San Marino. Consiglio Grande e Generale, 19 luglio – seduta del pomeriggio

San Marino. Consiglio Grande e Generale, 19 luglio – seduta del pomeriggio

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE,

17-21 LUGLIO -MERCOLEDI’ 19 LUGLIO

– Seduta del Pomeriggio

Prosegue l’esame dell’articolato dell’Assestamento di Bilancio 2022 che nel pomeriggio si concentra sugli emendamenti presentati all’articolo 1 “Convenzionamenti per prestiti agevolati”. La seduta si conclude con l’accoglimento del solo emendamento del governo, un emendamento ritirato da parte di Rete e tutti gli altri- presentati da Rete o Rf- sono respinti. Si riparte quindi con le repliche sui primi due emendamenti di Rete, abrogativo e modificativo dell’articolo 1. Elena Tonnini, Rete, ribadisce che la proposta di abrogazione dell’articolo nasce dal rilievo di “una mancanza di progettualità affinché il sostegno non diventi assistenzialistico”. “E’ inutile che continuiamo a dire che non ci sono soldi- incalza Grazia Zafferani, gruppo misto di minoranza- e poi arriviamo in Aula con 600 mila euro in più di contributi per l’agricoltura, mentre non ci sono indirizzi politici per aiutare le famiglie”. Per Gian Matteo Zeppa, Rete emerge un problematica reale, “bisogna incentivare ma anche monitorare”. Giancarlo Venturini, Pdcs, torna a chiarire i contenuti dell’articolo 1: “Posso capire la volontà di tentare di fare ostruzionismo sull’Assestamento, ma ho sentito molta confusione nel capire la differenza fra mutuo, che deve essere erogato in termini di legge, e gli impegni di convenzionamento”.

In questo caso, “lo Stato è coinvolto sulla rata annuale degli interessi che non è di 600 mila euro”, puntualizza. Stefano Canti, Sds Agricoltura, lo ribadisce: “C’è differenza tra contributo e mutuo, questa somma di 600 mila euro in più serve per coprire il plafond dei mutui che nelle casse dello Stato incideranno per circa 30 mila euro”. “Non è si incide solo su 30 mila euro per gli interessi”, ribatte invece Emanuele Santi, Rete, che conferma gli emendamenti. “Se si guarda al conto totale dell’emendamento si parla di 130-150 mila euro che tutti gli anni lo Stato si accolla per il credito agevolato all’agricoltura”. E l’aumento previsto dei contributi arriva “sulla base di una richiesta pre- elettorale- insiste Santi- allora la stessa richiesta di credito agevolato può arrivare da altri settori di imprese, senza alcuna base di confronto”. Alla fine entrambi gli emendamenti di Rete sono respinti, sia quello abrogativo che quello modificativo dell’articolo 1, con 12 voti a favore e 19 contrari. Viene infine accolto l’emendamento del governo che aumenta lo stanziamento per i finanziamenti agevolati da 1,9 mln di euro a 2,5 mln di euro. Si procede all’esame dell’emendamento all’articolo 1 Bis di Repubblica Futura aggiuntivo “Cessione di energia prodotta in surplus” che prevede come l’eccedenza di energia prodotta da privati da impianti di fonti rinnovabili possa essere ceduta all’Aass, a fronte di un corrispettivo e messa in rete. Il Sds Canti si dice in linea di principio in accordo con la proposta, ma precisa che a livello tecnico non si sia ancora pronti per questo passaggio, anche se si è già al lavoro con il Pen, Piano energetico nazionale, che lo prevede. Nel corso del dibattito emerge a livello bipartisan la necessità, non più rinviabile, di realizzare in territorio un impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre, Rete evidenzia come con l’articolo di Rf si darebbe un ‘doppio aiuto’ a chi fa impianti energia rinnovabile, ponendo l’esigenza di rivedere il sistema degli incentivi. L’emendamento viene quindi respinto con 23 voti contrari, 7 astenuti e 17 voti a favore.

L’emendamento successivo è l’Articolo 1 bis di Rete “Beneficiari effettivi”. Emanuele Santi lo illustra: “Avevamo proposto lo stesso emendamento nella scorsa Finanziaria , poi lo abbiamo ritirato a fronte degli impegni presi dal Segretario, ma non avendo avuto seguito, lo ripresentiamo”. Di fatto il consigliere di Rete fa mea culpa: “Nel 2021 noi abbiamo approvato un articolo contrario alla trasparenza del nostro sistema- chiarisce- quindi proponiamo questo articolo per abrogare l’articolo 14 della Legge 29 ottobre 2021 n° 183, articolo con cui abbiamo tolto buona parte della trasparenza che avevamo creato come sistema sui beneficiari effettivi e vogliamo poter tornare indietro e ripristinare subito lo status quo”. “Va bene cospargersi di ceneri perché si era sbagliato- rileva Iro Belluzzi, Libera- ma questo è un emendamento di due anni fa, cosa è successo in quella fase, se davvero si cancellavano tutti i beneficiari effettivi?”. Belluzzi auspica poi che l’emendamento sia appoggiato “da tutte le forze politiche e consiglieri sensibili verso questi argomenti, anche all’interno della maggioranza”. Vladimiro Selva, Libera anticipa che voterà l’emendamento di Rete, ma storce il naso: “Stupisce- manda a dire- che due anni fa questi temi non fossero in auge, forse è sfuggito, ma fa un po’ senso vedere che quando si è alleati della Dc, in maggioranza, si prenda una determinata cosa sottogamba, e l’avete approvata con loro”. Matteo Ciacci, Libera, ricorda la battaglia che portò all’approvazione del 2013 dell’articolo sui beneficiari effettivi. “Dovemmo incalzare non poco la maggioranza di allora per arrivare a un cambiamento epocale- spiega- finalmente si andava a vedere una trasparenza reale in banche e fiduciarie, in un mondo che stava cambiando”. E “la battaglia l’abbiamo fatta a dire il vero anche nel 2021- manda a dire a Rete- quando vi dicevamo che c’era qualcosa che non andava e abbiamo cercato di farvi capire come quell’articolo potesse inficiare il livello di trasparenza raggiunto”. Roberto Ciavatta, Rete chiarisce i passaggi del suo movimento: “Con questo emendamento intendiamo abrogare un articolo portato in Finanziaria dalla Segreteria Finanze sui non c’era stato confronto”. “Abbiamo già cercato di presentare un emendamento per abrogarlo nella scorsa Finanziaria- ricorda- ed è stato necessariamente ritirato perché c’era un impegno della Segreteria Finanze di riportare la trasparenza dei beneficiari con decreto, ma questo non è avvenuto e riportiamo questo articolo”. Invece “evidentemente l’opposizione si era dimenticata di questo articolo- aggiunge- perché non necessariamente questo emendamento lo doveva portare Rete”. Alessandro Rossi, gruppo misto, riconosce le difficoltà nel portare avanti battaglie comuni “quando si è al governo”. Andrea Zafferani, Rf chiede ulteriori chiarimenti a Rete perché “ricordo la discussione ai tempi su questo articolo- spiega- non mi sembrava avesse generato particolari questioni perché si era verificato che obblighi dichiarativi esistevano comunque”. Replica Elena Tonnini: “Da una parte si è andati a eliminare l’archivio delle partecipazioni fiduciarie, dall’altra ci si è presi l’impegno di lavorare a un registro dei beneficiari effettivi che riguardi anche fondazioni, trust e che permetta di guardare al reale proprietario sopra il 25% “. Alcuni di questi elementi, ammette, sono inseriti nella çegge Antiriciclaggio il cui iter è fermo alla prima lettura. Chiarisce la posizione del governo Marco Gatti, Sds Finanze: “Questa norma è stata proposta da Banca centrale in accordo con Aif e mi toccherà riferire- ironizza- che non vogliono la trasparenza nel paese, come emerge da quanto ho sentito”. In realtà, “è stata proposta questa misura perché risultava un duplicato del registro dei titolari effettivi”, spiega. Anche se è vero, ammette, che “questo registro non è ancora accessibile dall’esterno e poi non prevede i trust, perché questo è un altro registro ancora”. In attuazione della 5^ Direttiva Antiriciclaggio, “con la norma presentata in prima lettura- spiega il Segretario- si prevede di portare tutti questi registri sotto il controllo Aif che ne garantisce l’accesso a chiunque possa averne legittimo interesse”. Intenzione del Segretario è quella di approvare questa legge entro ottobre: “Chiederei quindi- conclude- di rispettare l’ordine che ci hanno chiesto le autorità e, appena approvate la legge, saremo pronti anche con il decreto delegato”.

Emanuele Santi, Rete insiste: Manterremo in  votazione l’articolo che da due anni è stato cancellato e ad oggi resta un buco in alcuni settori- beneficiari effettivi, partecipazioni—e non sono cose da poco. Serviva uno strumento alternativo non un vulnus come ora”. L’emendamento viene infine respinto con 24 voti contrari e 21 a favore. Segue un altro emendamento di Rete l’1 TER “Interventi a tutela del patrimonio dello Stato”, presentato da Daniela Giannoni. “Abbiamo visto che i procedimenti penali in corso questi anni, che rilevavano danni allo Stato- spiega- si sono risolti in nulla e tutt’al più con alcune pene irrisorie. Qui andiamo a normare un aggravio di pene laddove si riscontri danno per lo Stato e quindi per tutti i cittadini”. Gian Nicola Berti, Segretario agli Affari Interni ammette che “le stesse riflessioni che ha fatto il consigliere Giannoni le ha fatte la maggioranza- assicura- c’è desiderio di intervenire su queste materie, sicuramente siamo in ritardo ma inviterei i proponenti a una riflessione”. Chiede quindi a Rete di soprassedere alla presentazione dell’emendamento: “Sarebbe sbagliato dare un segnale nel rigettalo, piuttosto chiederei che nel progetto in attuazione del decreto con delega all’articolo 3 si tengano in considerazioni le proposte di questo emendamento”. Matteo Ciacci, Libera, sollecita a non temporeggiare: “Rete fa un passo in avanti, non demandiamo all’ennesimo decreto delegato che rischia di essere l’ennesima lettera morta”. E aggiunge: “Poi modificare il codice penale con decreto mi sembra uno ‘sgarbo istituzionale’”. “Comprendiamo che il governo porti un emendamento che prevede un’ulteriore proroga per la delega- osserva Tonnini, Rete- ma noi riteniamo sia finito il tempo dei rinvii”. Alla fine anche questo emendamento viene respinto con 26 voti contrari, 19 a favore e 1 astenuto Viene invece ritirato dagli stessi proponenti l’Emendamento Articolo 1 quater di Rete “Interventi a tutela del patrimonio dello Stato”, che proponeva di aggiungere al Codice Penale l’articolo: Art.375bis “Interesse privato nelle società dello Stato”. Il Sds Berti infatti spiega di non ritenerlo ammissibile perché formulato in modo non chiaro o corretto.

È il turno degli ultimi due emendamenti all’articolo 1 presentati da Repubblica futura: l’Art. 1 te “Ristrutturazione della bollettazione sui rifiuti” e Articolo 1 quater “Piano per l’autonomia energetica” . Come spiega Andrea Zafferani, si tratta di “proposte finalizzate a migliorare la situazione dei costi-utenze per i cittadini”. Il primo in particolare riguarda il tema della bollettazione rifiuti e quello successivo le bollette gas ed energia elettrica. “Chiediamo di produrre una relazione alla commissione consiliare che indichi la modalità e le tempistiche per l’introduzione di forme di tariffazione puntuale per lo smaltimento di rifiuti solidi urbani- spiega Zafferani- basate sulla quantità di rifiuto indifferenziato prodotto, nonché forme di incentivazione per coloro i quali riducano la quantità complessivi di rifiuti conferiti”. Il consigliere di Rf rileva poi che “da mesi la Commissione non sta deliberando a riguardo- spiega- perché il Sds Canti ha una idea e la maggioranza ne ha un’altra sulle strategie da perseguire. Ne abbiamo discusso con una relazione che ha individuato vari scenari ma non si è deliberato nulla. E’ invece tema urgente”. L’emendamento viene poi respinto con 25 voti contrari e 22 a favore. Quindi l’Articolo 1 quater “Piano per l’autonomia energetica”, come spiega Sara Conti, chiede al governo di produrre alla Commissione consiliare competente, entro 45 giorni, un piano esecutivo che indichi gli interventi, pubblici e da incentivare in capo al settore privato, per incrementare il livello di autonomia energetica e idrica della Repubblica di San Marino. Per Rete Zonzini annuncia voto ‘non contrario’, ma manifesta perplessità per quello che manca all’emendamento rispetto, per esempio, all’inserimento di alcuni criteri su energia rinnovabile e partership pubblico-privato, chiede quindi di integrare il testo per poterlo votare a favore. Prima di metterlo ai voti, la seduta del pomeriggio si chiude e i lavori riprenderanno alle 21, sempre dall’esame degli emendamenti all’Articolo 1 dell’Assestamento di bilancio 2022.

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