San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta 12 giugno 2023

San Marino. Consiglio Grande e Generale, resoconto seduta 12 giugno 2023

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE,  12-14 GIUGNO

– LUNEDÌ 12 GIUGNO –

Crisi di governo e rimpasto al centro della sessione consiliare avviata oggi pomeriggio.  Il primo atto è l’Aggiornamento della composizione dell’Ufficio di Segreteria del Consiglio Grande e Generale. La composizione con le nuove nomine approvata in Aula è la seguente: membri effettivi Filippo Tamagnini per il Pdcs, Gerardo Giovagnoli per  Npr, Catia  Savoretti per Rf, membri supplenti Gaetano Troina, Dml, e Daniela Giannoni, Rete.  Si prosegue con l’apertura del comma Comunicazioni in cui  non manca il riferimento e il cordoglio per la scomparsa di Silvio Berlusconi. Gian Carlo Venturini, segretario del Pdcs, infatti interviene in Aula per esprimere cordoglio e vicinanza del suo partito a Forza Italia. “Il presidente Silvio Berlusconi ha sicuramente lasciato un segno indelebile nella costruzione della storia italiana- sottolinea- ma anche nei rapporti di amicizia con la Repubblica di San Marino e negli organismi internazionali”. 

Come previsto dai tempi dell’ordine del giorno, il comma comunicazioni viene interrotto per aprire il comma sulle dimissioni del Segretario di Stato per gli Affari Interni, Elena Tonnini e del Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale, Roberto Ciavatta. In apertura del dibattito o loro interventi con le motivazioni dell’uscita del movimento Rete dalla maggioranza. Il dibattito, in cui sono previsti 66 interventi, si interrompe a fine seduta per proseguire nella giornata di domani.

Di seguito un estratto della prima parte degli interventi del pomeriggio.

Comma n.2  Comunicazioni

Iro Belluzzi, Libera
Se si ha rispetto delle istituzioni mi sarei aspettato, da chi opera delle scelte e degli interventi che vanno a cambiare l’assetto istituzionale e l’aspetto del Consiglio, un riferimento. C’è un comma dedicato è vero, e forse sono un po’ troppo istituzionale, ma quello l’ho letto solo come ‘dimissioni dei Segretari di Stato Tonnini e Ciavatta’. Per cui purtroppo oggi possiamo parlare solo in funzione di quanto letto sui giornali.
Tante volte se ne è parlato in maniera segreta, rispetto a quanto riferito dal collega Paolo Rondelli, sulle motivazioni dell’uscita di Rete. Tra queste infatti si legge anche quella che non si fa abbastanza per stanare le infiltrazioni mafiose, per il modo di agire- non sempre è un termine legato alle cosche del meridione-  mi riferisco a logge massoniche deviate, fratellanze. Con nuova maggioranza, che dovrà essere diversa dall’attuale, saranno temi che andranno affrontati e spero ben presto tutti i commissari e il presidente della Commissione antimafia riescano a dare conoscenza nelle sedi opportuni dei riferimenti già svolti in comma segreto qualche tempo fa.

Aida Maria Adele Selva, Pdcs
Esprimo vive congratulazioni a tutti gli atleti che hanno partecipato ai Giochi dei Piccoli Stati d’Europa a  Malta, e anche grazie alla delegazione, agli accompagnatori e ai membri di supporto tecnico e sanitario che hanno seguito i nostri atleti. Anche questa competizione sportiva che ha portato lustro alla nostra Repubblica dimostra quanta capacità, impegno e costanza serva ad affrontare le sfide agonistiche. Un grosso in bocca al lupo anche alla delegazione che partecipa ai Mondiali Special Olympics di Berlino che iniziano proprio oggi. A prescindere dal risultato, affrontare le sfide è sempre un buon risultato. Grazie ai nostri atleti.

Miriam Farinelli, Rf
Nel Consiglio di maggio è stata approvata un’istanza per dare effettive informazione alle coppie e alle donna in gravidanza sulla possibilità di trasmettere il cognome materno dal consultorio e nei centri sanitari. E’ doveroso sottolineare che da tempo a tutte le donne in gravidanza viene consegnata la brochure ‘Cara Mamma’ con le linee guida su esami, controlli e sulle disposizioni di legge relative a maternità e famiglia.  Mi risulta non sia stata menzionata dal Segretario agli Interni né nel testo dell’istanza. Sul certificato di assistenza la parte dell’istanza era scritto che era l’unico documento atto a certificare la volontà di trasmissione del cognome materno. Secondo i presentatori, l’assenza di questo certificato al momento del parto è un enorme ostacolo alla  trasmissione del  cognome. Il certificato è sempre compilato a prescindere da situazioni tranquille o meno. Non esistono ritardi in consegna di questo documento. Non vi è stato alcun ostacolo nè enorme, né piccolo, come dice l’Istanza, alla trasmissione del cognome. Non si può mettere per iscritto questo come una disattenzione dei sanitari.

Giuseppe Moria Morganti. Libera
Al secondo Meeting della Comunità politica europea che si è tenuto i primi di giugno la Repubblica di San Marino non ha partecipato, pur avendo l’invito. All’assise europea sono mancate  San Marino e la Turchia. L’assenza di San Marino non ha giustificazioni. I temi in discussione sono stati sicurezza europea e energetica, temi su cui abbiamo qualcosa da dire. San Marino ‘l’à sé scurdeda’, non era possibile. Mi auguro ci siano motivazioni forti, si è fatta una figura barbina, la volta precedente abbiamo protestato per il mancato invito alla prima riunione e non andiamo alla seconda?

Sara Conti, Rf
L’Accordo di Associazione Ue è per una maggiore integrazione, ma non è adesione, e su questo dobbiamo essere chiari per non ingenerare fraintendimenti nella cittadinaza. San Marino non sta negoziando per diventare un paese membro dell’Ue. E’ un’opzione scartata fin dall’inizio dell’approccio dei tre piccoli Stati europei con l’Unione.  Spero si faccia ordine nelle informazioni che vengono date, per noi è fondamentale avviare iniziative di sensibilizzazione nel Paese su questo tema, che non va trattato con superficialità. Rf ha rinnovato più volte la disponibilità al Segretario Beccari a lavorare su questo tema coinvolgendo tutte le forze in Consiglio, ma non è arrivata alcuna proposta.
Oggi si dice che la maggioranza vuole continuare a governare proprio per arrivare all’accordo di Associazione con l’Unione europea. Al Summit europeo in Moldavia, organizzato dall’Unione, per la prima volta sono stati inseriti tra gli invitati i tre micro Stati- Andorra, Monaco e San Marino- proprio per rimarcare l’importanza della sovranità territoriale. E confermo che San Marino non era presente in Moldavia. Tutti convergeranno sull’importanza della presenza di San Marino proprio in vista della conclusione dell’accordo, la sua assenza ha lasciato campo all’illazione sulla nostra vicinanza a Mosca. Ufficialmente l’assenza è stata giustificata con la crisi di governo in atto, che però non ha impedito alla delegazione di governo di recarsi a Malta, ai Giochi dei Piccoli Stati, né al Sds Beccari di recarsi a Cuba. Mentre in Moldavia vi era un summit con 47 paesi europei, il nostro Segretario agli Esteri partecipava ad un incontro bilaterale all’Avana per rafforzare i nostri rapporti con Cuba. Prego di spiegare questa scelta che per noi è priva di senso e non la condividiamo.

Luca Beccari Segretario di Stato per gli Affari Esteri
Visto che sono stato chiamato in causa, non mi sono scordato dell’impegno in Moldavia, carissimo Morganti.  Intanto una premessa: la partecipazione di San Marino alla Conferenza politica europea ci è stata accordata perché insieme e Monaco e Andorra abbiamo insistito a questa partecipazione, non tanto all’evento in Moldavia, ma a tutti i lavori di questo nuovo format di confronto di tutti gli Stati europei, e non solo Ue. La decisione di rinunciare al vertice, con rammarico, è dovuta per via delle vicende note di questa crisi di governo, avvenuta con la dimissione di due colleghi di Rete e in quei giorni, dove si doveva scegliere se partecipare o meno, poneva dei dubbi sull’attività di governo e della legislatura. Ho ritenuto fosse importante confrontarmi con i colleghi e con i partiti di maggioranza. E’ un evento straordinario quanto avvenuto a San Marino, e penso sia normale concentrare le energie all’interno sulle scelte da prendere e una delle questioni che ruota attorno -e lo dibatteremo nel comma successivo- sulla scelta e l’opportunità che intravvediamo di continuare la legislatura è proprio l’accordo Ue, e parlarne senza il responsabile presente in territorio pare difficile. Rispetto al discorso consigliere Conti, non ho capito dove vogliamo arrivare. Mi sembra che sull’accordo di Associazioni continuiamo a fare il processo alle intenzioni e a trattare dossier come se i suoi contenuti siano da una parte ma poi il dibattito è ‘uno dice una cosa e ne pensa altra…’. Stiamo trattando e ne stiamo discutendo in ogni sede e che ‘dobbiamo svegliarci oggi’ per ricordarlo mi sembra un po’ una presa in giro. Cominciamo a mettere in fila le cose. Sul tema della Comunità politica europea: abbiamo rappresentato la nostra impossibilità a presenziare, ma anche ribadito che sarò parte dei lavori prossimamente. Il prossimo vertice è in Spagna e saremo sicuramente presenti. Anche qui non siamo sprovveduti e non mettiamo un appuntamento alla ‘Sagra x e y’ al pari della Cpe, evidentemente l’attività di questa legislatura richiedeva la presenza di tutti i membri di governo e l’assunzione di decisioni difficili da gestire da altra sede.

Maria Katia Savoretti, Rf
Abbiamo ascoltato il riferimento del Segretario Beccari sulla mancata partecipazione al Summit in Moldavia. La risposta che ci ha fornito non convince affatto. Non penso sia stata una scelta corretta per il Paese. Il Segretario avrebbe dovuto rispondere per tempo e non oggi, dopo le richieste di chiarimento in Consiglio. Il dubbio è che sia cambiato qualcosa rispetto l’accordo Ue, e comunque siamo andati a Cuba, siamo andati a Malta… e non si capisce perché non si è riusciti ad andare in Moldavia.
Sul turismo: per il consigliere Berti è tutta colpa degli imprenditori che sanno solo lamentarsi, chiedere sussidi e non fanno niente. Ma cosa ha fatto questo governo per incentivare il settore turistico? Se l’è chiesto il consigliere Berti? E si è chiesto perché strutture di livello hanno chiuso i battenti o imprenditori esteri, dopo un primo approccio, si sono defilati? Prima di accusare occorrerebbe fare un mea culpa, il vero responsabile è questo governo, che è stato molto carente nelle politiche necessarie per riqualificare il settore.
Due parole infine al Segretario Canti che ci ha accusato di voler ripulire la nostra immagine. Si chieda piuttosto cosa ha fatto lei per il Paese. Incominci a sistemare strade e riempire le buche, incominci a fare interventi nei Castelli dimenticati dalla sua Segreteria e che in questi anni non hanno visto un cantiere, nonostante i progetti non manchino.

Marica Montemaggi, Libera
Il clima in comma comunicazioni è surreale. L’intervento del Sds Beccari ha dato spiegazioni molto deboli e rappresentano quanto questa crisi sia stata presa in considerazione principalmente dal governo. E’ importante far presente come una concatenazione degli eventi, che vede la visita a Cuba negli stessi giorni della crisi di governo, non abbia impedito al Segretario di parteciparvi, mentre ha impedito una delegazione di governo a partecipare all’evento in Moldova. E questo sì è elemento di debolezza. Una delegazione di governo doveva partire perché in questi consessi si affrontava sicuramente il tema del conflitto in Ucraina, ma anche le tensioni tra Serbia e Kosovo e altri paesi, ma soprattutto, la nostra presenza era importante per dimostrare che noi ci vogliamo essere insieme agli altri Paesi europei. È stata una mancanza grossa dal punto di vista istituzionale. Così come, poi ne parleremo nel prossimo comma, di quanto centrale sia la funzione e l’elemento aggregativo del governo per tenere insieme questa maggioranza, quando sono altre le istituzioni che se ne devono occupare. La crisi di governo poi non ha impedito altre trasferte istituzionali, le motivazioni non reggono. Anche la giustificazione della volontà di perseguire l’accordo o meno non regge. Sembra l’unico elemento di continuità di questa possibile maggioranza. Quindi sulla gestione del territorio: tocchiamo con mano quotidianamente livelli molto bassi, soprattutto quando leggiamo proclami di grandi progetti per i prossimi sei mesi e  non vediamo neanche che il decoro urbano e l’ordinario sia gestito.

Teodoro Lonfernini, Segretario di Stato per il Lavoro
Spero di interrompere questi interventi del dibattito in comma comunicazione, e visto i tempi contingentati, tra qualche minuto i nostri cittadini smetteranno di ascoltare queste circostanze replicate. Ognuno qui in Aula ha fatto la sua parte con dignità, consigliere Montemaggi, ma capisco che l’aver avuto pessimi esempi, da un punto di vista di crescita e di formazione politica e istituzionale, porti a una formazione pessima. Non mi faccia entrare nel merito delle missioni all’estero dei Segretari di Stato, perché se andiamo a parametrare, rispetto le missioni dei singoli componenti del Consiglio, entreremmo in un ragionamento populista sui costi delle trasferte, che se facciamo un conteggio, sono molto più onerose le vostre, di quelle dei membri del congresso di Stato.  Le suggerisco Montemaggi di non entrare in un terreno scivoloso. Sulla parte della partecipazione del collega agli Esteri al Summit, non ci è andato per una ragione e l’ha spiegata, come la maggior parte di noi sta infatti rinunciando e ha rinunciato a trasferte internazionali, proprio per contingenze di politica interna. Io ne sono un esempio, oggi sarei dovuto essere all’assemblea mondiale per il lavoro a Ginevra, eppure sono qua. Altri colleghi hanno fatto scelte e sono rimasti qua per gestire la questione ‘da un punto di vista politico-governativo’, come dite voi. Non è solo questo, è una questione di forma, c’è stata una crisi di maggioranza e di governo che ha dei ruoli e incarichi che a San Marino rimangono. Dovrebbe essere premiante e non disturbante e non riesco a comprendere quali sono stati i suoi pessimi insegnamenti.
Sul territorio: abbiamo avuto tre anni e mezzo di nulla, oggi ci meravigliamo che nel caso il Territorio presenta difetti evidenti e li conosce anche il Sds al Territorio, nel rapporto tra Stato, Aziende pubbliche e  tra cittadini e non è cosa da ironizzare.  Qui il populismo puzza di mancanza di formazione, attenzione.

Guerrino Zanotti, Libera
Quando si toccano argomenti sulla cura del territorio e dell’ambiente sembra si incorra in unqa reazione spropositata. La memoria l’abbiamo tutti buona e ricordiamo bene quando il segretario Canti, da consigliere, inveiva nei confronti dell’allora segretario al Territorio Michelotti. La fotografia rappresentata dalla collega Montemaggi purtroppo è una considerazione che emerge quotidianamente da chi ha la possibilità di incontrare le persone e girare per le strade. Di fronte a questo, la reazione migliore sarebbe dire ‘purtroppo, con i mezzi a disposizione, non siamo in grado di dare precise risposte per una cura maggiore del nostro territorio’. L’incuria si può constatare ed è piuttosto diffusa. Poi c’è la rottura del rapporto con la nostra università per premiare invece l’università di Milano, mentre progetti e studi del nostro Ateneo sulla cura delle strade sono presentate in consessi internazionali, e questo non va nella logica che riteniamo produttiva. Quando si formerà una maggioranza e un governo che andranno a sostituire quello in carica, mi auguro si possa invertire rotta rispetto questi temi.

Gian Carlo Venturini, Pdcs
Ritengo opportuno, visto anche la nostra vicinanza al partito di Forza Italia e l’aderenza comune al Ppe, di esprimere un sentito cordoglio per la scomparsa del presidente Silvio Berlusconi, che ha sicuramente lasciato un segno indelebile nella costruzione della storia italiana, ma anche nei rapporti di amicizia con la Repubblica di San Marino e negli organismi internazionali, e quindi volevo solo esprimere queste considerazioni e la vicinanza ai famigliari a tutto il gruppo di Forza Italia che ha sempre dimostrato al nostro partito una comune vicinanza e un sentito senso di amicizia nei nostri confronti, sia del partito che della Repubblica di San Marino.

Comma n.3. Dimissioni del Segretario di Stato per gli Affari Interni, la Funzione Pubblica, gli Affari Istituzionali e i Rapporti con le Giunte di Castello e del Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale, la Previdenza e gli Affari Sociali, gli Affari Politici, le Pari Opportunità e l’Innovazione Tecnologica: dibattito e presa d’atto ai sensi dell’art.3 della Legge Qualificata n.184/2005

Elena Tonnini, Segretario di Stato agli Affari interni dimissionario
Il 25 maggio il movimento Rete- gruppo consiliare e noi Segretari di Stato- si è recato dalla Reggenza e in quella occasione è stata consegnata una lettera in cui il movimento ha dichiarato di non far più parte della maggioranza e sono state inserite tutta una serie di motivazioni per la scelta e chiediamo di pubblicare la nota e di renderla pubblica agli atti. Contestualmente, condividendo i contenuti della nota del movimento Rete, noi due Segretari di Stato, Interni e Sanità, abbiamo consegnato le nostre dimissioni dal ruolo di governo sempre nelle mano della Reggenza il 5 giugno, da legge il congresso si è riunito e ha accettato le dimissioni e queste sono le formalità. Oggi c’è il dibattito politico e qui alcune riflessioni. Quando abbiamo iniziato l’esperienza governativa, la prima per Rete, lo abbiamo fatto con la consapevolezza che vi erano sfide molto importanti da proseguire. Il Paese era talmente in difficoltà che il governo prima di noi non era nemmeno riuscito ad elaborare un ultimo bilancio. Banche e tribunale avevano perso carattere di interesse comune e terzietà, per essere guidati da altri interessi. Il Consiglio grande e generale era diventato un luogo che prendeva atto di scelte eterodirette, categorie e sindacati erano considerati nella misura in cui non davano fastidio al disegno in atto contro il nostro paese. Questo governo è nato con l’intenzione di invertire questa tendenza e non creando una coalizione di governo, ma nella consapevolezza che si partiva da gruppi molto differenti, con visioni altrettanto differenti. Ma una cosa ci accomunava: la composizione di governo e maggioranza proveniva da chi aveva combattuto l’infiltrazione esterna avvenuta negli anni recenti. Si partiva dalla volontà di creare le condizioni per evitare il ripetersi di una tale dinamica e che, al di là delle nostre differenze, fosse la priorità quella di risollevare il paese e metterlo in sicurezza dal punto di vista giudiziario e di bilancio. Questo significava una cosa: riforme e coraggio di affrontare le sfide importanti e tornare a farlo confrontandosi con categorie e sindacati, per fare in modo che le riforme fossero frutto di confronto. Questo governo ha dovuto affrontare da subito sfide non da poco, la pandemia prima e la guerra russo-ucraina poi. Non rinneghiamo tutto ciò che questo governo è stato capace di svolgere con il contributo determinante del nostro gruppo.  Pur nella difficoltà costante di costanti personalismi, anche in congresso, che si sono susseguiti nelle fasi più delicate. Nella prima fase si è riusciti, al di là di personalismi e ripetitivi ricatti politici dei partiti più piccoli, a portare avanti provvedimenti importanti, con metodo di confronto ampio.
Arrivati a questa fase di legislatura però in governo e in maggioranza è iniziato un approccio differente, non più guidato da pragmatismo e dal considerare provvedimenti per la loro utilità, ma dal loro essere considerati comodi o scomodi, a livello elettorale. E se questo è l’approccio scontato di chi ha avuto altre passate esperienze di governo, per noi, continuare in un ruolo senza consapevolezza di prospettiva, significherebbe davvero restare a scaldare una poltrona. E si guardi bene, si tende a semplificare dicendo che le riforme sono impopolari, invece le riforme possono essere popolari se l’obiettivo è  migliorare la sostenibilità futura per tutti e non per qualcuno e lo scopo è portare modifiche che distinguano il merito, mi riferisco in questo caso alla Pa, allora si può parlare di provvedimenti equi e popolari. Portare proposte di questa natura dovrebbe essere obbligo di ogni segretario, indipendentemente dalla fase di legislatura. Fa parte del nostro mandato. Quando invece non c’è più prospettiva e prende sopravvento la difesa di persone, più che nel merito. tanto da chiedere di modificare norme in proprio favore o l’impossibilità di ragionare di provvedimenti ritenuti politicamente scomodi a fine legislatura, o perché non basati su calcoli di tipo clientelari, allora viene da chiedersi che senso abbia ricoprire il ruolo di segretario di Stato. A noi non va di rimanere in ambito di ordinaria amministrazione, non ci interessa, non è questo su cui abbiamo trovato accordo. Rete non si è mai posta il problema di anteporre benefici in termini elettorali sull’utilità delle cose da fare, e non intendiamo farle ora.
Ho sentito dire che il governo va avanti anche senza Rete, non abbiamo dubbi che governo e maggioranza si trovino meglio senza Rete che non è mai risultata comoda al loro interno. Rete ha ricoperto, oltre i suoi ruoli, anche un ruolo di controllo. Rete abbandona la maggioranza e il governo, ma rimane in Consiglio come opposizione ed è scelta presa senza fini elettoralistici. Chi lascia il governo lo fa perché ha pronta un’alleanza successiva. La nostra azione non è dettata da calcoli pre-elettorali e non finisce qui. La bocciatura dell’Odg è stata la punta di un’iceberg di tutto ciò che non si voleva più portare avanti. Il governo ha intenzione di proseguire con la forza dei numeri rimasti ed è libero di farlo, per noi non è una questione formale di legge elettorale, ma politica. Se il governo trova numeri per andare avanti, lo faccia per portare avanti riforme e interventi veri, supportati da un reale confronto con tutto il paese. Altrimenti non si usi come unico obiettivo l’esigenza del percorso di maggiore associazione con l’Europa, percorso estremamente importante e deve trovare continuità anche in caso di ordinaria amministrazione. Ma non può essere che si rimanga un altro anno e mezzo al governo, senza portare tutti gli altri interventi che servono. Altrimenti si vada alle elezioni, garantendo i passaggi comunque necessari, compreso il passaggio dell’associazione Ue, ma non può essere questa la scusa per rimanere in ordinaria amministrazione, per avere il tempo necessario di riorganizzarsi.

Roberto Ciavatta, Segretario di Stato per la Sanità dimissionario.
In questi giorni si è sentito ribadire da parte di ex colleghi di governo e di maggioranza che c’è una irresponsabilità di fondo, nel dimettersi in questa fase storica, io non credo ci sia mai stata una fase in cui l’Aula dica ‘bene è opportuno far cadere il governo’. Ci sono sempre cose da fare per cui si tenta di portare a casa l’attività del governo. Poi ho sentito un gran dibattito sulla costituzionalità della norma, se le coalizioni possono dividersi etc, che non ritengo sia interessante per la cittadinanza. Le motivazioni delle dimissioni dal congresso di Stato e di ritiro della delegazione dalla maggioranza sono nella lettera consegnata alla Reggenza e mi stupisco non sia on-line per la discussione attuale. Anche io mi unisco alla richiesta che anche quella lettera venga messa a disposizione dell’Aula. Vorrei fare considerazioni generali, in questi anni abbiamo seguito una politica più interessata ai ‘like’ e poco progettuale e poco interessata a cosa sia interessante per il paese. Oggi. nella data in cui decede in Italia Silvio Berlusconi, una delle figure cardine della seconda Repubblica italiana, noi siamo un Paese dove la seconda Repubblica non è mai iniziata. Perché la Democrazia cristiana continua e ha sempre continuato ad essere il partito più rappresentativo e che viene votato a gran lunga a maggiorana da parte della cittadinanza. E’ oramai l’unico partito organizzato a San Marino. Un tempo c’era il Psd ma ad ogni elezione si smonta poi sono alla fine sempre gli stessi, e anche i nomi accantonati nel tempo sono ancora tutti lì, alle riunioni dei partiti, ma non c’è più una forza politica che contrasta la Dc. E in questa situazione la politica di San Marino dovrebbe interrogarsi su quali siano le opzioni per governare: 1) fare le cose per ingraziarsi la Dc, e lo fanno tutti. Non esiste che la Dc non trovi voti all’opposizione, lo abbiamo visto nell’ultima sessione, li trova sempre per fare in modo di ‘salire sul carro’ 2) fare coalizioni ampie per superare la Dc, ma abbiamo avuto un esempio drammatico che è quello dell’ultima legislatura prima di questa, l’unica fase in cui la Dc non era al governo è stata la fase in cui a gruppi di potere esterni è stata data la possibilità di inserirsi nel Paese, unico obiettivo che aveva quella coalizione era di mandare all’opposizione la Dc. 3) accettare una coalizione di governo con la Dc nel tentativo di erodere l’elettorato della Dc e favorire politiche che vadano nell’interesse del paese e non relegate al fulcro della politica democristiana, la clientela, ‘la persona che ha la tessera e raccoglie voti va premiata’. 4) sarebbe il più logico, tentare nel medio-lungo periodo di essere più rappresentativi della Dc, facendo proprie politiche, ma richiede tempi lunghi e non si confae alle politiche di ‘like’. Qui si crea un cortocircuito: chi tenta di fare da argine delle politiche clientelari è il primo obiettivo di attacco. Chi sta all’opposizione non cerca di creare dinamiche per governare meglio il paese, ma di scalzare chi sta al fianco della Dc per potersi sostituire. Ovvio è un discorso che ha suo limite e penso che chi si insedia in una Segreteria cerca poi di fare il proprio meglio…. Siamo abituati a delle dimissioni che arrivano solo quando chi le presenta ha già soluzione per il dopo, ha già prospettive di qualche natura, noi non l’abbiamo.

Il nostro obiettivo non è di aprire una fase nuova riposizionandoci ma di ribadire che per noi aveva senso stare al governo nel momento in cui in quel governo ci fossero le possibilità di introdurre modifiche nella realtà sammarinese utili per togliere dal guado in cui si trova ancora- seppur meglio rispetto qualche anno fa- la Repubblica di San Marino.  Per noi restare al governo significa fare qualcosa di bene per il paese e nel momento in cui di fronte a qualsiasi intervento si sente ‘non possiamo farlo, ci sono le elezioni’ …se ci si trova in una situazione in cui tutto viene ricondotto all’unica fonte di politica del paese, la clientela, abbiamo dovuto constatare che non c’erano più le condizioni per portare a casa una riforma seria. Le uniche considerazioni riguardavano magari aderenti dei partiti o situazioni particolari che nulla avevano a che fare con l’interesse del Paese.   Facciamo gli auguri a chi continuerà a mandare avanti questa maggioranza, se avranno le condizioni di farlo. Ci auguriamo che portino a casa qualche cosa, forse sarà più facile portare in aula le riforme, ma bisogna vedere come le portano. La sfida che avete è importante, è stata presa una decisione sbagliata, chi le ha prese ne dovrà rendere atto, quello di rendere tutti i gruppi determinanti per la tenuta della maggioranza e in una fase preelettorale è estremamente pericoloso.

Teodoro Lonfernini, Segretario di Stato per il Lavoro
Ammetto che non è facile intervenire dopo le relazioni degli ex colleghi, perché ho il brutto vizio di vivere le circostanze istituzionali sotto profilo politico ma anche umano.  Sicuramente si è avuto modo di realizzare insieme una forma di rivoluzione sotto forma di maggioranza politica successiva a una legislatura improduttiva e incapace di affrontare le circostanze e a tratti pericolosa. Posso intervenire seguendo il ragionamento dei colleghi con due distinzioni di intervento. Uno più legato alle motivazioni. uno più politico Speravo Ciavatta che l’esperienza di questi anni avesse cancellato dei retaggi che distanziavano le nostre forze politiche e le rifuggo a livello personale a titolo pieno, non ho mai compiuto nella mia esperienza attuale di congresso e in quelle precedenti atti di tipo clientelari. Se i cittadini nel 2019 hanno scelto dal Dc in modo sostenuto, uno su tre, non credo l’abbia fatto per fini clientelari, ma solo perché la Dc rappresenta a titolo pieno, nella storia del nostro Paese, l’unica forza politica in grado di rimanere organizzata nel tempo e di dare quella dimostrazione di cultura di governo che ha saputo garantire nel tempo al paese e ai suoi concittadini. Permettermi di rifuggire il termine ‘clientelari’ perché è offensivo, non solo per la mia forza politica, ma per tutte le persone alle mie spalle e per tutti i cittadini che nel 2019 e nei 7 anni di storia politica hanno trovato fiducia e sicurezza in quella struttura istituzionale. Io Rete non la vedo come forza avversa e nemica, se però dalle forze avverse deve rappresentare un problema, credo il problema sia solo ed esclusivamente vostro, per l’incapacità di strutturarsi sotto il carattere partitico che possa essere letto e riconosciuto da cittadini ed elettori, ma il problema è vostro, e per tutte le forze che negli anni hanno cercato di riempire il panorama della politica moderata, liberale cattolica.

Mariella Mularoni, Pdcs
I sammarinesi che ci ascoltano vogliono sentire parlare di progetti, stabilità e chiarezza, condizioni che con l’uscita da Rete hanno vacillato. E’ stato un atto irresponsabile che non ho condiviso e tuttora non comprendo le motivazioni. E’ venuta a mancare fiducia da parte di Rete ai suoi alleati,la  presentazione dell’Odg è stato un atto gravissimo, da non sottovalutare, non condiviso dalla maggioranza. Se c’era veramente volontà di condividere l’Odg, questo si doveva fare prima della sua presentazione, e se fosse stato così, non avrebbe messo in difficoltà il Sds Finanze. Ho sempre dato un giudizio positivo a questa maggioranza, così diversa al proprio interno, ma capace di dialogo e condivisione proiettata verso l’interesse generale e non personale, oggi però ci accusate di immobilismo, e ci chiedete di abbandonare la barca e non posso nascondere la mia delusione. La maggioranza ha dichiarato che non intende ricorrere alle consultazioni elettorali, il governo ha manifestato la volontà di proseguire e approverà riforme necessarie con i numeri su cui possiamo contare, non  è una soluzione rimediata il governo è in carica e c’è rispetto della legge. Rigettiamo le accuse di clientelismo, sono offensive.

Marica Montemaggi, Libera
Sicuramente Rete ha avuto gravi motivi per arrivare a tali motivazioni politiche, ma non devono rimanere motivazioni che possano naufragare nell’opportunismo elettorale. Non ci bastano. Rispetto alle motivazioni che abbiamo ascoltato, sebbene comprensibili: non è accettabile sentirsi fare la morale quando si va all’opposizione, o perché ‘non si è potuto fare di più’ di fronte alla banale politica clientelare democristiana. C’è un partito come Libera che vuole -e lo ha dimostrato in questa legislatura- muovere critiche ma anche appoggiare interventi, dimostrando responsabilità quando è necessario e di fare l’opposizione nel momento in cui gli interventi erano contrari ad un’azione degna di una maggioranza.
Questa maggioranza non riuscirà a formulare nulla di nuovo che non poteva essere  fatto prima di ora, non ci sono i numeri necessari  e non ci sono i temi. L’Accordo di associazione su cui si muove questa ipotetica maggioranza, che non esiste, ha già una visione diversa al suo interno. Motus e AR come la vedono sull’accordo di associazione? Ma forse cambieranno tutti idea.. Andiamo ad elezioni subito, per avere un nuovo governo che possa assicurare una nuova stabilità politica e pronta ad affrontare i temi rimasti per l’accordo di associazione e le riforme necessarie che servono per il paese.

Giovanni Maria Zonzini, Rete
Prima della crisi di governo dissi qui in Aula in un intervento che se non c’erano le condizioni per andare avanti avremmo fatto una scelta difficile e l’abbiamo fatta. Noi ci abbiamo creduto in questa maggioranza. E credo che nei primi due anni e mezzo di legislatura abbia fatto cose importanti, è stata fondamentale nella gestione della Pandemia, è stata gestita la crisi dei poteri dello Stato, in particolare nella Giustizia, abbiamo fatto la riforma previdenziale, con un prevedibile sciopero fuori da Palazzo, ma noi ci abbiamo creduto per impedire l’implosione del nostro bilancio previdenziale. Poi la riforma fiscale: siamo sommersi da Odg che prevedono la riforma Igr, dello Statuto di Banca centrale e interventi che erano semplicemente nel programma di governo e impegni presi da questa maggioranza .Nel momento in cui ci viene detto, a un anno e mezzo da fine legislatura, che determinate cose non si devono più fare, noi la responsabilità di tenere il Paese un anno e mezzo in ordinaria amministrazione non ce la prendiamo. E’ una responsabilità scellerata. Il Paese ha necessità di una maggioranza e di un governo che intendano seriamente di fare interventi non più rinviabili. Nel momento in cui questa volontà non c’è , non ci sono motivi per noi per restare, e uscire è un atto di responsabilità. E rammarica vedere usata come foglia di fico l’accordo di associazione europea. Proponete allora una legge che consente di trattare l’accordo anche in procedura d’urgenza, noi la sosterremmo. Smettiamola con questa foglia di fico dell’Ue, non ci crede nessuno e neanche voi.
Sulla legittimità o meno di questo governo: questo governo non è più legittimato a governare da un punto di vista politico, prima che normativo, ci sono partiti che prima non esistevano..ma quello che conta è che l’accordo politico su cui si fondava la maggioranza di governo non c’è più,  i contraenti tutti ne prendano atto. Dire che il governo può stare in piedi con 32-33 consiglieri, da un punto di vista legale è rilevante, ma dal punto di vista politico non avrà nè forza, nè volontà di mettere in campo interventi rilevanti per l’opinione pubblica.
Noi faremo un’opposizione responsabile e sensata: se il Sds Finanze porta in Aula la riforma Igr, nello spirito della riforma presentata ormai tempo fa, noi saremo pronti a sostenerla. Ma non lo farete, perché lo avete detto: le cose serie a un anno e mezzo dalle elezioni non si faranno. Questo governo ormai non avrebbe più fatto niente e a queste condizioni noi non ci stiamo più. Se volete portare avanti questa agonia insopportabile, lo farete senza di noi.

Andrea Belluzzi, Segretario di Stato per la Cultura
Ho ascoltato gli interventi dei Segretari dimissionari e dei consiglieri che mi ha preceduto, è doveroso precisare alcune cose. Rispetto le scelte di Rete come gruppo, ma non credo nelle motivazioni che adduce, credo sia una scelta decisa da tempo, rispettabile, e può essere frutto anche di una strategia, la strategia di programmare un proprio percorso politico. E lo dico con rispetto che rivolgo e richiedo. Perché è partita una strategia anche di comunicazione e su questa mi vorrei soffermare, perché dimostra come sia possibile che l’attività sia coordinata e frutto di programmazione. La scelta di interrompere il proprio percorso non è basata su quanto detto finora. Siamo sempre stati capaci fin qui di arrivare a una sintesi a abbiamo compiuto passaggi importanti per il Paese, anche provenendo da punti di partenza differenti. E molto ancora si può fare.
Uno dei messaggi forti che avete mandato è sulla capacità di essere indipendenti. Allora io riconosco l’indipendenza, ma chiedo anche sia fatto altrettanto. Non mi piace quando si citano personaggi che fanno parte del mio o di altri partiti e anche voi che eravate i ‘Buriani boys’ lo dovreste capire. Io non vi ho mai giudicati per essere passati da quell’ufficio. Le vostre espressioni politiche le ho sempre prese come frutto di una vostra visione politica e pretendo rispettiate altrettanta indipendenza a me e altri politici. Abbiamo insieme combattuto azioni parte di un disegno criminale e vi richiamo su quella capacità . E vi dirò; non sarà agonia e come governo ci siamo impegnati a dimostrarlo in questo anno, potevamo trovare delle sintesi. Abbiamo iniziato già incontri con le parti sociali e proseguiremo qualora l’Aula confermerà la prosecuzione dell’esecutivo. Ci siamo già messi subito al lavoro per dare continuità e risposte. Occorrerà agire in tempi rapidi e quello che faremo sarà giudicato da voi e dalla cittadinanza. E’ vero, non c’è solo l’accordo Ue, che è un passaggio centrale ma non sufficiente, ma è sicuramente uno dei treni che passano una volta sola nella storia di un paese ed è un errore da non ripetere. Ci siamo già caduti nel 2006. E questa sì è una sfida che sono pronto a discutere e a lavorare perché il risultato si porti in tempi certi a casa.  

Nicola Renzi, Rf
Questo dibattito inizia a fotografare la realtà. Prendo atto che è stata assunta agli atti la lettera di Rete alla maggioranza perché fino ad oggi sembra ci sia stata una sorta di rimozione politica. Oggi abbiamo visto che qualcosa è cambiato. Due sono le questioni: 1) Perché Rete è uscita dalla maggioranza e 2) cosa ne resta della maggioranza. Primo punto: Il Sds Ciavatta ha detto che non gli interessano i ‘like’, ma io penso Rete sia uscita dalla maggioranza perché ha guardato i ‘like’ e le partecipazioni alle sue assemblee e ha visto che si stava raschiando il barile e ha visto gli effetti della morsa letale della Dc. E’ normale che i cittadini sammarinesi hanno iniziato a farsi delle domande… La spiegazione è ‘la Dc è clientelare’: io non dico niente, ma una certa attitudine della Dc la sapevate prima, durante e dopo.  Se si vuole essere seri si viene in Aula – e Ciavatta queste cose le sa fare- e ci doveva venire a dire ‘oggi so che la Dc è clientelare perché ha sistemato a,b,c,d,f… perché ci ha imposto sulle dirigenze pubbliche di fare a,b,c,d…se no il resto sono chiacchiere. Che poi quelli di Adesso.sm sono farabutti e criminali ce lo dite sempre, ma la prossima campagna elettorale pensate di farla ancora contro Adesso.sm?
Il governo attuale: quello che dobbiamo fare e dirimere in quest’Aula è se questo governo  e questa maggioranza ponssono andare avanti o no. Per noi non può andare avanti, perché il numero dei 35 non è proprio una sciocchezza, perché nel frattempo è cambiata la legge elettorale. La seconda è rispetto alle coalizioni e questo è un fatto dirimente tecnico e di livello politico, perché se una persona si presenta agli elettori in coalizione con un’altra persona, la coalizione è un principio non derogabile in legislatura. Non è mai successo si sia rotta una coalizione senza che si sia andati a votare. E’ un unicum e dovremo farci una riflessione su questo che è fatto tecnico ma anche politico.
In Ufficio di Presidenza ci avete detto, ‘per la legge possiamo andare avanti’, ma mi volete dire per cosa andate avanti? Noi abbiamo fatto un Odg la volta precedente per chiedere se la maggioranza c’è ancora, la seconda  domanda era ‘cosa volete fare’? Perchè c’è l’accordo di associazione Ue?  Qua riprendo l’ottimo Zonzini pregandolo di citare Rf quando prende le nostre idee: andiamo a votare e il Segretario agli esteri mantiene pieni poteri per delega Ue. Votiamo questa legge e mandiamo avanti le elezioni da un lato e l’accordo di Associazione dall’altro. Credo invece che quello che rimane sarà una lunga agonia in cui Rete porta avanti la sua campagna elettorale e i suoi click, e credo il Paese stia ancora perdendo tempo rispetto alle vero emergenze del paese.

Michela Pelliccioni, Dml
Forse è venuto il momento di cambiare: digitalizzazione, energia, riforma delle attività economiche… non mi sembrano argomenti di portata limitata, eppure qualcuno parla di immobilismo delle riforme. Allora c’è da chiedersi il perché fino ad oggi di questo immobilismo. Ho ascoltato la conferenza stampa dei colleghi di Rete. ‘E’ una decisione che ha anche fare con coscienza’, hanno detto. A me la coscienza dice che ci sono famiglie in difficoltà, Anis ha detto che una caduta del governo avrebbe effetti devastanti per le imprese del Paese… diversamente credo che quell’Odg di Rete sia stata una prova di forza che non ha avuto forse gli esiti sperati per qualcuno.  Si è detto ‘ sono stati bloccati i progetti di Rete’. Come forza politica abbiamo espresso perplessità quando i progetti non ci convincevano , credo che con l’inflazione che galoppa non si possa pensare di pagare gli stipendi in ‘titani’. Abbiamo espresso perplessità su situazioni inapplicabili, vedi l’aumento di sanzioni al 30% per la mancata dichiarazione dei capitali all’estero, o il trasferimento dei sequestri penali in Bcsm…credo questo sia un approccio costruttivo, non certo problemi di bandierina. Le lamentele di una mancata condivisione:  su questo Motus può dire molto, ricordo una legge sulle società condivisa fino alla seconda lettura, poi abbiamo dato uno spettacolo ignobile e qualcuno disse ‘ non l’avevamo letto’. Ai cittadini non interessa cosa fa o non fa una forza politica, oggi vogliono sapere se avranno un lavoro e se riescono a mandare i propri figli in gita. Noi restiamo qua a dare risposte e a prenderci responsabilità. Perché purtroppo non si fanno riforme solo aumentando le tasse. L’idea che abbiamo di sviluppo nel Paese è ben diverso e credo ci siano modi e tempi di portare avanti progetti e risposte richieste dai cittadini. Sul discorso delle coalizioni: è chiaro il testo di legge che parla di coalizione solo nel momento di formazione di governo e non possono esserci interpretazioni.

Federico Pedini Amati, Sds al Turismo
Almeno ascoltando le parole di Ciavatta e Tonnini, non sembra ci siano motivi politici che adducono al ritiro di Rete. “Purtroppo- ci dicono- il nostro movimento decide di uscire dal governo”, ma quale è il motivo politico? Che entra la mafia domani mattina senza l’appoggio di Rete al governo e domani mattina diventiamo dei mafiosi ? Che non simao in grado senza Rete di contrastare la malavita organizzata? Chiunque se sa che c’è la mafia qua dentro, lo dica, lo andiamo a denunciare tutti insieme… Si deve dire con chiarezza se c’è un motivo politico e poi dire ‘si è sentito da parte di tutti grandissima responsabilità verso l’accordo Ue’.  Qual è la responsabilità di lasciare l’altra parte del governo verso un accordo, senza dare motivazioni efficaci? ‘Gatti non ha fatto la riforma Igr’, e la riforma delle pensioni che va rivista ed è da completare? E il progetto di rilancio economico ? Si riesce meglio oggi a farlo o si riusciva meglio con la maggioranza al completo? Poi se parliamo dei dispetti in congresso…io potrei farvi un elenco completo di tutto.. Lasciamo stare le scuse. Siamo seri, il motivo politico è la perdita di consensi di Rete, punto.
E bisogna essere realistici e dire le cose come stanno. E cosa avverrà domani? Se c’è una maggioranza che sostiene il governo si va avanti, se non c’è, non si va avanti. Vi giuro, se non ci fosse la chiusura dell’accordo Ue, vorrei andare subito alle elezioni. Ma se non arriviamo a una curva, cosa facciamo, svitiamo una ruota? Quando sei in questi ruoli non può valere tutto. Nessuno di noi è uno dei mafiosi, non sosteniamo la mafia ..non c’è un motivo se non quello chiaro di perdita di consenso e stavolta ha vinto il direttivo di Rete. Qui si è compiuto un grave atto di irresponsabilità politica e ne renderete conto al Paese.

Marco Gatti, Sds Finanze
Non è facile intervenire per parlare di questa crisi , questa maggiorana nasce da momento storico straordinario, da partiti che erano all’opposizione che si sono uniti per avere una maggioranza forte in grado di dare le risposte necessarie: risistemare il tribunale, il bilancio dello Stato e la situazione bancaria e finanziaria, a partire da Cassa di Risparmio. Ora questo governo si è trovato anche nella situazione di non affrontare solo questo, abbiamo avuto cose inaspettate. Ricordo nei primi congressi, quando portai i dati dello Stato, i 9 colleghi insieme a me si grattavano gli occhi da lontano, la preoccupazione era elevata. La visita del Fmi ci aveva riportato una situazione drastica, in più è arrivato il covid. Poi, superato il covid, abbiamo dovuto affrontare la crisi energetica mondiale e l’aumento dei costi e adesso abbiamo a che fare anche con l’aumento inflazionistico. Il governo è stato molto bravo nell’affrontare le emergenze, ma è più debole nel lavorare sulla prospettiva e nel creare condizioni. Sullo sviluppo economico, che aveva visioni diverse, legittime, ha trovato i maggiori ostacoli. Abbiamo avuto problematiche sulla cessione di terreni e imprese e per portare norme per lo sviluppo di settori in difficoltà, come quello alberghiero. Il problema non è tanto l’immobilismo e l’agonia, ma se c’erano condizioni per portare avanti questo: dare una prospettiva. Ricordo un incontro di maggioranza, i primi giorni di gennaio, in cui c’eravamo dati due priorità: sviluppo e riforma Igr da portare insieme velocemente, e’fallito. Oggi si discute se andare avanti o no, io non credo questa esperienza che sta per cambiare sia stata immobile e non lo sarà, così come non vedo nessun tipo di agonia. Di fronte a sfide come l’accordo di associazione, che ha una scadenza e deve vedere un governo legittimato ad andare a trattare, e una continua tensione all’equilibrio di bilancio, credo sia responsabilità di questa maggioranza che è rimasta quella di portare avanti i punti fondamentali fino al prossimo anno. Sulla legge elettorale: nelle clausole di decadenza non trovo la causa della coalizione ‘rotta’.

 

San Marino News Agency

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