualità degli attivi (AQR). Questa diversità di visione provocò la scissione del PSD proprio su questo tema, spaccando il partito sulla strategia portata avanti dal Presidente Grais, e la contrapposizione fra DC che voleva un piano di strategico di ristrutturazione e rilancio del sistema Bancario che doveva essere sostenibile e graduale, ed AP che invece voleva un intervento diretto e immediato sulla svalutazione degli attivi, poi realizzata con l’avvento del Governo di Adesso.sm, che non ha avuto la capacità di contrastare la strategia portata avanti da Grais e Savorelli;

il Governo Adesso.SM, composto dalle attuali compagini di opposizione, per affrontare i problemi di Cassa di Risparmio e del sistema bancario, si affidò agli esponenti della Banca Centrale guidata da Grais e Savorelli – che perseguivano un piano criminale orchestrato dal “Gruppo Confuorti” in combutta con il “Gruppo Grandoni” -, cui diede carta bianca; inoltre, avvallò e difese ogni decisione di tali soggetti, dimostrandosi incapace di risolvere i problemi del sistema bancario emersi ed acuiti in quel periodo, ma anche di ascoltare per tempo le denunce che da più parti provenivano circa l’attuazione di quel piano criminale.

i valori di vendita del portafoglio Arcade sono risultati artatamente manipolati: il prezzo a cui è stato ceduto tale portafoglio risulta totalmente inferiori al mercato, in quanto le analisi dei crediti suggerivano valori di recupero distintamente superiori, ma furono prospettate spese di recupero intenzionalmente gonfiate che facevano apparire il prezzo proposto come conveniente. Il CdA di Cassa di Risparmio di allora recepì acriticamente tali assunzioni, sulle quali anche la Vigilanza di Banca Centrale avvallò, e nessuno tenne in considerazione l’ordinanza del Tribunale ( P.P. 500/2017) che metteva in dubbio la gestione dell’Istituto.

Considerato inoltre

che dai contenuti della relazione della Commissione d’Inchiesta, il Consiglio Grande e Generale ha il dovere di riconoscere le criticità che hanno caratterizzato quel percorso e i passaggi che sono serviti per sanarle; percorsi necessari a recuperare l’indispensabile credibilità interna ed internazionale di cui il Paese ha bisogno per guardare con positività alle prospettive future;

che la necessità, prioritaria, è quella che tutte le forze politiche cerchino di convergere su valutazioni e decisioni che siano in grado di mettere il Paese a riparo dai comportamenti illeciti che hanno nel tempo provocato i danni che, sia sul piano economico che reputazionale, sono ricaduti su tutta la Comunità sammarinese;

che emerge con forza la necessità di impostare delle efficaci linee di sviluppo del sistema finanziario nel solco delle raccomandazioni del FMI, delle caratteristiche attuali e prospettiche e del mercato dei capitali, accelerando la procedura di accordo di associazione con l’UE, senza condizionamenti ideologici o di parte che limitino la crescita e le potenzialità del comparto.

Tutto ciò premesso e considerato

Censura

La scelta politica di sviluppare a San Marino una piazza finanziaria attraverso una concessione di licenze bancarie e finanziarie a soggetti inidonei e con modalità viziate da interessi affaristici, tutt’ora oggetto di procedimenti penali, in un contesto privo di un adeguato sistema di regole e di presidi;

La scelta intrapresa da Cassa di Risparmio nell’investimento in Delta che superò i limiti previsti dalla normativa di vigilanza, non adeguatamente monitorata dai governi di quel periodo;

La scelta politica di non firmare l’accordo con l’Italia del 2005;

Il piano criminale ordito ai danni dello Stato portato avanti da una vera e propria associazione per delinquere che mirava alla chiusura di Asset Banca, concorrente di Banca Cis, e l’affossamento di Cassa di Risparmio per acquisirne il controllo;

Il “gruppo Confuorti” composto da Francesco Confuorti, Wafik Grais, Lorenzo Savorelli, Filippo Siotto, Mirella Sommella, Ugo Granata, Giuseppe Pedrizzi, Maurizio Dispinzeri, Roberto Venturini, Giambattista Duso, Francesco Pastore, Raffaele Mazzeo, Mario Galliano, Roberto Moretti, Nicolino Romito, Luigi Borri, Massimo Cotella e Giuliana Michela Cartanese e il “gruppo Grandoni” composto tra l’altro dallo stesso Marino Grandoni, Daniele Guidi, Maria Stefania Lazzari, Simone Celli, Alberto Buriani e Fabio Zanotti che, oltre a quanto già analizzato nella precedente relazione della Commissione d’Inchiesta, hanno agito mostrando la volontà comune di portare avanti un piano mirato a favorire interessi particolari;

la scelta del Governo e la maggioranza di Adesso.sm di aver concesso ratifiche e manleva per gli atti prodotti dal gruppo Grandoni e Confuorti, di non avere promosso azioni di responsabilità nei confronti di Savorelli, Grais e del CdA presieduto da Romito, e di non aver impedito che il Paese e le sue istituzioni cadessero nelle mani di un vero e proprio “Governo Ombra”.

La scelta di vendere i crediti Npl di Delta riferiti al pacchetto Arcade al prezzo artatamente manipolato, senza aver adeguatamente approfondito le risultanze contenute nell’ordinanza del tribunale dell’ottobre 2018 (P.P. 500/2017)

Dà mandato

al Presidente della Commissione dInchiesta di trasmettere la relazione finale e tutto il materiale ad essa allegato al Tribunale, affinché la Magistratura possa vagliare se vi sono elementi utili ai fini di indagine;

al Congresso di Stato di porre in essere tutti gli atti e le azioni volte a recuperare quanto più possibile del danno economico subito dallo Stato e dai cittadini;

al Congresso di Stato di definire un piano generale di interventi normativi volti ad individuare su quali pilastri basare la sostenibilità finanziaria del Paese e, in particolare, attraverso quali azioni e quali strategie riportare il sistema bancario ad essere elemento attivo e propulsivo del sistema economico e sociale;

al Congresso di Stato di produrre, entro marzo 2022, interventi normativi volti al recepimento delle raccomandazioni del Quarto Ciclo di valutazione del GRECO per quanto riguarda i Membri del Consiglio Grande e Generale in particolare rispetto alla pubblicazione dei patrimoni, dei redditi, dei debiti e delle partecipazioni dei Parlamentari;

al Congresso di Stato di elaborare una normativa al fine di contrastare le influenze che possono avere i soggetti economici, anche internazionali, in ambito finanziario ed istituzionale.

al Congresso di Stato e al Cda di Cassa di Risparmio, per quanto di competenza, di attivarsi a seguito delle recenti risultanze del processo di Forlì, che ha visto decadere i capi di imputazione pendenti su Cassa di Risparmio nel processo “Varano”, rimettendo in discussione tutto l’impianto accusatorio costruito sulla gestione di CARISP, che hanno generato un danno mediatico ed economico enorme per la banca e per l’intero sistema sammarinese.

Ordine del giorno di Libera

Il Consiglio Grande e Generale
 esaminata la relazione della Commissione d’Inchiesta che ha analizzato la crisi del sistema bancario e finanziario sammarinese, 
ringrazia
i componenti della Commissione che si sono adoperati affinché emergessero i fatti che hanno prodotto le gravi problematiche che il Paese si trova ad affrontare.
Il Consiglio Grande e Generale
prendendo atto che i fatti messi in evidenza dalla relazione sono responsabili non solo del forte ridimensionamento di un settore strategico per l’economia, ma gravano sull’intera popolazione avendo generato la quasi totalità dell’attuale debito pubblico pari a circa il 150% del Prodotto Interno Lordo,
considera
come tale debito sia maturato attraverso finanziamenti diretti, l’emissione di titoli di Stato, impegni assunti in garanzia, ed infine attraverso l’accensione di crediti di imposta.

Il Consiglio Grande e Generale


condivide 
l’analisi della Commissione per cui il danno per il Paese è iniziato con le concessioni delle licenze bancarie avvenute alla fine degli anni ’90 ed all’inizio del 2000 e dalla facoltà lasciata ad un sistema finanziario, favorito dal segreto bancario, di attrarre ingenti masse di capitali che risultavano in parte anche di dubbia provenienza.

Aggiunge alle riflessioni della Commissione come fatto gravissimo di politica estera la mancata risposta in termini fattivi all’ultimatum che l’Ocse ha lanciato a San Marino già nel 2001 conseguente all’attentato alle Torri Gemelle, teso a contrastare il traffico di denaro che finanzia il terrorismo e la criminalità organizzata.

Prende atto con soddisfazione che il mancato accordo di fine 2005 contro le doppie imposizioni che presupponeva l’avvio di un reale scambio di informazioni con l’Italia, sia giudicato dalla Commissione come prodromico alla violenta crisi delle relazioni italo-sammarinesi e alle conseguenze che già nel 2008, aggiungendosi alla crisi finanziaria internazionale, hanno letteralmente ‘messo in ginocchio’ il sistema economico sammarinese basato sull’interscambio e sulla possibilità di operare sul territorio italiano.

Indica come in quel frangente la responsabilità della mancata firma sia da addebitare al partito di maggioranza relativa avendo suoi esponenti, sotto pressione dei poteri economici preminenti, impedito, un attimo prima della partenza, l’arrivo dell’On.le Gianfranco Fini, allora Ministro degli Esteri, a San Marino.

Valuta
 come la dimostrazione di cattiva volontà da parte del Governo sammarinese nel avviare un percorso di trasparenza, abbia condotto l’alleato italiano a ridefinire l’atteggiamento con la Repubblica di San Marino affinché in modo cogente adeguasse la propria struttura fiscale e finanziaria alle regole che si stavano definendo in sede Ocse, abbandonando le politiche legate al segreto bancario e all’anonimato societario.

Il Consiglio Grande e Generale condivide
 l’analisi per cui gli anni di crisi delle relazioni italo-sammarinesi e più in generale l’inserimento della Repubblica nelle liste nere e grigie dell’Ocse e di altri numerosi Paesi, abbia costretto la Repubblica a modificare rapidamente le proprie normative interne e a provvedere con efficacia alla loro applicazione. Ciò in concomitanza alle politiche di recupero fiscale e di rientro dei capitali messi in atto dall’Italia attraverso gli scudi fiscali, ha causato una fortissima emorragia di capitali finanziari e difficoltà enormi nell’interscambio per le imprese continuamente accusate di estero vestizione.

Prende atto
 che la sostanziale modifica delle relazioni abbia generato una crisi irreversibile con le autorità finanziarie italiane che hanno imposto alle proprie banche con investimenti a San Marino di cedere rapidamente le proprie partecipazioni e hanno bloccato ogni operatività delle banche sammarinesi sul territorio italiano.

Considera 
come le mutate relazioni abbiano contribuito in grande parte alla crisi del Gruppo Delta e alla sua conseguente liquidazione, bruciando i capitali investiti da Cassa di Risparmio e mettendo in grave rischio gli elevati prestiti che Cassa di Risparmio aveva elargito nei confronti di Delta. Una crisi, che grazie anche ad una conduzione discutibile dei commissari liquidatori, ha comportato perdite enormi per Cassa di Risparmio che ha visto l’azzeramento del suo intero patrimonio e degli aumenti di capitale sostenuti dai soci (Fondazione e Sums) ed in particolare dallo Stato. Tale default è responsabile di perdite pari a circa 1,5 miliardi di euro corrispondenti al 75% dell’intera perdita subita dal sistema bancario.

Il Consiglio Grande e Generale Stigmatizza anche le decisioni assunte da chi dirigeva la politica relative alla defenestrazioni dei vertici di banca centrale nel 2008 quando gli stessi vertici stavano mettendo in guardia rispetto al rischio dell’elevata esposizione di Cassa di Risparmio in Delta e stavano effettuando una serie di verifiche sul sistema bancario ed in particolare stavano effettuando l’ispezione in banca Partner.

Considera errate le politiche che non misero in atto alcuna protezione del Paese dalle aggressioni che furono guidate da poteri ancor oggi non noti nella loro totalità, che avevano come obiettivo la riconquista di ampie fette del mercato del credito al consumo in Italia eliminando uno dei più temuti concorrenti e nel contempo di accondiscendere gli interessi speculativi di uno dei soci di Carisp in Delta, socio che una volta ottenuta la controparte finanziaria a discapito di Cassa di Risparmio, fu lui stesso accusato di gravi reati finanziari fino a subire provvedimenti di restrizione della libertà personale.

Condanna la gestione della liquidazione del gruppo Delta che protraendosi negli anni senza mettere in atto una seria gestione tesa al recupero del credito erogato, consentì un rapido deterioramento dei micro crediti fino a renderne difficile, se non impossibile il recupero e generando così gravissimi danni agli istituti bancari erogatori fra cui Cassa di Risparmio in primis in quanto detentore di oltre il 50% dell’intero ammontare dei crediti.

Il Consiglio Grande e Generale Prende atto
 della dettagliata analisi che la Commissione di Inchiesta ha sviluppato nell’esame delle situazioni di criticità delle banche che hanno richiesto interventi dello Stato in termini di garanzie e di crediti di imposta e

Condanna apertamente le gestioni dei governi che hanno rilasciato 8 licenze bancarie nel periodo 1998-2004, senza tenere presenti i parametri di affidabilità e competenza dei richiedenti, ma determinando le scelte sulla base di tangenti in denaro o altri benefici per i singoli politici o per i loro partiti.

Condanna quegli amministratori privati che pur di consolidare la raccolta delle banche per cui lavoravano, hanno accettato denari di provenienza illecita siano questi frutto di attività legate al crimine organizzato, al terrorismo e alla frode fiscale.

Considera la parabola discendente di tali attività non solo dovuta all’effetto degli scudi fiscali che ne hanno limitato le possibilità di gestire ricavi finanziari basati sulla massa amministrata, ma anche e soprattutto per una gestione del credito fuori dalle regole della sana e corretta amministrazione, quando non proprio incentrata sulla partecipazione alla truffa nei confronti dei propri clienti depositanti.

Segnala le amministrazioni bancarie, i loro organi di controllo interni e la vigilanza di Banca Centrale come massimi responsabili per aver generato, o consentito che si generasse, un’enorme massa di NPL che hanno prodotto fortissime svalutazioni dei patrimoni delle banche e ne determinano la loro debolezza strutturale.

Valuta fallimentari gli esiti delle politiche di accorpamento e fusione degli Istituti entrati in crisi e irresponsabili quelle politiche che non avendo posto un argine alla crescita del credito di imposta, hanno lasciato la responsabilità della gestione del recupero dei crediti agli stessi amministratori che beneficiavano dell’intervento crescente dello Stato al diminuire delle possibilità di incasso dei crediti stessi.

Il Consiglio Grande e Generale

Considera Importante l’analisi condotta dalla Commissione di Inchiesta relativa alla genesi di Cassa di Risparmio dopo la crisi del 2008 che ha fatto perdere all’Istituto l’intero capitale sociale e richiesto interventi di ricapitalizzazione da parte dello Stato prossimi ad 1 miliardo di euro. In particolare attenzione deve essere prestata alle svalutazioni che hanno interessato il bilancio di Carisp fino al 2013, ai bilanci successivi che, in assenza di risorse finanziarie, hanno derogato alla corretta valutazione delle perdite, fino ad arrivare al bilancio del 2016 che ha comportato una super svalutazione degli attivi e la conseguente ingente perdita.

Condanna 
il progetto architettato dal vertice di Banca Centrale di indebolire Cassa di Risparmio, condurre verso la liquidazione Asset Banca, tenendo invece alto il profilo patrimoniale di Banca Cis, affinché si generassero le condizioni di una fusione che potesse mettere al riparo da serie conseguenze le gravi malversazioni che hanno generato un ammanco patrimoniale nel Cis di alcune centinaia di milioni di euro, salvaguardandone i soci e gli amministratori.

Valuta
debole anche se positiva nel contrastare il progetto, la contromossa messa in atto dal Governo di adottare un articolo di legge per la ricapitalizzazione graduale di Cassa di Risparmio e la spalmatura delle perdite in più esercizi. Tale azione ha impedito la messa in liquidazione della banca, ormai diventata integralmente pubblica, e si è completata con l’allontanamento del Direttore Generale di Banca Centrale e di tre membri del Consiglio di Amministrazione della banca stessa che rispondevano direttamente agli ordini del finanziere Confuorti.

Valuta
positivamente il cambio di rotta assunto dalle politiche finanziarie dello Stato con la gestione del Segretario di Stato Eva Guidi, che hanno consentito di individuare strategie per l’attuazione dei primi piani di risanamento di Cassa di Risparmio anche attraverso difficili politiche di contenimento dei costi, e di avviare la procedura di risoluzione nei confronti di banca Cis, contrastando le azioni dilatorie messe in atto anche con l’utilizzo di finti investitori, rivalendosi sui soci e sugli amministratori.

Il Consiglio Grande e Generale
valuta positivamente la decisione di provvedere alla ricapitalizzazione di Cassa di Risparmio sostituendo gli effetti dell’articolo 5 ter, attraverso l’emissione di titoli di Stato irredimibili aventi una remunerazione fissa nel tempo.

Valuta
inoltre positivamente la decisione di provvedere alla costituzione di un veicolo pubblico per la gestione unificata degli NPL, anche se non ci si può esimere dal manifestare preoccupazione dalle garanzie che lo Stato deve rilasciare su parte dei crediti stessi.

Il Consiglio Grande e Generale I al Governo e all’Ufficio Legale dello Stato di seguire attentamente le pratiche relative alle responsabilità di soci e amministratori affinché non si verifichino prescrizioni e il Tribunale possa accertare eventuali responsabilità e per quanto possibile, recuperare le somme (..)

 

1) Odg di Repubblica futura

Il Consiglio Grande e Generale (..)

richiede al Congresso di Stato la presentazione di una legge per prorogare i lavori della Commissione di inchiesta affinché sia approfondita l’indagine attraverso l’indicazione

1) dei nominativi delle persone politicamente esposte, tempo per tempo, che abbiano posizioni in sofferenza presso sistema bancario per importi superiori a 20 mila euro

2 ) di eventuali trattamenti di favore ricevuti da tali persone rispetto condizioni di finanziamento tempo per tempo esistenti. Si ritiene che su tali tematiche non può esistere segreto di ufficio considerata indubbia rilevanza pubblica di questi dati che non possono non condizionare rappresentanti politici che si trovino nella condizione di debitori.

2) Odg di Repubblica Futura

Il Consiglio grande e generale (…)

censura 1) il comportmento dei Segretari di stato pro tempore che fino 2006 si sono resi protagonisti dei fatti di cui al punto in premsa, abusando esfruttndo discreionaltà e potere concessorio del congresso di Stato a quei tempi vigenti per finalità contrarie al bene della Repubblica e la cui eredità si riverera ancora oggi in gestione di un sistema banbario non più profittevole e che non genera più entrate per lo Stato e che anzi richiede interventi massivi si sostegno dello Stato

2) censura le azioni poste in essere dai vertici di Banca centrale Grais e Savorelli nel periodo di inizio 2016- fino ad agosto 2017 (…);

Dà mandato al congresso di Stato di costituire l’Ec.,ma Camera come parte civile negli eventuali procedimenti penali per recuperare quanto più possibile del danno economico subito dallo Stato e dai cittadini. Di predisporre eventuali interventi normativi e organizzativi per dotare il nostro sostema istituzionale di anticorpi perchè tali fenomeni non abbiano a ripetersi, dando attuazione alle raccomandazioni Greco sui requisiti delle nomine degli organi apicali, con particolare attenzione ai conflitti di interesse.

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